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Camerino, l'appello al commissario Castelli sulle demolizioni in centro: "Patrimonio artistico a rischio"

Camerino, l'appello al commissario Castelli sulle demolizioni in centro: "Patrimonio artistico a rischio"

L'appello rivolto al senatore Guido Castelli, commissario straordinario per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2016, esprime una profonda preoccupazione per le demolizioni previste nel centro storico di Camerino; molti edifici, apparentemente insignificanti dal punto di vista architettonico, nascondono in realtà strutture medievali e rinascimentali di grande valore storico. I firmatari, esperti studiosi della storia della città, chiedono che, prima delle demolizioni, vengano rimossi gli intonaci per preservare e documentare eventuali testimonianze storiche e propongono, inoltre, la creazione di una "banca della pietra antica" per conservare i materiali recuperati. Il fine è quello di evitare la perdita irreparabile del patrimonio culturale di Camerino.

Questo il testo dell’appello:

“Vorremmo con questo nostro appello presentarLe la nostra grande preoccupazione per le demolizioni che dovrebbero concernere il centro storico di Camerino. Molti edifici della città si presentano infatti con il volto della ricostruzione ottocentesca e ricoperti di intonaci, privi quindi del vincolo specifico della Soprintendenza, benché al di sotto di tale copertura celino segni del passato tre-quattrocentesco della città coi suoi palazzi pubblici, i suoi palazzi porticati, i suoi fondaci dell’intraprendente ceto mercantile medievale.

Le scorse demolizioni di un palazzo apparentemente di nessun pregio architettonico hanno poi rivelato la presenta di un edificio del Trecento: purtroppo a demolizione avvenuta è rimasto solo un mucchio di pietre antiche. È in programma la demolizione di un palazzo in Piazza Sant’Angelo (oggi Piazza Garibaldi), anch’esso all’apparenza di valore architettonico non straordinario, ma che cela al di sotto degli intonaci il porticato quattrocentesco in pietra del Capitano del Popolo, la famosa “trasanna” sotto la quale si è dipanata tanta parte della storia di Camerino. Da anni ci occupiamo di questa città, e cerchiamo di studiarne la storia e constatiamo che il suo patrimonio romano, medievale e rinascimentale non è del tutto perduto: esso è spesso solo celato, ed una demolizione che non rimuova preventivamente gli intonaci può rivelarsi disastrosa per quanto non è ancora noto, ma presente.

Sappiamo che la situazione della ricostruzione è grave e la stanchezza degli abitanti è molta, ma quale prospettiva per una città d’arte come Camerino? Quale turista verrà a visitarla se non vi saranno testimonianze antiche che lo attraggono? Ma verrebbe da aggiungere quel che tanti camerti ci hanno confidato: “ Se Camerino non sarà più la stessa, avrà un senso affrontare sacrifici per tornarci a vivere o ce ne andremo altrove? Se non rivediamo il suo volto antico, che senso ha più il centro storico?” Facciamo altresì notare, davanti alla consueta obiezione del ritardo già accumulato, che, così come lo scavo preventivo accelera e non rallenta i lavori stradali, così un’indagine preventiva eviterebbe il blocco dei lavori necessario per legge, laddove emergessero evidenze importanti, alcune delle quali sono già individuabili.

Le chiediamo quindi, avendone Lei le facoltà a livello legislativo, un intervento perché, senza oneri aggiuntivi per i proprietari, si segua l'esempio lungimirante di Firenze dopo l'alluvione del 1966 e si provveda alla preventiva rimozione degli intonaci degli edifici in via di demolizione e ad un’attenta valutazione di essi da parte degli organi preposti. A tal proposito mettiamo a disposizione fin d’ora gratuitamente qualsiasi competenza, notizia storica o studio inedito da noi effettuato sulla città in questi anni di interesse ed amore per Camerino.

Laddove davvero si rivelasse, dopo attento esame, un’effettiva impossibilità di preservare le strutture antiche e la loro demolizione dovesse essere l’unica soluzione, chiediamo almeno che esse vengano documentate fotograficamente perché ne resti almeno memoria storica per i posteri e che si preservino gli elementi di pregio ed anche le pietre del Tre-Quattrocento in un’eventuale “banca della pietra antica” a disposizione dell’amministrazione pubblica per i restauri in città. Essendo la materia così capitale e delicata, ed essendo certi che un domani ci pentiremo di non aver fatto il possibile per preservare il passato, abbiamo voluto esprimerLe queste nostre preoccupazioni, pronti a dare tutto il nostro contributo nella ricerca di soluzioni alternative, che sono ancora possibili e anzi doverose”. 

Appello a firma di: Mons. Sandro Corradini Matteo Mazzalupi D. Stefano Carusi Claudio Cingolani Andrea De Marchi Giuseppe De Rosa Emanuela Di Stefano Pier Luigi Falaschi Leonardo Lolli Fiorella Paino Simonetta Stopponi Giulio Tomassini Corrado Zucconi Galli Fonseca

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