Ho partecipato ad Osimo alla conferenza di Michela Marzano, docente di filosofia morale all'università di Parigi e parlamentare Pd. Il tema era la gender theory e, nello sventurato caso ve la foste persa, vorrei farvene un breve resoconto, a mo' di dispaccio.
La serata si è snodata in una atmosfera lieve e mondana, a tratti anche autocelebrativa, costellata da intimi applausi e da quella "sottile" ironia che contraddistingue chi crede di possedere la cultura da sbattere in faccia ai bruti, tipica del progressismo radical-chic. A metà tra il comizio e la funzione liturgica, (palpabile il tentativo di un puntuale rabbonimento dell'elettorato perplesso e in fuga), quando si doveva parlare di mamme, nascite, bambini e modelli educativi, si è invece fatta ironia su Alfano e la Binetti. Per carità, ironia forse legittima visti i soggetti, ma non a discapito della trattazione dei temi-chiave di un argomento tanto serio. La Marzano ha mostrato il suo acume filosofico motteggiando sulla discriminazione infantile e sulla violenza psicologica inerenti l'imposizione dei colori rosa e celeste, distinguendo tra maternità biologica ed educativa, tra identità sessuale e orientamento, affondando poi sulla necessita di non prendere in giro i diversi, anche i bambini che, non si dica "poverini", già da piccoli si sentono omosessuali senza sceglierlo. Grande profondità, sottolineata pure da sporadiche uscite su tale e tal altro emendamento alla legge, sia chiaro urgentissima, appena varata. Poi si è aperto il dibattito con il pubblico. Avete capito bene, nessun accenno all'utero in affitto e implicazioni economiche, non una parola su allattamento e parental attachment, nulla sul legame intrauterino, nulla sul fatto che la genitorialità sia un diritto o meno... Il dibattito, oltre a un paio di slinguazzate che non possono considerarsi domande, ad un certo punto vede l'intervento di un signore che vuole leggere alla platea un breve passo del famoso documento che l'Oms consiglia agli Stati di rendere operativo, nel quale si dice di trattare argomenti come la esplorazione del proprio corpo e la masturbazione con bambini da 0 a 4 anni. Tra le risatine degli astanti e l'invito della Marzano a non procedere alla lettura (tanto si conosce), l'uomo chiede alla professoressa se per caso sarebbe contenta se a suo figlio si parlasse di questo a quella eta'. Brusio. Risposta: è solo una indicazione, il parlamento non l'ha discusso (quindi nessuna smentita e possibile accoglimento). E poi lei preferisce che a suo figlio si dica la verità o è meglio il silenzio? L'uomo fa per rispondere (forse volendo dire: se permette lo decidono il padre e la madre quando cosa e come dire sul sesso) ma la professoressa lo zittisce dicendo che questo non è un dialogo ma una sua conferenza e non è prevista una replica. La domanda era solo retorica. Applausi piddini. Arriva poi il mio turno: schivando prima inviti a ridurre la domanda e poi ripetuti tentativi di azzittimento da parte della platea e del moderatore, riesco a dire più o meno questo:
"Sono d'accordo con lei sul fatto che il gender non esista, nel senso però che non è una novità. La sua non è una apparizione ma il più recente approdo di una impostazione culturale e politica che vediamo vincitrice negli ultimi 50 anni. Gliela espongo e le chiedo cosa ne pensa. Pensatori come Adorno e Marcuse, la Butler, la Koedt, la Firestone, la quale ad esempio disse che la maternità è un atto barbarico che deve scomparire e che i figli vanno fatti in provetta, hanno attaccato nel '68 la figura del padre e poi la figura della madre. Quello che viviamo oggi è il frutto di quel pensiero nichilista.
Avrei voluto aggiungere che questa violenza verso ciò che è naturale perverra' alla creazione di quell'individuo unico, indifferente e sradicato, che la politica persegue da tempo in molti altri modi. Non ho potuto, anche per le interruzioni sarcastiche della stessa Marzano, che mi accusava di aver fatto una accozzaglia incomprensibile, mostrando forse di non conoscere gli stessi autori citati. Risposta: "la invito a leggere la Butler, la teoria del '68 come attacco al padre è cospirazionista. Io le differenze le difendo" E la madre-barbarica? E i figli solo in provetta? E la rinegoziazione della sessualità dopo aver negato l'orgasmo vaginale a vantaggio di quello clitorideo? E la "scelta" conseguente dell'orientamento sessuale? Nulla. Evidentemente era più interessante raccontare come ad ogni conferenza la gente plauda immancabilmente al suo compagno appenna ella lo nomini. Boh. Alla fine, in tutto questo bailamme una pesante assenza: il bambino e la sua felicità. L'infanzia, la sua peculiarità e i suoi diritti. La bellezza dell'innocenza, la sua cura e la sua difesa. Poi però, diffusa, una pesante presenza: i modelli di riferimento di questi "intellettuali" di partito, che in un mondo in totale decadenza, con mille aziende che chiudono al giorno, la disoccupazione giovanile mai a questi livelli, la cessione di ogni sovranità, la genuflessione al mercato, la morte della democrazia, sentono l'urgenza di normare le adozioni gay. I modelli? sono sempre quelli: Freud, Lacan, la Butler... Ma da una che è stata in psicanalisi per 20 anni (psicanalisi!), come lei ha raccontato, magari a 30 euro a botta per 20 minuti, che cazzo vogliamo pretendere?
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