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Aborto, minacce all'assessore Latini: "indegne da chi si proclama difensore delle donne"

Aborto, minacce all'assessore Latini: "indegne da chi si proclama difensore delle donne"

"La storia ce lo insegna, andiamo a bruciargli casa”, è quanto apparso in un cartello lasciato ieri a Macerata dalle reti per i diritti delle donne, che in questi ultimi giorni hanno organizzato, in Provincia e nell’Anconetano,  flash mob e presidi davanti ai distretti sanitari per protestare contro l’opinione espressa dall’assessore Giorgia Latini in merito al tema dell’aborto.

L’assessore era stata oggetto di critiche per la sua posizione riguardo la somministrazione della pillola Ru 486 nei consultori e la volontà di rivedere le linee ministeriali sul tema. Ieri,  l’attacco diretto a Latini da parte dei manifestanti, con il cartello apparso all’esterno di un consultorio di Macerata.

La diretta interessata, l'assessore regionale Giorgia Latini ha affermato: "Sono espressioni che non si addicono a persone che hanno a cuore la libertà delle donne, visto che incitano violenza contro una donna.

Ho già ribadito in consiglio che ognuno è libero di scegliere secondo coscienza, ma quando la scelta di abortire è condizionata da mancato sostegno psicologico e da problemi economici, le istituzioni e la società non possono abbandonare la donna in difficoltà e devono fare di tutto per sostenere la maternità e la vita tutelando la salute della donna.
Ho ribadito anche che ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero qualora questo non scada in insulti e minacce come è accaduto nei miei confronti".

“Esprimo vicinanza e sostegno all'assessore Giorgia Latini, oggetto di questo violento attacco, solo per aver espresso la sua legittima e personale opinione in merito alla difesa della vita e al sostegno alla maternità”, ha dichiarato il presidente regionale Francesco Acquaroli. “Condanno e rifiuto questa violenza verbale che da molti anni non apparteneva al dibattito nella nostra regione. Si possono avere legittimamente opinioni divergenti, senza però mai scadere nelle minacce”.

Sulla stessa lunghezza d’onda del presidente, il consigliere regionale Elena Leonardi: 

"Da donna e da rappresentante delle Istituzioni esprimo vicinanza e sostegno all'assessore Giorgia Latini oggetto ieri di gravi ed inaccettabili minacce per aver espresso la propria personale e legittima posizione riguardo la maternità e la tutela della vita. Ognuno è libero di avere le proprie opinioni in merito all'interruzione di gravidanza ma la L.194 è chiara quando parla di superamento delle cause di ordine sociale ed economico che portano a scegliere l'aborto, per questo è un dovere delle Istituzioni sostenere le donne in difficoltà perchè quella non diventi una scelta obbligata. Auspico una condanna unanime delle minacce da parte di tutto il mondo politico, il confronto legittimo non deve scadere in minacce ed insulti. ". Così in una nota il Consigliere regionale Elena Leonardi Presidente della IV Commissione sanità e politiche sociali.

Critiche unanime alla scritta apparsa sul cartello anche da parte degli esponenti regionali della Lega.

“L'integralismo, purtroppo, non ha colore. Chi davvero lotta per i diritti di qualcuno non fa minacce come quelle che sta subendo il nostro assessore regionale Giorgia Latini a cui va tutta la nostra solidarietà. Che siano sconsiderati o militanti politici la sostanza non cambia per chi, come la Lega, crede nella democrazia: ruoli amministrativi, opinioni, proteste se democratiche nulla devono avere a che fare con la barbarie che è sempre e comunque da condannare. Sull'aborto la scelta spetta solo alla donna, che è padrona del suo corpo. Alle istituzioni spetta non lasciare le donne sole, determinando le condizioni sociali e sanitarie perché la scelta possa essere adeguatamente ponderata ed effettuata in completa sicurezza.”

Lo dichiarano il commissario on. Riccardo Augusto Marchetti ed i consiglieri regionali della Lega Marche.

Solidarietà a Giorgia latini è stata espressa anche da Forza Italia, tramite le parole di Jessica Marcozzi e Francesco Battistoni

"Incitare alla violenza è sempre sbagliato, ma quando si prende di mira la sfera personale e, in questo caso, la famiglia, è ancora peggio".

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