Anziani e sisma, l'anello più debole di una società in emergenza. Girolami (Spi Cgil): "Aiutiamoli a reagire"
La vecchiaia è la più inattesa tra le cose che possono capitare all’uomo, diceva lo scrittore russo Lev Tolstoj. Un po’ come il terremoto che arriva all’improvviso, scuote la terra e la vita di ognuno di noi. E nulla è più come prima.
Reagire a un evento così drammatico non è facile per nessuno, soprattutto per gli anziani. “Un terzo della popolazione dell’alto maceratese colpita dal sisma è anziana. Trentaduemila sfollati di cui all’incirca diecimila anziani” racconta Massimo Girolami segretario provinciale dello Spi Cgil, lo stesso sindacato che in Umbria ha stimato come, in seguito agli sconvolgimenti psicofisici, il numero di morti sia aumentato.
“È un dato che ci risulta difficile da raccogliere – dice Girolami – anche se sicuramente le fragilità degli anziani sono maggiori rispetto agli altri abitanti colpiti. In paesi come Ussita, Visso, Castelsantangelo sul Nera vivono, anzi vivevano, per lo più persone di una certa età con problemi di mobilità e in molti casi soli”.
Uomini e donne con problemi di mobilità, con malattie degenerative (Alzheimer, Parkinson, demenza senile) che non hanno la stessa possibilità e lucidità di affrontare il dramma del terremoto.
“Dal giorno dopo il sisma di agosto, lo Spi e i volontari dell’Auser di Camerino si sono rimboccati le maniche per aiutare i tanti anziani in condizioni di fragilità: li abbiamo accompagnati nelle strutture ricettive e sanitarie, abbiamo cercato di fare da mediazione e supporto psicologico, abbiamo ascoltato le loro necessità”.
Una emergenza a cui il sindacato e i volontari hanno cercato di far fronte con le proprie forze perché sono i nonni i più deboli della catena: “Le strutture ricettive vanno da Senigallia alle coste abruzzesi, noi abbiamo cercato di riunire gli anziani provenienti dallo stesso posto per permettere loro di ricostruire una comunità”, conclude Girolami "Un modo per farli sentire più a casa, anche se hanno perso tutto".
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