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"Continui a prendere il Coumadin, non succede niente. Il referto? Quando torno dalle ferie": la disavventura di una paziente

"Continui a prendere il Coumadin, non succede niente. Il referto? Quando torno dalle ferie": la disavventura di una paziente

Le serve un elettrocardiogramma di controllo in tempi certi dopo essere stata operata al cuore. Chiede appuntamento in una struttura convenzionata, ma quando si tratta di sapere quando ritirare il referto, i tempi si allungano improvvisamente perchè il medico deve andare in ferie.

A raccontare la vicenda è la signora Rosanna Appignanesi di Sforzacosta.

"Il 2 maggio scorso" racconta la signora Appignanesi "ho subito un intervento cardochirurgico (sostituzione della valvola mitrale con protesi biologica e rivascolarizzazione miocardica mediante anastomosi diretta di AMIS su IVA e fonte venoso su MO), presso l’Azienda ospedaliera “G. M. Lancisi” di Ancona e successivamente sono stata ricoverata per la riabilitazione cardiologica a Villa Serena di Jesi, da dove sono stata dimessa l’8 giugno. Per inciso mi piace comunicare la mia soddisfazione per l’ottima qualità delle prestazioni ricevute, per le quali ringrazio tutto il personale e i responsabili delle suddette strutture.

Il mio cardiologo curante e il mio cardiochirurgo, a seguito delle visite di controllo post-operatorio, mi hanno prescritto ECG Holter per la valutazione, a tre mesi dall’intervento (come previsto dai protocolli di cura), della sospensione del farmaco anticoagulante (Coumadin). Per tale esame ho preso appuntamento in una struttura convenzionata di Macerata per il giorno 27 luglio scorso, dato che, al momento della prenotazione, mi è stato comunicato che il referto sarebbe stato consegnato entro 8-10 giorni dall’effettuazione dell’esame. In tale modo la tempistica risultava congrua con le esigenze di controllo espresse dagli specialisti.

Il 27 luglio mi sono presentata allo sportello accettazione per timbrare l’impegnativa e l’impiegata mi ha comunicato invece che avrei avuto il referto dopo un mese. Ho spiegato che era un tempo troppo lungo e la stessa mi ha invitato ad andare all’ambulatorio di Cardiologia, per parlare con il cardiologo in servizio quel giorno, Così ho fatto. Ma il cardiologo, con fare - diciamo - assai poco cortese, mi invita a riferire al mio cardiologo che il referto mi verrà consegnato alla fine di agosto perché lui deve andare in ferie, ed ancora che anche lui è un cardiologo, che peraltro esercita da più tempo del mio cardiologo, al quale devo anche dire che se continuo a prendere il Coumadin non succede niente. Sconcertata, non ho risposto e sono tornata a timbrare l’impegnativa.

Mentre mi stavo rivestendo dopo l’applicazione dell’Holter da parte del personale infermieristico, il “cortese” cardiologo entra nella stanza, senza peraltro bussare, e mi chiede di cosa mi ero operata, dove abito e come mai “ero capitata” dal mio cardiologo curante che sta all’ospedale di Iesi. Avute le risposte mi dice: “Prenda, prenda il Coumadin Signora, buongiorno”.

Il giorno dopo, quando mi sono recata alla Casa di Cura per togliere l’Holter, mi è stata ribadito che per sapere se è pronto il referto dovrò INIZIARE a telefonare non prima del prossimo 20 agosto.

Vi sembra plausibile che questa struttura convenzionata al momento dell’appuntamento garantisca certi tempi di risposta, in ragione dei quali il paziente effettua la scelta di accettare il servizio e non cercarlo altrove, e poi li smentisce in funzione della necessità di andare in ferie del medico che dovrà refertare l’esame? Non c’è un medico che sostituisce quello che va in ferie? Se non c’è, perché fanno esami che non possono essere refertati entro i tempi premessi e promessi, o comunque stabiliti. Perché non mi hanno avvertito che non era più possibile avere il referto nei tempi che mi erano stati detti, così che io avrei potuto prenotare altrove l’esame?

Sottolineo che, nell’attesa del ritorno dalle ferie del cardiologo refertante, io sono costretta a continuare ad assumere un farmaco – che ovviamente presenta effetti collaterali pari o forse maggiori di quelli di tanti altri - quando potrebbe non essere più necessario. Questo è buona qualità della sanità, è attenzione per il paziente, è efficienza ed efficacia?

A mio avviso" conclude la signora Appignanesi "il servizio erogatomi in questa occasione da questa struttura sanitaria convenzionata è pessimo, per più di un motivo".

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