L’amministrazione comunale di Tolentino, vista l’estrema vicinanza della comunità locale a San Nicola, ne richiede la sua elezione a compatrono della città. La Giunta Sclavi ha deliberato di sottoporre al consiglio comunale la proposta.
Da tempo immemore il patrono della città di Tolentino è San Catervo, cioè Flavio Giulio Catervo, senatore e politico romano vissuto nel IV secolo dopo Cristo e ritiratosi a Tolentino.
La tradizione agiografica vuole che Catervo sia stato il primo evangelizzatore della città e proprio ciò abbia comportato il martirio per lui e la sua famiglia. Sul luogo del mausoleo dedicato a Catervo e alla sua famiglia sarebbe poi sorta l'attuale chiesa cattedrale di Tolentino.
La comunità di Tolentino, oltre al legame con San Catervo, ha via via intensificato quello con San Nicola da Tolentino, frate dell'Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino, canonizzato dalla Chiesa cattolica nel 1446, la cui ricorrenza si celebra il 10 settembre.
San Nicola da Tolentino fu il primo santo dell’ordine agostiniano, venerato già in vita e sin dalla sua morte e riconosciuto per le sue virtù anche prima della formale canonizzazione. Il Santo è attualmente patrono di varie città d’Italia e dell’Unione Montana dei Monti Azzurri ed è riconosciuto quale patrono delle anime del Purgatorio e della Chiesa universale nei problemi riguardanti l'ecumenismo.
La sua tomba è oggetto di venerazione da pellegrini provenienti da molte parti d’Italia e la comunità tolentinate lo ricorda ogni anno con solenni celebrazioni in occasione dell’anniversario della sua morte (per l’appunto il 10 settembre) e della concessione dell’indulgenza plenaria per chi ne visitasse la tomba per la ricorrenza, effettuata da papa Bonifacio IX (1389-1404) con propria bolla (il cosiddetto "Perdono").
La dedizione della città verso Nicola da Tolentino è inoltre dimostrata dalla frequente dedicazione di numerosi suoi figli al santo: allo stato attuale risultano 121 cittadini residenti con il nome collegato a San Nicola.
Il riferimento normativo della Chiesa cattolica sull’elezione dei santi patroni prevede che nell’accezione liturgica il patrono è "colui che, per antica tradizione o legittima costituzione, è celebrato come protettore o avvocato presso Dio".
La medesima norma prevede che il patrono sia uno, ma che per particolari ragioni sia possibile aggiungerne un altro; che sia possibile eleggerlo attraverso petizione di istituzioni e che, in tal caso, l’approvazione dell’elezione vada proposta alla Santa Sede.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall'avv. Oberdan Pantana,“Chiedilo all'avvocato”. In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato tematiche riferibili al rapporto tra moglie e marito e nello specifico le cause che possono portare all’addebito della separazione dei coniugi.
Di seguito la risposta del legale Oberdan Pantana alla domanda posta da un lettore di Macerata che chiede: “Se mia moglie non cucina posso chiedere la separazione con addebito?”
Il caso di specie ci rimanda ad una vicenda recentemente definita giudizialmente, nella quale il coniuge si è lamentato dinanzi al giudice, spiegando che «la moglie ha mostrato negli anni un contegno di disinteresse e di indifferenza per il partner, contegno teso a violare gli obblighi coniugali della collaborazione e della contribuzione nell’interesse della famiglia» nonché a far mancare «l’assistenza materiale e morale»; in particolare, l’uomo parla di «comportamenti manifestati nel rifiuto» della moglie «di predisporre piatti caldi, piuttosto che lavare gli indumenti personali», e aggiunge, in sostanza, di avere spesso «provveduto a fare la spesa» e di essersi spesso recato «a consumare la colazione a casa della madre», la quale poi provvedeva «a lavargli gli abiti da lavoro».
A tal proposito risulta utile ricordare che, «a seguito del matrimonio i coniugi assumono gli stessi diritti e gli stessi doveri, sono tenuti all’obbligo reciproco di fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia ed alla coabitazione»; insomma, moglie e marito «sono posti su un piano del tutto paritario», e di conseguenza, «non è previsto che su un coniuge siano addossati tutti i compiti di cura della casa e della prole, poiché entrambi i coniugi sono tenuti a svolgere le stesse mansioni, e ciò anche nell’ipotesi in cui uno solo di essi lavori, poiché non sarebbe ammissibile una situazione di sottomissione dell’altro partner a svolgere lavori di mera cura dell’ordine domestico, al quale sono peraltro tenuti anche i figli, nell’ottica di una educazione responsabile».
