A che punto può arrivare l’avidità di una compagnia di assicurazione? Il drammatico caso Beqaj
Il caso che sta emergendo nella cronaca di questi giorni è uno dei mille casi di cittadini vittime di incidenti che sono costretti a lunghe e logoranti battaglie legali per essere risarciti dalle compagnie assicurative: quel che lo fa risaltare è la drammaticità della situazione, e specularmente la spaventosa insensibilità della Vittoria assicurazioni, la compagnia coinvolta. Agron Beqaj è un giovane papà ventisettenne kosovaro, che nel dicembre 2013, quando aveva soli 23 anni, vide la sua vita e la sua famiglia distrutta, a causa di un incidente stradale. Si trovava in auto con la sua giovane moglie Edona, e il loro figlioletto Blinard di soli nove mesi, quando furono investiti da un’altra vettura che viaggiava a 180 chilometri orari, in una strada con limite 110 chilometri all’ora, sotto una forte pioggia. Nel catastrofico impatto il figlioletto rimase miracolosamente illeso ma Agron ed Edona ebbero la peggio. La moglie perse la vita, mentre Beqaj riportò lesioni talmente gravi che da allora è invalido al 100%, ha dovuto affrontare costosissime cure mediche, e tutt’ora necessita di assistenza extra sanitaria 24 ore su 24.
Questa situazione così difficile per Beqaj e la sua famiglia, è resa ancora più drammatica dal rifiuto della compagnia di assicurazione Vittoria di riconoscere il giusto risarcimento. Le sole spese mediche e l’assistenza extra sanitaria successiva sono state quantificate in circa 2 Milioni e Mezzo, per non parlare dei tre anni di mancati guadagni per il fatto di non lavorare. L’indennizzo complessivo che l’assicurazione ha proposto è stato di soli 490.000 €. Le sole lesioni subite dal povero Beqaj, stando alle tabelle medie previste per gli indennizzi in seguito a incidenti stradali, comporterebbero un risarcimento pari a 830.000 €. Per non parlare della morte della povera moglie Edona. L’assicurazione ha provato a contestare il fatto che Beqaj non avesse colpa nell’incidente, cosa invece appurata dal Tribunale; in seguito ha provato a contestare che i due giovani fossero effettivamente conviventi; ha provato ancora ad appellarsi ad interpretazioni non ortodosse di altre norme di legge che permettessero scappatoie per diminuire l’entità dell’indennizzo. Raffaele Gerbi, Direttore Generale della Professional & Partners, si è preso a cuore il caso, ed ha provato a intavolare una trattativa con la Vittoria Assicurazioni. Per ora la compagnia assicurativa ha optato per la “tattica” di chiudere la porta a qualsiasi conciliazione, di modo da dilungare i tempi e fiaccare la determinazione della famiglia di Beqaj, di modo che si accontenti di un risarcimento inferiore. Considerato che siamo obbligati per legge a sottoscrivere costose polizze RC Auto, è poi questo quello a cui dobbiamo andare incontro, se malauguratamente rimaniamo vittime di gravi incidenti?
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