Inaugurato a Macerata il primo centro per uomini autori di violenza (Cuav). L'ambito territoriale sociale 15 - Comune è stato individuato dalla Regione Marche, con l'accordo degli altri Ambiti provinciali, come referente per realizzare il sistema regionale di servizi e interventi rivolti a uomini autori di violenza, in sinergia con la stessa Regione e gli Ambiti territoriali sociali capoluoghi di provincia.
Il sistema prevede due diverse linee di azione interconnesse tra loro. La prima riguarda il set up e l'avvio di un centro per uomini autori o potenziali autori di violenza (Cuav Marche) con sede principale a Macerata e articolazioni dislocate una per ogni provincia della regione, anche implementando e potenziando i servizi esistenti, per diffonderne la presenza del servizio in territori sprovvisti, e garantire l'omogeneità di interventi e prese in carico nelle Marche.
L'azione, finanziata con fondi del Dipartimento pari opportunità, inoltre, prevede la definizione di un sistema di intervento integrato con servizi specializzati per il supporto a donne vittime di violenza e ai loro figli, la redazione di prassi operative regionali in vista della stesura delle linee guida nazionali ancora in strutturazione.
"Al 31 ottobre al Centro antiviolenza Cav Sos Donna - ha riferito la vice sindaco e assessora a Pari opportunità e Servizi sociali Francesca D'Alessandro - sono arrivate 221 chiamate e 180 sono state prese in carico. Significa che nel 2022, 180 donne hanno deciso di intraprendere un percorso di accompagnamento sociale, legale e psicologico, e di fuoriuscita dalla situazione di violenza". All'inaugurazione presente tra gli altri il sindaco Sandro Parcaroli.
“Il progetto regionale che vede l’ATS 15 come referente rappresenta uno strumento di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere che, nelle varie fasi di azione, ha coinvolto tutto il tessuto sociale della comunità, dalle istituzioni fino ai privati – è intervenuto il sindaco -. È importante in primis offrire dei servizi specializzati per il supporto alle donne vittime di violenza e ai loro figli e, al contempo, avviare un percorso di rieducazione e riabilitazione nei confronti di chi compie atti di violenza o è un potenziale autore di violenza”.
"La Cooperativa Il Faro lavora sul territorio provinciale ormai da 30 anni e si è sempre occupata di servizi socio-assistenziali e educativi a favore della comunità, minori, adulti, anziani, disabili – ha detto Andrea Tridico della cooperativa -. In particolare dal 2014 abbiamo scelto di occuparci di violenza di genere".
"Abbiamo aperto uno sportello antiviolenza a Civitanova Marche, poi una casa rifugio e una casa di semiautonomia e nel 2019 abbiamo iniziato a gestire il Centro antiviolenza provinciale di Macerata e gli sportelli di Porto Recanati, Civitanova Marche e Castelraimondo. Nelle case di accoglienza le operatrici si occupano della gestione delle emozioni e delle paure dei bambini e delle bambine, testimoni e vittime al tempo stesso della violenza domestica. Sono diverse le attività laboratoriali ed educative che svolgiamo con loro oltre a quelle di sensibilizzazione che facciamo ogni anno nelle scuole".
"Quindi - prosegue Tridico - abbiamo capito che mancava un pezzo del puzzle: il lavoro con gli autori di violenza. Ed è partito questo progetto condiviso che ci vedrà attori in primis ma anche destinatari di un pensiero che vede come possibile e necessario ‘il lavoro sul problema sociale maschile’ e dare la possibilità agli uomini che agiscono violenza di ‘scegliere il cambiamento’ e di ‘rifiutare il sistema di potere’, di dire ‘no’. Questo è un impegno civile e politico che deve vedere le operatrici dei Cav e noi operatori dei Cuav lavorare su due fronti diversi ma con un obiettivo comune che è quello della parità di genere".
“Il progetto CUAV Marche – ha affermato invece Antonella Ciccarelli coordinatrice Polo9 ente capofila azioni di progetto - rappresenta una opportunità per la rete delle relazioni territoriali e per le sinergie al contrasto delle violenze sulle donne. La violenza non è un fatto privato ma di interesse pubblico, che ha bisogno di interventi congiunti e coordinati”.
La seconda azione prevede soluzioni abitative, a valenza regionale e idonee a far fronte alle necessità relative sia alla zona nord che alla zona sud delle Marche, per consentire, dove necessario, l’applicazione degli artt. 282 bis CPP e 384 bis CPP per favorire l’allontanamento d’urgenza del maltrattante dalla casa familiare.
Dalla procedura di co-progettazione, sono stati individuati due appartamenti, uno ad Ancona, per la zona nord, uno a Macerata per la zona sud per un totale di cinque posti letto mentre sono stati anche definiti accordi con strutture ricettive per le urgenze.
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