Alla luce di tali considerazioni, ed in risposta al nostro lettore, risulta corretto affermare che, “Moglie e marito pari sono. Anche nella suddivisione dei compiti per portare avanti materialmente ogni giorno la famiglia, come, ad esempio, cucinare, fare la spesa e lavare i panni. Ciò comporta che l’uomo non può addebitare la crisi della coppia alla consorte che non si comporta da casalinga provetta e in servizio permanente” (Tribunale di Foggia, sentenza n. 1092/21, Sez. I Civile, depositata il 05.05.2021). Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Scendono a 160 i ricoveri legati al Covid-19 negli ospedali marchigiani, -2 su ieri: 5 in terapia intensiva (+1), 4 in semi intensiva (invariato), 151 in reparti non intensivi (-3). Questo è quanto si evince dall'ultimo report dati della Regione Marche.
Nelle ultime 24 ore sono stati inoltre rilevati 841 nuovi casi su 1.618 tamponi analizzati, mentre l'incidenza continua a scendere da 475,86 a 457,38 su 100mila abitanti. I nuovi casi di positività in una settimana sono 6.878. Nell'ultima giornata sono stati registrati due decessi, che fanno salire il totale a 4.147. Ci sono poi 24 persone in osservazione nei pronto soccorso. Le persone in quarantena o isolamento domiciliare sono 9.930 (ieri 10.115), di cui 37 con sintomi.
Serviva fare il punto della situazione sul processo di ricostruzione post sisma legata a tutto il Centro Italia e - più nello specifico - alla provincia di Macerata con i suoi 47 comuni. A fronte di progetti che ancora faticano ad essere redatti e presentati per motivi tecnici (legati in egual misura a cittadini e professionisti) e a tutta una serie di procedure ben definite sulla carta ma puntualmente ostacolate da ciclici fattori (oggi, il caro energia e delle materie prime), l’unico dato fin qui certo è il termine stabilito al prossimo 20 dicembre entro il quale i residenti di SAE e CAS dovranno dichiarare i requisiti per continuare o meno a usufruire dei benefici di assistenza. Altrimenti, scatterà la massima di affitto delle casette per una spesa che ruoterebbe intorno ai 46 euro mensili.
“Le difficoltà sono quelle note - spiega in un’intervista esclusiva per Picchio News il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Giovanni Legnini - e che ogni giorno ci comunicano i cittadini, i professionisti e i sindaci, legati alle conseguenze di questa esplosione dei prezzi e del caro energia. Abbiamo già adottato provvedimenti importanti e incisivi, ma comunque si richiedono adeguamenti, modifiche progettuali, computi metrici”.
“Tutto questo naturalmente ha portato a un rallentamento - prosegue - a cui si aggiungono in questo momento storico formule come 110 %, gli interventi sulle opere pubbliche, i fondi PNRR. Ci auguriamo che la situazione corrente possa essere invertita il prima possibile”.
E sul nuovo esecutivo targato Giorgia Meloni: “Mi aspetto che il governo continui a sostenere quanto fin qui realizzato all’interno di tutta Italia centrale: di portare avanti il lavoro magari cambiando o integrando ciò che riterrà opportuno nel percorso riguardante il codice della ricostruzione. Bisogna attingere alle migliori conquiste di questi ultimi anni, e puntare al più presto sull’istituzione di un apposito dipartimento in grado di seguire attentamente le operazioni d’intervento”.
Di seguito il servizio completo:
Si è tenuta oggi pomeriggio presso l’Aula Iacoboni del Tribunale di Macerata la presentazione del libro “Il disordine tributario. Economia contemporanea al tempo del Covid-19”, firmato dal docente Unimc Giuseppe Rivetti, alla presenza della presidente dell’Ordine degli avvocati Maria Cristina Ottavianoni, il presidente del Tribunale Paolo Vadalà, il presidente dell’Ordine consulenti del lavoro Riccardo Russo e il presidente ODCEC Luca Mira.
