Marcia indietro del Comune di Tolentino sul regolamento del villaggio container: il valzer dell'ipocrisia
“L’ordinanza che vietava temporaneamente l’ingresso dei piccoli animali da affezione all’interno del Villaggio container di Via Colombo è stata revocata”.
Così si legge in un comunicato stampa del comune di Tolentino.
E la motivazione fa davvero sorridere: “Infatti a seguito di un attento censimento e dopo aver valutato tutte le richieste pervenute, al di là delle legittime “alzate di scudi” delle associazioni animaliste, dei cittadini e movimenti politici, si è provveduto a fare un censimento delle reali richieste avanzate dagli ospiti”.
Un’amministrazione rispettosa degli animali e dei cittadini che amministra sa bene che il censimento e la valutazione delle esigenze degli stessi va fatta a monte e non dopo che “le legittime alzate di scudi delle associazioni animaliste” hanno creato un vero e proprio caso nazionale. Si pensa davvero che la gente ci creda? Chi ha rispetto degli animali e della sensibilità di chi li ama non si sarebbe mai lontanamente sognato a monte di progettare uno spazio senza conoscere il numero degli ospiti a quattro zampe!
Nel comunicato continua la fantasiosa giustificazione di chi ancora non ha proprio comprensione delle ragioni che hanno destato tanto malumore e la ferma opposizione alla previsione del regolamento appositamente introdotta, in un secondo momento, per vietare la presenza degli animali:
“Infatti il primo provvedimento era stato adottato per garantire la salubrità igienico-sanitaria dei container e degli spazi comuni in quanto le ridotte dimensione possono rendere complicata la convivenza tra ospiti e animali. In alcuni particolari casi, poi, alcune famiglie avevano chiesto di portare anche tre o quattro cani o gatti e quindi la situazione, come è facilmente comprensibile, poteva diventare complicata da gestire. Per cui analizzata bene la circostanza si è deciso di poter far ospitare, a chi volesse, il proprio animale presso il rifugio comprensoriale “Monti Azzurri” a spese del Comune mentre per gli animali in possesso dei certificati veterinari è possibile essere ospitati all’interno dei singoli container, insieme al proprio padrone”.
Qualche precisazione appare necessaria, alla luce di tanta confusione, così magari sarà l’amministrazione a poter “ facilmente comprendere” … (speriamo):
- si mescolano vari concetti: salubrità igienico sanitaria, che riguarda gli escrementi degli animali e lo stato di salute degli stessi che è certificato dai libretti veterinari che però non certificano la c.d. “cacca” che tale è e resta e per natura va espulsa (sic!);
- i proprietari di animali che tengono a portarli con loro non sono degli incivili ed è nella loro cultura di rispetto altrui pulire dove gli animali sporcano;
- nel villaggio, come in ogni spazio accessibile al pubblico, deve esserci per civiltà oltre che per disposizioni di legge uno spazio in cui gli animali possano sgambare e sporcare;
- i proprietari di animali che tengono a portarli con loro provvedono regolarmente a vaccinarli;
- i certificati veterinari garantiscono la salubrità degli animali nei confronti degli altri animali in quanto non ci sono malattie trasmissibili all’uomo (salvo che per la rabbia che da noi non c’è – per le pulci ci sono gli antipulci e spesso anche le persone hanno di questi problemi – per le micosi basta avere accortezze o comunque avere un’area separata nel così grande villaggio – ma è o non è un villaggio?)
- se una famiglia ha più di un animale non è che li spezzetta e ne manda un po’ al canile e un po’ li tiene, in quanto sono membri del nucleo familiare;
- per un animale abituato a stare in casa, e magari precedentemente adottato da un canile, non è che sia proprio salutare rientrare, anche se provvisoriamente in canile.
Potremmo proseguire con le osservazioni ma quelle fatte sono sufficienti per indurci a chiederci se chi ha scritto il comunicato o chi ha redatto il regolamento si sia realmente messo al posto delle persone ospiti dei containers che possiedono animali, dubbio che si rafforza leggendo, alla luce delle incongruenze di cui sopra, l’ultimo periodo del comunicato: “Speriamo sia ben compreso che il primo provvedimento adottato andava verso una garanzia totale degli standard qualitativi di residenza, in attesa di una normalizzazione della situazione generale sia di convivenza che di sicurezza, anche sanitaria, all’interno del Villaggio container. Quindi nessuna presa di posizione contro gli animali ma al contrario, con il massimo rispetto verso loro stessi, si è voluto assicurare ai “migliori amici dell’uomo” condizioni di vita accettabili”.
Condizioni di vita accettabili, certo. E quindi: tutti fuori dal villaggio! Alè! Salvo poi fare marcia indietro perchè gli animali sono due o tre (gli è andata bene e si può revocare il provvedimento). E in questo clima tragicomico ci scappa anche la rima.
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