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"Benvenuti", viaggio all'interno dell'Hotel House tra umanità e illegalità (FOTO E VIDEO)

"Benvenuti", viaggio all'interno dell'Hotel House tra umanità e illegalità (FOTO E VIDEO)

“Benvenuti”. Intimorita forse dalla divisa o dalla macchina fotografica, con un accenno di sorriso, una ragazza africana al quinto piano dell’Hotel House, ci ha accolto così in quella che per lei è la sua casa.

C’è chi sale con in mano le bombole di gas, chi scende i sedici piani con la bici in mano. Poi materassi, frigoriferi, vetri rotti. Mozziconi di sigarette, uno stecco di gelato, della frutta caduta forse accidentalmente da un canestro, una bustina di “Gaviscon”. Tutto sopra a una moquette verde che ormai non c’è più e avvolto da pareti che hanno dimenticato il loro colore originario. E poi tanti bambini, circa 400, che ridono e scherzano rincorrendosi su e in giù per le scale. Per capire a che piano siamo basta girarsi sulla destra, dove dall’uno al sedici, con un pennarello nero o bianco, i numeri sono scritti sul muro.

I cassonetti della spazzatura sono colmi fino all’orlo e ce n’è altrettanta all’interno dell’edificio. Un unico ingresso e un porticato con supermercati, lavanderia, due bar e qualche altro negozietto. Una volta dentro all’edificio il forte odore entra subito nelle narici ed esce dopo qualche ora che si è lasciato l’Hotel House.

I Carabinieri sono tutti schierati per procedere con una delle tante operazioni di tipo amministrativo che eseguono durante i mesi all’Hotel House: un lavoro giornaliero e costante per garantire la massima sicurezza agli inquilini del palazzone multietnico. La stazione di Porto Recanati, i Forestali, i Cinofili da Pesaro e la Polizia Municipale; tutto sotto gli occhi vigili del Quinto Elinucleo di Pescara che sorveglia da lontano la zona con l’elicottero.

All’Hotel House vivono circa due mila persone nel periodo estivo, un sesto della popolazione di Porto Recanati. 17 piani, 480 appartamenti, oltre 40 etnie diverse che ogni giorno si mescolano, si incontrano e si salutano salendo e scendendo a piedi i sedici piani. L’ascensore è fuori servizio da anni, come la corrente elettrica in alcuni punti. Il condominio ha anche un milione di euro di debiti in merito al pagamento dello stipendio dei vecchi portinai ed è attualmente sprovvisto di un amministratore.

Per alcuni 60 metri quadri è la misura dell’umanità mentre per molti altri dell’illegalità. Un tavolo, qualche sedia, una cucina spartana, il bagno e alcuni materassi. Per acquistare un appartamento, soprattutto se al sedicesimo piano, possono bastare appena 3.500 euro. Circa un centinaio dei locali sono stati acquistati negli anni ’70 da persone che vivevano fuori Regione. Un mutuo necessario per accaparrarsi uno degli appartamenti di quello che doveva essere un grande palazzo a vocazione turistica. Così non è stato. Negli anni è andato tutto scemando e i proprietari degli immobili non ne hanno voluto più sapere nulla, lasciando i mutui da pagare alle banche.

“Procediamo quotidianamente con controlli di tipo amministrativo per vedere se chi si trova all’interno degli appartamenti è l’effettivo titolare dell’immobile e se è regolare sul territorio nazionale – ci spiega il Maggiore Enzo Marinelli, Comandante della Compagnia di Civitanova Marche che ci ha accompagnato, insieme al luogotenente Giuseppino Carbonari e ai suoi uomini, in questo viaggio -. Un’attività che viene intensificata soprattutto nel periodo estivo quando molti appartamenti vengono dati in subafitto o spesso, occupati abusivamente.”

L’Hotel House, come ci insegnano le cronache locali, è stato anche teatro, anni fa, di omicidi. “Leggendo la cronistoria dell’Hotel House ci sono stati questo tipo di episodi – racconta il Maggiore Marinelli -. Noi cerchiamo ogni giorno di tenere alta l’asticella del controllo per fare in modo che determinate criticità legate allo spaccio di sostanze stupefacenti non portino a gravi e violenti scontri tra bande contrapposte. Scontri che possono culminare anche nel peggiore dei modi.”