Ad impreziosire l’incontro, la partecipazione di numerosi giovani studenti dell’Università di Macerata, di rappresentati istituzionali locali e quella del Commissario Staordinario alla Ricostruzione post sisma Giovanni Legnini. “Il mio è stato un tentativo per cercare di comprendere le ragioni che sono alla base di numerose asimmetrie fiscali - ha spiegato Rivetti in un’intervista pre conferenza - che a loro volta determinano una serie di negatività a livello economico, in ambito nazionale ed europeo".
“Anche sul piano locale - prosegue - l’attenzione di concentra sul fenomeno delle delocalizzazioni progettate da aziende come la Elica di Fabriano o la Whirpool, che hanno trovato in altre realtà europee come la Polonia un sistema fiscale più attrattivo rispetto a quello italiano: il che ha chiaramente un’incidenza sulla questione tributaria. In questo senso, se vogliamo tornare ad essere competitivi dovremmo abbassare i livelli di tassazione, ridimensionare i tempi della burocrazia, ridurre il costo del lavoro molto piu basso”.
“Per noi operatori del diritto - ha aggiunto Ottavianoni - l’opera del Dott. Rivetti rappresenta un’analisi approfondita che mette in evidenza e fa raffronti fra i diversi tipi di sistemi tributari, e quali siano le conseguenze delle differenziazioni. Il fil rouge del libro è quello della 'visione e del sogno': nel primo caso, il legislatore deve avere un’idea del mondo che vuole andare a regolare; nel secondo, deve sapere ‘come’ intende regolarlo. Il diritto tributario, in questo senso, rappresenta in maniera particolare il rapporto che intercorre fra cittadino e Stato".
(In foto: il presidente del Tribunale di Macerata Paolo Vadalà e il prof. Unimc Giuseppe Rivetti)
Il sindaco Sandro Parcaroli e il presidente della Fondazione Internazionale Padre Matteo Ricci, Dario Grandoni, hanno firmato questa mattina l’accordo per la realizzazione di piazza Li Madou. Presenti anche gli assessori Marco Caldarelli, Katiuscia Cassetta e Silvano Iommi.
«Ringraziamo la Fondazione Padre Matteo Ricci per la reciproca e sinergica collaborazione avviata volta allo sviluppo di azioni e iniziative a favore della conoscenza della figura di Padre Matteo Ricci – ha detto Parcaroli -. Con l’accordo proseguiamo nell’avviato percorso di realizzazione del progetto di piazza Li Madou, i cui lavori partiranno in tempi brevi, sviluppato dall’Ufficio Tecnico comunale sulla base di un’idea dell’assessore Iommi».
«Un ulteriore passo nel cammino di conoscenza e valorizzazione di Padre Matteo Ricci, sia per i maceratesi che per moltissimi che lo stimano e lo apprezzano – ha aggiunto Grandoni -. Da quando è stato firmato l’accordo quadro nel maggio 2021, molte iniziative hanno confermato la proficua collaborazione tra la Fondazione e Macerata».
«Piazza Li Madou, grazie alla capacità e tenacia del sindaco Parcaroli e degli assessori Iommi, Cassetta e Caldarelli, sarà il luogo di incontro tra l’Occidente e l’Oriente, nel cuore della città natale di Matteo Ricci; il suo sogno di unire i nostri due popoli sotto un unico cielo e sotto un unico Signore del cielo verrà simbolicamente rappresentato in piazza Li Madou grazie all'istallazione di una statua raffigurante Matteo Ricci insieme al suo primo discepolo Xu Guangqi, nonché la copia della stele posta sulla tomba a Pechino dell'illustre maceratese, segno visibile del profondo legame spirituale e dell'amore del Ricci per la Cina. Crediamo che piazza Li Madou sarà il luogo di incontro delle nostre civiltà e ci permetterà di essere aperti al dialogo e all’ascolto affermando sempre la verità, ma senza giudizio o condanna, come ha fatto il più illustre cittadino maceratese».
Lo scorso maggio, Comune e Fondazione, avevano sottoscritto l’accordo quadro con lo scopo di promuovere la conoscenza della figura di Padre Matteo Ricci, lo scambio religioso e culturale anche attraverso il gemellaggio con città della Cina, in particolare dove Padre Matteo Ricci ha svolto i momenti più salienti della sua missione (Pechino, Shanghai, Nanchang, Nanchino e altre) e promuovere la valorizzazione del territorio e lo sviluppo economico e il progresso socio-culturale di Macerata.
