Lo Stato si accanisce contro Peppina: revocato il contributo di autonoma sistemazione
Dopo la denuncia social della figlia Agata Turchetti, il Tg5 è tornato ad occuparsi della triste vicenda di nonna Peppina che si arricchisce di una nuova barbarie, con la revoca del contributo di autonoma sistemazione.
Il servizio, andato in onda nell'edizione serale di ieri, inizia proprio con la nonnina diventata un simbolo nazionale che, con un filo di voce, riferisce di non aver dormito mai la notte precedente per il dispiacere di questa ennesima, brutta novità.
Si tratta di una vicenda insensata e paradossale, dato che la famosa casetta che le avevano costruito i familiari, per passare in serenità gli ultimi anni della sua vecchiaia, è ancora sotto sequestro giudiziario ed è stato rimosso, dopo 21 anni, anche il container nel quale era andata a vivere in un primo momento, fino a che, i rigori dell'inverno, hanno reso necessario trasferirla dalla figlia.
"Le devo sopportare tutte prima di andare sulla tomba", lamenta sconsolata Peppina, mentre la figlia Agata chiede: "se mia mamma, che ha una pensione di 500 euro al mese, non avesse le sue figlie, dove dovrebbe andare? Premesso che a San Martino di Fiastra, le Sae non sono previste".
A questo punto, quando sembra che tutto quello di negativo che poteva accadere si è verificato, resta solo di aspettare l'arrivo di qualche buona notizia, come ad esempio, che si sblocchi la questione dell'autorizzazione paesaggistica, ferma, dopo l'approvazione dalla Comunità Montana di Camerino, alla Soprintendenza delle Belle Arti di Ancona.
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