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"L'odissea di una famiglia civitanovese per avere un tampone": la denuncia dell'assessore Carassai

"L'odissea di una famiglia civitanovese per avere un tampone": la denuncia dell'assessore Carassai

"Prevenzione, tracciamento dell'epidemia derivante dal Covid-19 o pressapochismo e superficialità?" È quanto si domanda l'assessore del comune di Civitanova Marche Ermanno Carassai a seguito delle testimonianze personalmente raccolte da numerose famiglie della città. 

Testimonianze in cui si mettono in luce "situazioni alquanto imbarazzanti che destano molta preoccupazione".

"Per non rimanere nel vago - sottolinea Carassai -, ritengo necessario esplicitare le recenti vicissitudini di una famiglia civitanovese, ma presumo che molti altri casi che non sono venuti a galla si siano verificati nella nostra città".

L'assessore, nel raccontare la vicenda, precisa che si tratta di una famiglia composta da quattro persone, con bimbi piccoli che frequentano la scuola dell'infanzia. Al ritorno a casa dalla scuola, una delle bimbe ha evidenziato mal di gola e alcune linee di febbre.

I genitori hanno quindi avvertito il medico curante che ha provveduto a segnalare la situazione al servizio competente. Il giorno successivo, anche il fratello e la mamma hanno accusato alcuni sintomi, pertanto i genitori hanno provveduto nuovamente a contattare il servizio preposto per segnalare le situazione, chiedendo un tampone possibilmente urgente. Nel frattempo, tutti i componenti del nucleo familiare si sono messi immediatamente in isolamento preventivo, allertando il dirigente scolastico.

"La risposta ottenuta da parte dell'ufficio sanitario preposto è stata che, prima di dieci giorni vista la mole di lavoro a cui il personale era sottoposto, non sarebbe stato possibile procedere in tal senso - racconta Carassai -. Trascorsi oltre 10 giorni, senza aver ottenuto comunicazione in merito dal settore pubblico, con grave difficoltà ed inoltre a pagamento da azienda privata, i genitori sono riusciti ad ottenere un tampone nel luogo di residenza e, dopo tre giorni, è arrivata la notizia che la bambina è risultata positiva, mentre gli altri conviventi sono negativi. Il referto che è stato comunicato immediatamente a tutto al servizio competente e ai referenti della scuola. Ad oggi tutto tace mentre l'odissea e l'incertezza sul da farsi continua".

"A questo punto, credo sia opportuno chiedersi che cosa significhi parlare di prevenzione - sottolinea l'Assessore -, come mai in otto mesi non siano stati organizzati i servizi di controllo, nonostante tutti prospettavano la ripresa del contagio nel periodo autunnale ed invernale. Di fronte a tale situazione di non prevenzione, credo che coloro che avevano la responsabilità di attivare i servizi necessari per non far diffondere i contagi e non l'hanno fatto si dovrebbero vergognare, visto che è palese che il servizio non è ancora a disposizione di tutta la cittadinanza".

"E' comprensibile il disagio degli operatori e di chi organizza i protocolli - chiosa Ermanno Carassai -, ma credo che una risposta certa ed un controllo per evitare il diffondersi dell'epidemia siano indispensabili".

 

 

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