Tra i progetti previsti anche la realizzazione di piazza Li Madou – oggi largo Volontari del Sangue – mediante lavori di rifacimento della pavimentazione, dei muretti perimetrali, del verde, delle panchine e della fontana. L’accordo impegna il Comune a riqualificare l’attuale largo Volontari del Sangue mentre la Fondazione si occuperà di commissionare e far realizzare una statua in bronzo raffigurante Padre Matteo Ricci e Xu Guangqi e del trasporto, una volta conclusi i lavori della piazza, dell’unica copia dell’originale (andata distrutta) della Stele Commemorativa posta sulla Tomba di Padre Matteo Ricci a Pechino conservata, oggi, nella chiesa di San Paolo.
Il presidente della provincia di Macerata Sandro Parcaroli ha firmato il decreto per l’approvazione dello schema di convenzione che regola i rapporti per il passaggio di competenze tra la Provincia e il Comune relativamente al Convitto nazionale “Giacomo Leopardi” e alle scuole annesse. Attraverso questa convenzione si andranno a regolamentare i rapporti tra i due Enti per la gestione della scuola, trasferita dopo il sisma del 2016 nei locali di via Capuzi, relativamente a lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e al pagamento delle utenze.
“Dopo anni sono state gettate le basi per un assetto duraturo dei rapporti che regolano la gestione dell’istituzione scolastica – commenta il presidente Parcaroli -. E’ stato un lavoro di squadra tra la Provincia e il Comune e, in particolare, voglio ringraziare il vicesegretario della Provincia, il dott. Luca Addei, la dott.ssa Monica Conti dell’ufficio Patrimonio e la dott.ssa Paola Valenti del Servizio istruzione scolastica che hanno permesso di raggiungere questo risultato importante”.
Nel dettaglio il Convitto nazionale entrerà nella competenza provinciale, con l’impegno da parte del Comune di completare i lavori di recupero post sisma nello stabile di via Marconi, dove l’istituto dovrà essere poi trasferito. Nel frattempo, finché tutti gli interventi non saranno terminati, le scuole annesse continueranno a rimanere nell’immobile di via Capuzi. Per quanto riguarda le spese sostenute nel triennio 2017-2019 e quantificate in 123mila euro, metà (61.500 euro) sono già state erogate dal Comune per il pagamento delle utenze idriche, gas ed energia elettrica l’altra metà saranno sostenute dalla Provincia per mezzo del trasferimento al Comune del diritto d’uso del campetto di via Cioci, dismesso da anni e del quale si è concordato di ripristinare la piena funzionalità scolastica ed extrascolastica.
Per il periodo da gennaio 2020 (da quando cioè nell’immobile di via Capuzi non è stata più ospitata la scuola Dante Alighieri di competenza comunale) al settembre 2022 la spesa che la Provincia dovrà erogare al Comune è di 112.750 euro, importo che trova già copertura nel bilancio pluriennale 2022-2024. Da ottobre 2022 le spese per le utenze saranno a carico della Provincia. La convenzione prevede anche che la Provincia faccia fronte agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edificio di via Capuzi.
Per consentire lavori di scavo in via Diomede Pantaleoni per la realizzazione di una cabina gas, il Comando della Polizia locale ha emesso un’ordinanza che modifica temporaneamente la circolazione stradale nella zona interessata dall’intervento.
Il provvedimento prevede da lunedì 24 ottobre fino al 5 novembre, o comunque fino al termine dei lavori, in viale Diomede Pantaleoni divieto di sosta con rimozione forzata sullo slargo dello Sferisterio denominato “falegnameria”, limite massimo di velocità di 30 km/h, e restringimento della carreggiata, nel tratto interessato dai lavori, a sinistra.
Si terranno nella giornata di venerdì (21 ottobre) alle 15:30, presso la chiesa del Preziosissimo sangue a Porto Recanati, i funerali di Enrico Maria Di Giovanni, l’ex coach di basket e consulente finanziario stroncato da un malore mercoledì mattina all’età di 54 anni (leggi qui).
La Procura di Macerata ha dato il nullaosta per la sepoltura, in seguito agli accertamenti svolti ieri dal medico legale Antonio Tombolini sul corpo del 54enne. Dopo il decesso improvviso dell’uomo (avvenuto in casa ndr) era stato aperto un fascicolo come atto dovuto e successivamente disposta l’autopsia per comprenderne le cause di morte.
