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Due morti sul lavoro in un giorno nelle Marche. I sindacati: "Dopo il silenzio servono azioni concrete"

Due morti sul lavoro in un giorno nelle Marche. I sindacati: "Dopo il silenzio servono azioni concrete"

Il silenzio per partecipare al dolore delle famiglie delle vittime degli ultimi due tragici infortuni sul lavoro nelle Marche, ma subito dopo l'azione per dire che la prevenzione e la sicurezza sul lavoro sono priorità". Così i sindacati Cgil, Cisl e Uil Marche in un comunicato unitario.

 "Certamente il giorno dopo le ennesime tragedie sul lavoro serve soltanto unirsi al dolore di quanti hanno perso i propri cari - si legge nella nota -. Poi, però ci deve essere il tempo della riflessione e della condivisione di principi e di regole. Il principio è che il lavoro è un diritto e uno strumento per realizzare i propri sogni e partecipare alla crescita di una intera società - sottolineano i sindacati - la regola è che non si può morire per il lavoro, sicuramente quasi sempre basterebbe rispettare le norme esistenti. Ci stiamo abituando a quello che è invece un bollettino di guerra, morti e feriti sul lavoro non possono essere considerati una normalità, non ci deve essere assuefazione".

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 "Nel 2023 ci sono stati nelle Marche 15.714 infortuni e 21 morti . scrivono Cgil, Cisl, Uil Marche -. I numeri servono per la statistica, ma dietro i numeri ci sono cittadini marchigiani che sono morti o hanno subito gravi infortuni. Continuiamo a chiedere alla Regione di investire in prevenzione, di potenziare i controlli, di avviare una campagna di sensibilizzazione nelle scuole e di condizionare alla realizzazione di investimenti in sicurezza la concessione di risorse alle imprese". "Alle imprese . aggiungono - chiediamo di fare piani reali, e non di facciata, sulla sicurezza veri, chiediamo loro di investire in formazione.

  Il silenzio per partecipare al dolore delle famiglie private dei loro affetti, poi l'azione e per questo chiediamo alla Regione di convocare urgentemente le parti sociali per decidere insieme azioni concrete. Azioni per mettere fine a un bollettino di guerra indegno del nostro Paese e del vivere civile" è la conclusione.

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