Il Giorno della Memoria a Civitanova: consegnate le onorificenze a due reduci dai lager nazisti
Una celebrazione nel segno del ricordo, della riflessione, della condanna delle persecuzioni e dello sterminio del popolo ebraico e di tutti i deportati nei campi nazisti è quella che l’Amministrazione Comunale ha voluto celebrare oggi insieme a una grande partecipazione degli studenti degli istituti di I e II livello della città.
L’iniziativa ha avuto inizio alle ore 8.30 nella città Alta, presso la lapide dell’ex Ghetto ebraico, dove è stata deposta una corona d’alloro alla presenza del prefetto Flavio Ferdani, del sindaco Fabrizio Ciarapica e del presidente del Consiglio, Fausto Troiani.
Presente una folta delegazione composta dalle massime autorità militari e civili locali, fra cui: il commissario capo di polizia di Civitanova, Fabio Mazza, il comandante del Norm, il comandante della Guardia di Finanza, Tiziano Padua, il capo della Protezione Civile, Aurelio Del Medico, Roberto Ciccola, presidente dell’Anc, il nuovo presidente dell’Anpi, Francesco Peroni, il vicesindaco Claudio Morresi e molti consiglieri sia di maggioranza che di opposizione
La Giornata di commemorazione è proseguita al cine-teatro Rossini alla presenza di oltre 300 alunni accompagnati dagli insegnanti e anche dal questore Vincenzo Trombadore, ed è stata visibile anche grazie alla diretta streaming al pubblico non presente in sala.
I lavori sono stati introdotti dal presidente del Consiglio, Troiani che dopo i saluti di rito ha ricordato come “la Giornata della Memoria non è e non deve essere solo una cerimonia, ma un momento di riflessione e approfondimento per capire uno dei momenti più tragici della nostra storia”.
“La ragione vera per cui è stato istituito il Giorno della Memoria – ha proseguito il presidente - è quella di fornire, alla società contemporanea e ancor più agli adulti di domani, gli strumenti per ripensare a quanto è successo affinché gli errori del passato non si ripetano mai più”.
“Per questo – ha concluso Troiani - rivolgo il mio appello a tutti, alle istituzioni, agli educatori e alle famiglie, perché favoriscano nelle nuove generazioni la consapevolezza che si può e si deve costruire un futuro dove la dignità umana non sia più calpestata. Conoscere, ci impedisce di dimenticare e di non commettere gli stessi errori del passato ma di incamminarci, uniti, verso un futuro di pace”.
Dopo l’intervento di Troiani, il prefetto Flavio Ferdani ha consegnato – in una breve cerimonia - le medaglie d’onore insignite dal presidente della Repubblica ai familiari di due cittadini civitanovesi, Giuseppe Amaolo e Gioacchino Bracalente, riservate a cittadini italiani, militari e civili che sono stati deportati o internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale.
Al termine della lettura delle motivazioni, il prefetto è intervenuto congratulandosi per la presenza così numerosa degli studenti, ricordando il valore della memoria "che è un dovere e anche se il tempo può attenuare il dolore di ciascuno di noi deve continuare a produrre anticorpi contro il virus della violenza e dell’odio’, e poi rivolgendosi direttamente ai ragazzi ha fatto un appello “vi invito ad essere influencer reali per intercettare i veri problemi e riaffermare il valore della memoria e del rispetto non solo della persona fisica ma anche dei suoi diritti e dei suoi sentimenti”.
Dopo il prefetto è stata la volta dell’intervento del sindaco, Fabrizio Ciarapica che ha ricordato come il Giorno della Memoria serva a tenere vivo il ricordo su una tragedia collettiva da condannare.
“La data del 27 gennaio è stata fissata nel calendario universale per non dimenticare gli orrori compiuti dal regime nazista e da quello fascista nel corso della seconda guerra mondiale nei confronti del popolo ebraico, colpevole solo per appartenere a una religione diversa, ma anche nei confronti di tanti italiani civili e militari che furono deportati in Germania, sfruttati, massacrati, abbandonati a se stessi per essere impiegati nelle fabbriche belliche".
"Le due medaglie assegnate ai due civitanovesi testimoniano il dramma anche di chi non è riuscito a tornare fra i propri affetti. Abbiamo il dovere di ricordare insieme ai nostri giovani, affinché cresca nei cittadini di domani lo spirito critico di porsi dalla parte giusta e di saper scegliere fra il bene e il male”.
Poi rivolgendosi agli studenti ha detto loro che questa giornata “non sia solo di approfondimento della storia ma anche di sensibilizzazione di temi sui quali non va mai abbassata la guardia perché atteggiamenti errati e spesso violenti vengono compiuti anche oggi così come vengono compiute da parte di tanti stati, ancora, gravi violazioni di diritti umani fondamentali che nel 2023 non vorremmo più che si perpetuassero”.
