Colpo di scena per Aerdorica. Soriano: "Sono ancora della partita, ma voglio parlare con Ceriscioli"
A me questa storia di Aerdorica non persuade. C’è sempre qualcosa che accade all’ultimo momento. Un colpo di scena inaspettato che va bene sì per le fiction a puntate, perché le rende interessanti e piene di suspense. Ma questa è pur sempre una società di capitali, la gran parte pubblici, che più tempo passa e più si avvicina al precipizio. Dopo i russi è sfumata pure l’opzione americana. E stavolta, dalle pagine di un quotidiano, è stato proprio il direttore generale della Soriano Group a mettere la parola fine alla trattativa.
Ma siccome non sono per niente convinto di come stanno andando le cose decido di sentire direttamente il principale interessato. Benché sicuro che non mi risponderanno mai, un tentativo lo faccio lo stesso. Provo a mandare una mail alla sede di New York chiedendo di parlare con Marco Soriano. Invece, appena un paio di ore dopo, mi risponde proprio lui. Vuol sapere il mio numero di telefono. Ci whattsappiamo (si scrive così?) e ci accordiamo che mi chiamerà lui stesso, lunedì pomeriggio.
Puntuale alle 18 proprio mentre inizia la partita della nazionale, mi chiama Marco Antonio Soriano, l’amministratore delegato della Soriano Group: due sedi negli Stati Uniti, una in Cina, una in Brasile ed un’altra in Argentina. Decidiamo di darci subito del tu, di evitare convenevoli e di venire al sodo senza tanti giri di parole. Soriano parla correttamente l’italiano, anche se il suo slang tende più al sudamericano.
Ho letto le tue dichiarazioni di sabato alla stampa e poi sul tuo profilo twitter, sulla volontà di ritirarti dall'ingresso in Aerdorica, ma di essere già pronto per un nuovo progetto. Mi puoi dire perché questo ripensamento improvviso sul Sanzio?
Con il presidente Ceriscioli avevamo accordi precisi. Il mio gruppo prima di decidere definitivamente l’acquisto di quote significative di Aerdorica, avrebbe dovuto per lo meno conoscere dal di dentro la reale situazione. L’acquisto della quota dell’uno per cento mi avrebbe dato il titolo formalmente necessario. Qualcuno però, all'ultimo momento, non ha rispettato i patti.
Tu avresti voluto però acquistare l’uno per cento della società per soli mille euro. Non ti è sembrata una vera e propria provocazione?
Ripeto, per noi era importante avere titolo, essere cioè formalmente legittimati a sedere al tavolo decisionale. Per questo avevamo già parlato con il dott. Goffi, amministratore delegato di Nuova Banca Marche. Andrea Del Vecchio aveva avuto dei colloqui in proposito con Pieralisi. Ogni cosa era stata predisposta in questo senso e non sembrava esserci nessun ostacolo. Poi, improvvisamente, tutto è saltato. Fin qui i fatti, con i relativi accordi. Ma se mi dici che la mia è stata una provocazione dimmi tu allora qual è il vero valore di mercato di un’azienda con 40 milioni di euro di debiti che rischia di non avere nemmeno la concessione dall'autorità di vigilanza.
La corsa di Del Vecchio sembra sia finita a causa di una divergenza di vedute insanabile, con il resto del C.d.A. a proposito di accordi con le organizzazioni sindacali. Credi che sia stato questo elemento ad influire, in maniera determinante, nei confronti del tuo gruppo?
Io non faccio politica, io faccio solo affari. Però posso dire che le intenzioni di Del Vecchio e la strada da lui intrapresa andavano nella direzione giusta. Un’azienda che perde sette otto milioni l’anno non può che prevedere una robusta cura dimagrante anche nel personale.
La nuova amministratrice unica, Federica Massei dichiara di non averti mai incontrato. Non ti sembra strano?
Sono venuto più volte qui nelle Marche, assieme ai miei collaboratori. Ti assicuro che ci siamo incontrati con la Massei.
Il Comune di Ancona dovrà mettere all’asta il suo 9% di partecipazione. Se sei davvero interessato puoi comprare quella quota.
A me non mi interessano aste e quote. Il mio interesse l’ho esplicitato ai vertici della Regione Marche con cui avevamo chiuso accordi e preso reciproci impegni. Accordi che, come hai visto, sono saltati non per colpa mia.
Arrivato a questo punto hai deciso che la trattativa è definitivamente interrotta o credi di poter riservare qualche forma di apertura?
Come ti dicevo prima, sono un uomo di affari. L’aeroporto delle Marche, pur essendo nei nostri interessi, non è il nostro unico interesse. Al punto in cui siamo arrivati, per riprendere i fili della trattativa, l’unico con cui sono disposto a parlare personalmente è il presidente Ceriscioli. Sempre che però mi dia determinate garanzie.
Allora mi stai dicendo che non è ancora scritta la parola fine.
Ti sto dicendo che come CEO di un importante gruppo internazionale sono disposto a parlare direttamente, cioè senza mediazioni, con il Presidente Ceriscioli per avere determinate e precise garanzie.
A questo punto l'intervista finisce qui, perché nella vicenda di Aerdorica riprende vita il capitolo degli americani. La pista che conduceva ai Soriano e che sembrava definitivamente chiusa, si riapre all'improvviso sia pure alle condizioni di Marco Antonio Soriano. La parola, a questo punto, passa direttamente al governatore Ceriscioli. Il presidente della giunta regionale, se è davvero ancora interessato ad avere come partner gli americani della Soriano Group, per la difficile sfida del rilancio del Raffaello Sanzio sa a chi rivolgersi e con quali modalità.
Intanto però c'è da registrare che oggi stesso (ieri per chi legge) le organizzazioni sindacali hanno annunciato di aver sospeso, in segno di distensione e a dimostrazione del loro rinnovato spirito di collaborazione, lo sciopero che avevano programmato per il 5 luglio.
La telenovela Aerdorica continua...
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