Il 2015 sicuramente ha segnato una svolta per la storia del condominio – prosegue il Comandante -. È stata messa in campo un’attività interforze da parte della Prefettura, che ha sempre dimostrato una grandissima attenzione per la situazione dell’Hotel House, dei Vigili del Fuoco, dell’Asur, della Polizia. Abbiamo “mappato” gli appartamenti in modo da avere un quadro certo e preciso di chi li occupava. Da quel momento, molti soggetti che sono stati muniti del foglio di via obbligatorio, si sono allontanati e hanno lasciato l’edificio. Dall’altro lato noi abbiamo proseguito con le attività preventive.”

Mentre parliamo con il Maggiore siamo al quinto piano. Gli uomini del Comandante fanno allontanare una giovane coppia dall’appartamento che stava occupando abusivamente e i due vengono portati in caserma. Non ci risparmiano alcune parole non proprio al miele perché siamo lì a testimoniare quanto accaduto. “Giornalista testa di c***o”. Mentre loro scendono, noi cerchiamo di raggiungere a piedi il penultimo piano e incontriamo i sorrisi dei tanti bambini che forse, come unico gioco, hanno questo sali e scendi dalle scale. Una donna incinta, un gruppo di ragazzi che forse sta andando al mare, chi porta una cesta di frutta. In questo marasma di persone e di odori il cane antidroga fiuta qualcosa: un giovane viene perquisito. Non c’è niente nel suo zaino e i suoi documenti sono ok.

“Qui c’è un problema di carattere sociale, soprattutto perché attualmente il condominio è sprovvisto anche di un amministratore in quanto il precedente è morto circa un mese fa – ci spiega il Maggiore Marinelli -. La Prefettura, il Comune e gli altri attori pubblici hanno avviato delle attività per far rivivere l’Hotel House nel rispetto delle regole della civile convivenza. Bisogna continuare su questa strada anche se tutti sappiamo che quella che abbiamo ancora da percorrere è molto lunga. Rispetto a qualche anno fa c’è certamente stata una inversione di tendenza che, negli anni, potrebbe portare a un notevole miglioramento: è fondamentale continuare tutti insieme in questa direzione perché l’alternativa sarebbe l’abbattimento.”

Il 70% delle persone vive regolarmente all’interno dell’Hotel House, ci sono famiglie regolari sul territorio nazionale che hanno anche un lavoro. Il 30% invece vive in clandestinità svolgendo attività illegali come lo spaccio e i reati contro il patrimonio. Molti altri invece restano qui per un periodo, prendono la residenza è poi se ne vanno all’estero.

Sono proprio gli ultimi piani quelli più difficili da tenere sotto controllo. “Qui gli inquilini cambiano ogni giorno – ci spiega il Maggiore Marinelli -. Le scale esterne sono inagibili e quindi sono state chiuse ma nonostante ciò c’è un grande via vai di persone.” C’è infatti chi lascia sul campanello della porta una targhetta con il proprio nome e numero di telefono per rivendicare la proprietà dell’appartamento.

Proprio al sedicesimo piano i Carabinieri sono intervenuti e, alla fine dei controlli di rito, hanno portato in Caserma un cittadino clandestino e altre persone sprovviste del contratto di affitto dell’appartamento e con documenti falsi.

Scendiamo, sempre vigili e attenti che nulla possa caderci in testa mentre stazioniamo nel cortile del palazzo. Le persone fermate vengono portate tutte in Caserma e lì i Carabinieri controlleranno la loro posizione. I militari lo sanno, alcuni di loro sono delle facce viste e riviste. Molti altri invece potrebbero non avere nemmeno un nome o un paese di origine perché all’anagrafe non sono mai stati registrati. Molti di loro l’anagrafe non sanno nemmeno cosa sia.

Nell’Hotel House convivono l’illegalità e l’umanità, convivono gli spacciatori e le donne incinte, convivono gli occupatori abusivi degli appartamenti ma anche 400 bambini. Forse sono proprio loro che bisognerebbe tutelare maggiormente sperando che la prossima volta che li andremo a trovare possano offrirci un bel caffè sul loro divano di casa.

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