Cipolla replica all'architetto Silipo: "Con meri calcoli economici non rispetta l'umanità del porto"
"Eccoci di nuovo, ora è la volta dell’Architetto Andrea Silipo sostenere la validità e qualità del progetto Eurobilding (leggi qui), e anche lui lo fa nello stile del sig. Antonelli: a “gamba tesa”. Ricordo bene quando, proprio Antonelli, ha presentato il suo progetto ad un gruppo di persone, di cui facevo parte, il 28 gennaio di quest’anno. Non c’era nessun rispetto per la nautica attuale e, quando abbiamo parlato del possibile aumento dei costi molto chiaramente ha detto: il sig xxxxxxxx (per correttezza non dico il nome) quanto paga annualmente? Gli è stato risposto: circa 2.000 euro. <>'".
Ad affermarlo è PierLuigi Cipolla, uomo che da 30 anni vive il il porto civitanovese e da 30 anni è armatore di un'imbarcazione presso il Club Vela. Proprio nel Club Vela Cipolla ha mantenuto, per diversi anni, numerose cariche, compresa quella di Vice-Presidente ed è attualmente il Vice-Presidente del Madiere, associazione che opera all'interno del porto.
"Cambiamo il porto? Certo che agendo così lo cambiamo, ma è un cambiamento positivo? L’identità di Civitanova tanto decantata dal Comune quando deve fare delle manifestazioni promozionali della città non esisterebbe più, non esisterebbe più la socialità che esiste ora, la convivenza fianco a fianco tra barca e barca, tra l’imprenditore di successo, il piccolo pescatore, il professionista, l’artigiano ed il pensionato - aggiunge Cipolla -. Il dialogo aperto e spontaneo di questa umanità, il supporto reciproco che esiste in quest’area del mondo è invidiabile".
"Non ci interessa un progetto del genere a quel costo sociale - precisa PierLuigi Cipolla -. Certo, i grandi progetti che guardano ad un futuro vanno valutati, Milano ne ha fatti due veramente eccezionali: la sistemazione della Bicocca e piazza Gae Aulenti ma, la prima era un’area industriale dismessa, la seconda era ormai un terreno incolto abbandonato. Provi il sig. Architetto Andrea Silipo a portare un progetto rivoluzionario per il territorio come vorrebbe fare ora, non rispettando l’attuale presenza, a farlo in via Padova, una zona della città milanese lunga 5 Km, vogliamo parlare del degrado che a tratti incontriamo tra quella zona ed il porto di Civitanova?" si domanda ancora l'armatore.
"E Lei, sig. Architetto, non sta rispettando l’umanità che vive il porto, sta semplicemente facendo dei meri calcoli economici ad interesse di pochi, non delle almeno 2.000 persone che hanno interessi di vita nel porto - sottolinea Cipolla -. Lei parla di accordi con grandi alberghi, con aziende nautiche, ma degli attuali fruitori, che Loro, hanno negli anni realizzato il porto, nulla, tace, non esistono, sono unicamente dei numeri e dei portatori di valori che non contano. E Lei vorrebbe che questi attuali fruitori che hanno sempre pagato per ciò che hanno realizzato ed usano, cedessero i loro spazi ad un monopolista e ricomprassero da Lui questi spazi al prezzo da Lui deciso?"
"E’ vero, il calzaturiero ha avuto una grande retrocessione, un’attività molto intensa vissuta per anni da grandi aziende e da bravi artigiani, ma i civitanovesi, popolo attivo, come tutti i marchigiani, non si sono fermati a piangerci sopra, hanno trovato sistemazioni diverse, e nelle zone industriali abbiamo eccellenze che superano fatturati da 200 milioni i cui titolari hanno a cuore la socialità della loro azienda, sanno che è un valore che genera ricchezza - conclude Cipolla -. Sig. Architetto, il modo corretto di progettare un futuro è quello di riportarci alla base della vita, la sua essenza, costruiamo cose nuove, cose belle, cose che guardano ad un domani, ma rispettiamo i valori che sono base della nostra civiltà, e della nostra convivenza, ammirata e invidiata da tutto il mondo, la capacità di vivere italiano non è un down, noi non siamo solo un popolo di pasta e mandolini, noi abbiamo insegnato al mondo, come lo insegniamo ora, noi siamo gente di genio che sa anche vivere, vivere in up, sig. Architetto non tutto può valere la pena di trasformare e valutare in mero danaro".
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