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Attualità Tolentino

A due anni dal sisma, il dossier dell'associazione Città in Comune di Tolentino

A due anni dal sisma, il dossier dell'associazione Città in Comune di Tolentino
Dall'associazione Città in Comune riceviamo e pubblichiamo
 
A due anni dal sisma dell’ottobre 2016 l’associazione Città in Comune ha elaborato un resoconto politico sulla gestione del post terremoto a Tolentino che sarà reso noto nelle prossime settimane e che anticipiamo nei suoi punti salienti.
I conti sono presto fatti: la città dei 3200 sfollati, la più grande del cratere, non ha approntato alcuna struttura abitativa di emergenza. Solo in questo mese di ottobre è partito il piano di acquisizioni di abitazioni da costruire o costruende con cui il Comune pensa di dare risposta all'emergenza abitativa: forse l’emergenza del prossimo terremoto, che speriamo non arrivi prima dei prossimi due secoli, non certo la risposta alle oltre 200 richieste di casette di legno o Strutture Abitative di emergenza che giacciono in Comune. 
In attesa di avere delle risposte o di un sussulto di orgoglio di qualche frangia della maggioranza, l’analisi dei fatti restituisce l’evidenza della sconfitta di un sindaco e purtroppo di tutta la città.
Il lungo elenco delle inefficienze e delle lacune comprende: l’incompetenza e l’incapacità nell'ottemperare ai compiti dell’ente comunale e nel saper utilizzare appieno le opportunità concesse dalla normativa sul terremoto; le scelte incomprensibili e penalizzanti verso le principali scuole primarie e verso gli edifici pubblici della nostra città; l’assoluta fumosità e inconcludenza degli impegni sul recupero dell’ospedale; la vergogna dei moduli container, divenuti la baraccopoli di Tolentino; la completa mancanza di SAE e i tempi inaccettabili per ridare una casa agli sfollati e sottrarli dal mercato degli affitti capestro; la triste e ridicola telenovela del capannone rosa; l’isolamento a cui Pezzanesi ha condannato la città, chiusa ai territori circostanti e incapace di fare rete con l’entroterra montano, di cui invece dovrebbe essere il naturale primo interlocutore territoriale; l’autoreferenzialità di ogni scelta e di ogni percorso, il rifiuto di relazionarsi con le altre realtà politiche del comune; la mancanza di trasparenza, la chiusura al confronto sulle scelte urbanistiche che condizioneranno la città per i decenni a venire.
È ora che Pezzanesi renda conto politicamente e moralmente alla città di tanta inefficienza e sciatteria, a due anni dal sisma è tardi per tutto e ogni proclama è oramai solo una ignobile presa per i fondelli. Si deve cambiare strada.
Ci appelliamo a quella parte della maggioranza che in talune occasioni ha evidenziato una maggiore sensibilità verso i temi della partecipazione e della condivisione affinché si possa invertire la rotta di una gestione del post terremoto sin qui fallimentare. 
Come primo segnale di questo necessario cambio di rotta Città in Comune chiede con forza che si tenga subito un consiglio comunale aperto a tutti i cittadini in cui poter condividere il difficile percorso della ricostruzione pubblica e privata post sisma.
Se Pezzanesi continuerà a rifiutarsi di confrontarsi con tutte le forze della città il nostro obiettivo politico si adeguerà di conseguenza."
 
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