Conclusi gli accertamenti medico legali, non sono stati ritenuti necessari ulteriori esami e la Procura ha dato perciò il via libera per la fissazione della data del funerale. Enrico Maria Di Giovanni lascia il figlio Denis, la mamma Loreta, la sorella Elena, la compagna Laura, i nipoti Tommaso e Virginia. Molti i messaggi di cordoglio giunti dalle numerose squadre in cui aveva allenato e dalla stessa Federazione Pallacanestro.
Questa mattina a Pioraco è stata inaugurata la "Panchina Europea", prima dell’entroterra maceratese. Presenti al taglio del nastro l'assessore all’Istruzione Camilla Fianchini, il segretario della sezione del Movimento Federalista Europeo Alfredo Bardozzetti e il tesoriere Lorenzo Giammarchi.
"Un’iniziativa fondamentale visto il periodo storico che stiamo vivendo, un’occasione per ricordarci i valori su cui l’Unione Europea si basa e che dovremmo custodire anche noi gelosamente" ha sottolineato l'assessore Fianchini.
L’evento ha visto la presenza di genitori, ragazzi e dell’amministrazione. "Gli alunni delle scuole medie sono state il protagonista effettivo, grazie soprattutto a loro abbiamo potuto realizzare questo progetto" conclude Fianchini.
È passato poco più di un mese dall’alluvione che ha colpito le Marche e anche la Provincia di Macerata ha terminato la conta degli interventi effettuati e dei soldi spesi. Per il momento sono stati realizzati una trentina di interventi di somma urgenza per un importo complessivo di 554.560 euro che hanno permesso di rimuovere fango e detriti dalle strade e riaprire così le principali arterie che erano state ostruite, è stato effettuato il ripristino della funzionalità idraulica di fossi e tombini, la rimozione di alberi caduti e il taglio di quelli pericolanti.
Inoltre sono stati caricati sulla piattaforma regionale ulteriori interventi di messa in sicurezza da realizzare per un importo complessivo di 1.626.000 euro che si confida saranno finanziati adesso che parte del Maceratese è stato inserito nel cratere grazie all’ultima delibera del Consiglio dei Ministri. Quest’ultimi interventi riguardano, per lo più, la riprofilatura e la messa in sicurezza delle scarpate danneggiate dall’alluvione, opere di sostegno e contenimento per prevenire ulteriori smottamenti e il trasferimento in discarica del materiale inerte raccolto dopo le piogge.
“Per quanto riguarda la nostra provincia le condizioni eccezionali di maltempo hanno provocato numerose frane, l’abbattimento di rami e alberi e alcune arterie provinciali sono state interrotte – spiega il presidente Sandro Parcaroli -. Il territorio provinciale è stato interessato quasi completamente dall’evento, con maggiori danni riscontrati lungo le strade che attraversano i Comuni di Camerino, Matelica, Cingoli, Apiro, Poggio San Vicino, ma anche in altri territori i danni sono stati considerevoli".
"I tecnici e gli operai della Provincia si sono subito messi al lavoro per rispondere alle prime urgenze, con un investimento di oltre 500mila euro di soldi propri, ma è stato fondamentale che il Governo abbia inserito la parte settentrionale del Maceratese nello stato di emergenza di modo che arrivino ulteriori risorse per sistemare il nostro territorio. La Provincia, così come i Comuni, infatti, non avrebbero potuto far fronte da soli a questa ennesima calamità”.
Per quanto riguarda il Maceratese sono ancora chiuse la Provinciale 141 "Cimitero-Palentuccio-Seppio", mentre si transita con un senso unico alternato lungo la Provinciale 25 Cingolana e la Provinciale 2 Apirese.
Il consiglio dei ministri ha esteso, questa mattina, lo stato di emergenza per l'alluvione che ha colpito le Marche alle zone maceratesi interessate dagli eccezionali eventi metereologici che si sono verificati a partire dal 15 settembre.
La richiesta era stata inoltrata alla protezione civile nazionale dal presidente Francesco Acquaroli, commissario per l’alluvione, lo scorso 20 settembre. L'estensione riguarda i comuni ricadenti nella parte settentrionale della provincia di Macerata, limitrofi alla provincia di Ancona interessata dall'alluvione.
Sono stati stanziati ulteriori 1,1 milioni di euro del fondo per le emergenze nazionali, per far fronte ai primi interventi di soccorso e assistenza alla popolazione e al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture.
