Inflazione e crisi energetica, Macerata al secondo posto fra le province più colpite
Al netto dell'inflazione in progressivo sviluppo in tutta Italia, piccole differenze di aumento dei prezzi al consumo sono state registrate dall’ISTAT anche all'interno delle Marche. I dati riferiti al periodo da maggio 2021 a maggio 2022 evidenziano come la situazione risulti in linea di massima meno grave rispetto ad altre regioni: se in Italia l'incremento è del 6,8%, nella provincia di Ancona il valore si è fermato al 5,6%, a Macerata è cresciuto del 5,9% mentre ad Ascoli è stato del 6,9%.
Tenendo fede ai numeri dei tre capoluoghi in esame (si escludono Pesaro e Fermo), dopo l’energia elettrica, gas e combustili (+60% in un anno), si vanno ad aggiungere oggi anche le spese di esercizio dei mezzi di trasporto (oltre il 12%). L’analisi del caro-vita mostra, dunque, come a livello generale l’aumento dell’inflazione sia sostanzialmente correlato alla componente energetica. In termini di percentuali, Ascoli registra un +64,4%, seguita dal +64,2% di Macerata e +63,8% di Ancona.
Contemporaneamente, però, ci sono prodotti o servizi il cui prezzo è diminuito. Ad esempio, nell'elettronica di consumo (computer, fotocamere, cellulari, apparecchi telefonici e telefax) viene di poco superato il 12%; discorso analogo per gli apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, circa il 9%. A Macerata uno dei dati più evidenti è rappresentato dal considerevole aumento dei servizi di alloggio (+11,3%), rispetto alle sorelle concorrenti Ancona (+2,8%) e Ascoli (invariato), dove però i costi di manutenzione arrivano - rispettivamente - al +1,9% e +9,6%.
Inoltre, la città dello Sferisterio è risultata la più conveniente nell'acquisto di cristalleria, stoviglie e utensili domestici: prezzi ridotti del 2,3%. Infine, per le spese di abbigliamento, Ancona è la città che ha subito meno il rincaro dei prezzi; la provincia maceratese segna invece un aumento più netto del 2,4%. Sui prodotti alimentari, i rincari salgono a +9,7% ad Ascoli, seguita dal +7% di Macerata e dal +6,8% di Ancona.
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