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L’ora d’aria di Enzo Polverigiani - I film cult delle serate sotto chiave in tv e i "furbetti" del vaccino

L’ora d’aria di Enzo Polverigiani - I film cult delle serate sotto chiave in tv e i "furbetti" del vaccino

Come se non bastassero la tragicità dei numeri, la conferma che in Italia si muore di Covid più che altrove, la prospettiva di restare rosso-arancioni almeno fino a maggio, la situazione drammatica dell'istruzione, dell'economia, dei rapporti sociali nonché le esili speranze di una tanto sospirata quanto problematica immunità di gregge, ci si mette pure la tv a mandarci di traverso le serate sotto chiave, non solo con le figurine parlanti dei politici-scienziati, ma anche coi programmi visionari in tema di catastrofi e pandemie.

Tra i fanta-horror tipo “Virus letale”, “Contagion” o “L'esercito delle 12 scimmie”, spicca il film riproposto sere fa con il vecchio Charlton Heston, abituato a fare il profeta col barbone di Mosè, che vaga in una Los Angeles desolata come dopo una guerra, imprecando: “Ma che modo di vivere è questo? Se non si può camminare sulla strada e sorridere a qualcuno...”

Sembra una frase di questi giorni, ma è datata cinquant'anni fa, nel cult “1975, occhi bianchi sul pianeta terra”. In questo caso, una pandemia venuta (guarda caso) dalla Cina ha sterminato mezza umanità e reso l'altra metà un popolo di zombi incappucciati che sbucano a far danni col favore delle tenebre, contro cui il dottor Heston - sintesi perfetta pensiero-azione, come il ministro Speranza, il generale Figliuolo e Bertolaso - spara raffiche di mitra cercando di consegnare un antidoto ai pochi scampati alla pandemia.

Un film che a suo tempo risultò assurdo e inquetante, e che oggi, dopo tanti anni, è ampiamente superato dalla realtà che siamo costretti a vivere.

La grande differenza sta tutta nella semplicità della trama: c'era il buono, Charlton Heston, i cattivi, gli incappucciati con gli occhiali da sole, e un solo antidoto semplice, efficace e facile da distribuire. L'eroe in punto di morte ne consegna agli scampati un flacone da mezzo litro. Sufficiente? Certo, perchè anche il virus del 1975 combatte a viso aperto, e la formula dell'antidoto è patrimonio di tutti.

Allora Big Pharma comandava molto meno, e Biden, Trump, Boris Johnson o Putin erano di là da venire. Bastava un eroe solitario per vincere la guerra lampo.

Magari fosse così. Oggi tutto è invece terribilmente complicato, la guerra è diventata di posizione e svela aspetti grotteschi. Il Covid-19 gioca sporco, è un nemico dalle molte facce che adegua la sua tattica alle mosse dell'avversario: paese che vai, variante che trovi. L'ultima è la variante bretone, che per difendersi sfugge anche al test del tampone. La penultima, quella newyorkese - nome codice B 1526 - si è affacciata con un paio di casi in provincia di Pesaro-Urbino, e si affianca alle due appena scoperte a Palermo e a Napoli.

Ci sarebbero poi la nigeriana, la brasiliana, la thailandese, l'inglese con le sottovarianti dei paesi del Commonwealth: canadese, sudafricana, neozelandese, australiana (più pericolosa perchè più la allontani e più torna indietro) e tutte quelle provenienti da paesi membri minori, come Antigua, Tonga, Lesotho, Swaziland eccetera. Per tenerle a bada urge un intervento diretto della regina Elisabetta.

L'altra guerra in corso senza esclusione di colpi, tinta di giallo tendente all'arancione, è quella dei vaccini. I paesi ricchi se li accaparrano, lasciando gli avanzi a tutti gli altri. Ci sono i monodose e i doppia dose. Quelli sicuri e quelli un po' meno. Noi ci siamo lasciati passare sotto il naso 29 milioni di dosi di AstraZeneca stoccate nel Lazio e subito volatilizzate non si sa per dove (si sospettano Regno Unito e Israele). Le vaccinazioni procedono a rilento, per la disperazione del generale Figliuolo.

C'è la solita corsa dei vip e degli amici degli amici per scavalcare la fila. Alcune regioni vanno in ordine sparso; altre, come le Marche, seguono le indicazioni del governo e si basano sulla piattaforma di Poste italiane, mentre la postina sotto casa protesta: e a noi, chi ci vaccina?

C'è il presidente che apre le vaccinazioni per dare l'esempio e quello che pensa di far vaccinare i vacanzieri in tanga e bermuda negli stabilimenti balneari. Infatti entra in vigore l'ora legale (più avanti, quando scatterà il coprifuoco sarà appena il tramonto) e si pensa già alle vacanze per dare ossigeno al turismo, un altro settore in crisi nera.

La prossima più che una pasqua sarà una quaresima, ma Draghi ha aperto una finestra sulla scuola, la grande priorità. Mentre bar, ristoranti, negozi “non essenziali” e teatri restano spietatamente chiusi e si rinnovano gli appelli al comportamento responsabile, la gente esasperata o semplicemente furbetta s'inventa nuovi espedienti per aggirare le regole.

Non si può fare sport, andare in palestra, in piscina, a scuola di ballo? Invece si potrebbe, con la qualifica di “agonista”, un certificato medico ad hoc e una piccola cifra associativa. Così sarà permesso giocare perfino a golf allenandosi “per tornei alto di livello”. Fioriscono tanti piccoli Tiger Woods.

Muniti di certificato si potrà giocare agonisticamente a burraco o danzare agonisticamente la salsa e perfino la zumba. Se così stanno le cose, anche i ristoratori potrebbero tornare dietro ai fornelli dichiarando di allenarsi per la gara di Master Chef.

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