"Ringrazio il presidente Draghi per la tempestività dimostrata - dichiara il presidente Acquaroli - nell'adeguamento dello stato di emergenza che consente di accelerare gli interventi urgenti anche nei comuni maceratesi che hanno subito danni rilevanti. Le strutture guidate dal vicecommissario Babini e i comuni sono al lavoro in queste ore per la ricognizione di tutti gli interventi di somma urgenza e di prima assistenza alla popolazione, per la stima del fabbisogno dei danni".
"Ringraziamo il governo e il presidente della Regione Francesco Acquaroli - commenta il sindaco di Matelica Massimo Baldini - l’estensione dello stato di emergenza era necessaria e doverosa in quanto ci sono diversi comuni del maceratese che hanno registrato danni importanti, tra cui il nostro che, purtroppo, ha avuto ben due episodi emergenziali nel giro di meno di un mese. Ora che è arrivata questa decisione aspettiamo ulteriori informazioni per capire come poter intervenire al più presto".
"Asili nido? Un lusso per pochi". È il commento di Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche, ai dati relativi agli asili nido nella regione. Secondo gli ultimi dati dell’Istat elaborati dall’Ires Cgil Marche, nella regione i posti disponibili in asili nido, micronidi o sezioni primavera (pubblici o privati) sono 8.515, a fronte di una popolazione residente 0-2 anni di 30.428 bambini. Dunque, solo il 28,4% è incluso nel circuito dei nidi.
Dunque, asili nido poco accessibili anche in termini di costi: i dati evidenziano che le Marche, dopo la Basilicata, sono la regione dove le famiglie partecipano di più alla spesa complessiva per i nidi, con il 20,8% della compartecipazione. Nella regione, infatti, si osservano bassi livelli di spesa media per utente a carico dei comuni: 4.352 euro per utente, ben al di sotto dei 6.798 euro medi al livello nazionale e dei 7.900 euro delle altre regioni del Centro. Un dato oltretutto in diminuzione rispetto al 2019.
La spesa media delle famiglie per bambino è di 1.140 euro, cifra fra le più alte a livello italiano. Questi fattori hanno delle ripercussioni anche nel mercato del lavoro, in particolare per le donne.
In base ai dati forniti dall’Istat, elaborati dall’Ires Cgil Marche, nel II trimestre 2022 nella regione si registrano 167 mila donne inattive di cui 20 mila potenzialmente occupabili. Tra queste ultime, il 79,5%, cioè una platea di 16 mila unità, non cerca lavoro ma sarebbe disponibile a lavorare. I motivi familiari (cura di figli e/o adulti non autosufficienti, maternità, nascita di un figlio) sono molto spesso una delle cause principali dell’inattività delle donne (34,9% dato nazionale).
Secondo Rossella Marinucci, segretaria regionale Cgil Marche, "è urgente definire un piano regionale che favorisca la piena e buona occupazione, in particolare per le donne. Per invertire i dati sull'occupazione femminile, va ripensata l'organizzazione del lavoro attraverso una riduzione e redistribuzione degli orari lavorativi e garantendo accesso pubblico e gratuito a servizi e strutture".
Dunque, come sottolinea Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche, “la cura della comunità deve diventare la priorità dell’azione pubblica e su questa scia dobbiamo ripensare sia il sistema educativo sia il lavoro delle donne. Con aiuti fiscali e asili nido adeguati, i paesi dove ci sono politiche di questo tipo, sono quelli in cui si fanno più figli e dove la partecipazione femminile e la produttività economica sono tra i più alti”.
Ma anche se nel Pnrr, conclude Longhin, "ci sono le risorse per costruire più asili per permettere a tutti i bambini di avere le stesse opportunità già prima della scuola primaria, non viene detto che l’accesso a questi servizi deve essere gratuito o semi-gratuito in modo da favorire la frequenza dei bambini appartenenti a famiglie in condizione economica modesta o disagiata. Cosa che non succede nelle Marche dove la quota a carico delle famiglie è tra le più alte di Italia".
Una vita votata allo sport, al fitness e al bodybulding in particolare, e che nel tempo attraverso un bagaglio di esperienza fatto di sudore e sacrificio ha sposato - con uno stile del tutto personale - quel diktat spesso ripreso dalle Satire di Giovenale: “mens sana in corpore sano”.
