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Montecosaro, pericolo amianto all'Ipak, il sindaco Malaisi: "La situazione è costantemente monitorata"

Montecosaro, pericolo amianto all'Ipak, il sindaco Malaisi: "La situazione è costantemente monitorata"

Cittadini di Montecosaro preoccupati per evenutali danni ambientali provocati dall'ex Ipak, ci hanno contattato ed inviato alcune foto scattate all'interno dei capannoni, dove è presente una vera e propria discarica.

Sono presenti enormi sacchi di tela contenenti materiale plastico, dei fusti di metallo in cattivo stato di conservazione di cui si ignora il contenuto, sacchi di plastica contenenti immondizia, molti scatoloni di cartone dal contenuto imprecisato e perfino vaschette di alluminio usate di solito per gli alimenti e fino a barattoli di fagioli.

I cittadini si dicono preoccupati di tutto quel materiale accatastato all'interno dei capannoni fatiscenti, dove in alcuni punti manca la copertura e la pioggia che entra rischia di disperdere nell'ambiente eventuali materiali nocivi o inquinanti. Per non parlare della copertura in eternit parzialmente crollata.

Sulla questione il sindaco Malaisi ci fa sapere che dell'ex Ipak è responsabile un curatore fallimentare, più volte contattato, che si limita a sostituire i lucchetti quando ha notizia di ingressi non autorizzati. Buona parte del materiale contenuto dovrebbe essere li da molto tempo, senza escludere che qualcuno possa averne conferito dell'altro, invece che smaltirlo in discarica.

"Quella proprietà è andata all'asta più volte - continua il sindaco - ma è un'area che nessun privato comprerà mai, perché ci sono dei vincoli, non ci si può fare niente e peraltro acquisirla costa, a base d'asta, 450 mila euro a cui vanno aggiunti i costi per la sitemazione dell'area. Infatti sono 15/20 anni che va all'asta e non l'ha comprata mai nessuno".

Malaisi sostiente che la questione Ipak "può avere una soluzione solo se, e quando, l'ente pubblico se ne farà carico" e riferisce di avere un progetto, che per la mancanza di fondi sarà arduo da realizzare, il cui iter è indicativamente al 40% e manca la parte più complicata. Si tratta però dell'unica possibilità per restituire una dignità a quell'area e una grande occasione per fare intorno alla chiesa dell'Annunziata una grande area pubblica.

Relativamente al pericolo amianto, il primo cittadino ci fa sapere che "il curatore ha nominato un tecnico che periodicamente controlla la situazione della copertura per accertarsi che non abbia dispersione e comunica i dati all'Asur con una certa regolarità. Per quello che riguarda il materiale interno, la proprietà è stata più volte avvisata di probabili scarichi abusivi. Dopo aver ricevuto l'ultima segnalazione da parte di alcuni cittadini, sono stati avvertiti immediatamente i carabinieri che hanno risposto di avere le mani legate e di non poter intervenire, perché trattandosi di una proprietà privata, deve essere il privato a sporgere denuncia".

Il sindaco ha quindi contattato la curatela fallimentare che lo ha messo in contatto con il proprio addetto alla sicurezza responsabile dell'area, il quale ha confessato candidamente che le uniche cose che egli possa fare, sono quelle di controllare ogni tanto all'interno e di sostituire i lucchetti all'ingresso quando questi vengono rotti. Alla contestazione in merito alla presenza di materiale di ogni genere, la persona contattata ha minimizzato, ma non sappiamo se per una difessa d'ufficio oppure se realmente sia tutto sotto controllo.

Per concludere, il sindaco ribadisce che la soluzione è solo quella che diventi pian piano un patrimonio pubblico e, nei limiti del possibile, si sta lavorando in questa direzione.

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