Infine, ha citato il “Binario 21” esortando i ragazzi ad andare a fare una visita alla stazione centrale di Milano con la sua scritta in maiuscolo “indifferenza” divenuto oggi Memoriale della Shoah, da cui partì anche una bambina di nome Liliana Segre, una delle poche, fra 6 milioni di ebrei, che fecero ritorno dal lager di Auschwitz.
“Liliana Segre - ha proseguito il sindaco - qualche giorno fa ha dichiarato di avere paura che dopo di lei, la memoria dell’olocausto finisca e fra qualche anno i libri di storia riporteranno una riga di ciò che accadde e poi nei libri non ci sarà più neanche quella. Alla senatrice Segre – ha concluso il Ciarapica - vorrei ribadire che il nostro impegno di amministratori, a Civitanova Marche, sarà attivo e vigile contro la dimenticanza e l’indifferenza”.
Il quarto intervento è stato quello dell’assessore ai servizi educativi, Barbara Capponi, che in questi giorni ha lavorato in stretto contatto con gli istituti scolastici e ha seguito la realizzazione del “visual” del manifesto del Giorno della Memoria realizzato da Erica Fanti dell’istituto grafico Bonifazi intervenuta a spiegare le motivazioni che l’hanno spinta a realizzare l’immagine che è stata scelta fra tante proposte degli studenti.
La parola su cui si è soffermata l’assessore Capponi è “paura”. “Vorrei focalizzarmi – ha dichiarato Capponi - su una parola, “la paura”: di cosa avete paura voi giovani? La paura è un’emozione naturale che dà luogo a pensieri che divengono azioni”.
“Non c’è male ad avere paura – ha proseguito Capponi – o anche nei pensieri irrazionali che ne possono scaturire, il peccato mortale nasce quando la paura si trasforma in azioni che fanno il male degli altri. Il male si ricrea e propone nuove forme di opportunità di seguire la paura danneggiando gli altri: il mio augurio ai ragazzi è, come fece il papà di Carla Martella qui presente , di seguire la parte buona della paura. E poi, rivolgendosi agli studenti ha concluso: “scegliete di fare azioni che non rechino vergogna alla vostra paura e solo allora renderete memoria a queste vittime”.
Appassionato e a tratti commosso è stato l’intervento di Carla Martella, ripercorrendo la vita del padre Mario, scomparso nel 2014 a Civitanova, e l’episodio che lo spinse con “un gesto di normalità” a salvare un’intera famiglia ebrea dalla furia nazista, mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi familiari, nascondendola per ben due anni in un casale di campagna a Frattocchie. “Papà Mario lo fece senza esitazione come fosse una cosa normale e tutti avrebbero dovuto farlo, non si poteva non fare”. Gesto eroico che gli consentì di essere insignito del titolo di ‘Giusto fra le Nazioni’.
L’onorificenza gli fu conferita dal Memoriale ufficiale di Israele, ed è dedicata a chi ha agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare la vita anche a un solo ebreo. Carla Martella ha ricordato come il padre non fece menzione di quanto fatto nel periodo delle deportazioni, ma la famiglia lo apprese da uno dei figli della famiglia ebrea salvata quando gli fu conferita l’onorificenza e per riceverla furono invitati ad andare proprio in Israele.
Dopo l’intervento della Martella è stato il turno degli studenti che hanno presentato i loro elaborati. Il primo è stato quello dei ragazzi della scuola media Pirandello che ha ripercorso la tragedia ebraica attraverso immagini tratte dal film ‘Il Pianista’ di Roman Polansky.
La scuola media Mestica ha messo in immagini dei brani tratti dal libro di Matteo Corradini “Luci nella Shoah” mescolandole con foto e video dell’epoca. La scuola media Ungaretti ha ripercorso i significati di Olocausto, Shoah e Soluzione finale, partendo da opere d’arte molto conosciute. Infine è intervenuta la scuola Annibal Caro proponendo dei filmati rigurdanti la Shoah.
L’ultimo intervento, non in scaletta, è stato quello del vice sindaco Claudio Morresi che ha letto il racconto del nipote del sopravvissuto deportato Bracalente. Un ricordo fissato in un foglio scritto nel febbraio del 1990.
Bracalente non aveva mai fatto menzione di ciò che aveva patito in quella deportazione e solo su ripetuto stimolo della famiglia ha deciso di raccontare la sua tragica storia fatta di stenti, dolore, maltrattamenti ma con il lieto fine di essere riuscito a tornare fra i suoi cari.
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