Alessandro Gubbini (43 anni) è personal trainer federato CONI, Mr Universo 2010 in Italia, sesto classificato a Miami su 400 atleti partecipanti e altro ancora: ma più dei titoli e dei meriti che lo hanno reso oggi personaggio riconoscibile e stimato in quel di Porto Recanati, è un ragazzo che ha creduto nei propri obbiettivi sin da bambino, quando la voglia di ripercorrere la strada del suo idolo Arnold Schwarznegger si è covertita rapidamente in una vera e propria passione per lo sport.
Ultimi step eseguiti: approdare nel 2017 alla televisione nazionale (la chiamata dal programma Pomeriggio 5) in veste di opinionista, per farsi conoscere e trasmettere i propri consigli sull’importanza del benessere fisico e mentale; e l’apertura a gennaio 2022 di una palestra con attrezzature all’avanguardia, la AG Team Fitness.
“Uno dei miei obbiettivi è sempre stato quello di affermarmi nel mondo televisivo - racconta Alessandro - perché è un mezzo che mi permette di raggiungere tante persone e di aiutarle. Molti, infatti, hanno iniziato a un certo punto a scrivermi per chiedere suggerimenti e/o lezioni video per imparare a stare bene con se stessi, grazie ad una serie di esercizi utili sotto l'aspetto fisico e psicologico. Questo è stato senz'altro per me motivo di grande soddisfazione e orgoglio".
“Aprire una palestra invece è stata per me una nuova sfida - prosegue - legata soprattutto al fatto che dopo il lockdown le persone avessero bisogno di tornare a svolgere attività fisica, ma con la paura di tornare in luoghi chiusi. Ecco, in appena 170 mq, il mio team mette a disposizione le sue competenze in termini di nutrizione, fisioterapia, fitness, benessere etc., insieme a un’attrezzatura all’avanguardia e alla possibilità (grazie alle convenzioni stipulate) di svolgere attività di padel, piscina e fitness shooting”.
Ciascun cliente, infatti, può prenotare la propria seduta - in modo da non creare alcuna ressa - con programmi di allenamento ad personam, in totale igiene e sicurezza, ed essere seguito dai ragazzi dell’AG Team Fitness con attenzione nel proprio percorso di crescita fisica e mentale. L’unico elemento extra richiesto è l’impegno e la costanza: non a caso, il motto di Alessandro è: “Non mollare mai”.
Di seguito, il servizio:
Il prefetto Flavio Ferdani ha ricevuto il comandante della Legione Carabinieri Marche generale di Brigata Salvatore Cagnazzo, accompagnato dal comandante provinciale dei Carabinieri di Macerata il colonnello Nicola Candido.
Il generale Cagnazzo ha ribadito "la concreta e costruttiva collaborazione da parte dell'Arma dei Carabinieri nel territorio nell'attività di prevenzione e contrasto dei reati e nei progetti per migliorare il controllo del territorio e fornire sempre maggiore sicurezza ai cittadini di Macerata e della Provincia", si legge in una nota della Prefettura.
Il prefetto, dal canto suo, ha espresso il proprio apprezzamento per la proficua attività proficua svolta dall'Arma e ha ringraziato i carabinieri per il lavoro svolto quotidianamente al servizio della collettività.
Il comandante della Legione carabinieri Marche ha fatto visita anche al comando provinciale. L’ufficiale ha incontrato i militari nella caserma di via XX Settembre. Ad accoglierlo il comandante provinciale, il colonnello Nicola Candido, tutti gli ufficiali della provincia ed una rappresentanza dei comandanti di stazione e dei militari delle Compagnie di Macerata, Camerino, Civitanova e Tolentino. Presente anche una rappresentanza dell’Arma in congedo con la sezione presieduta dal luogotenente Giovanni Colucci.
"Il generale Cagnazzo, nel formulare il proprio saluto, ha espresso a tutti i militari il suo sentito apprezzamento per la passione, l’impegno e la perseveranza con cui ogni giorno si fanno garanti dell’ordine e della sicurezza pubblica nell’intera provincia maceratese" – si legge in una nota -.
"Ha altresì elogiato i carabinieri per i risultati conseguiti spronandoli a proseguire nel loro quotidiano operare in favore della popolazione, confermando il proprio pieno sostegno affinché si possa continuare a lavorare con la massima professionalità e serenità d’animo, aspetto quest’ultimo fondamentale per l’efficienza dei reparti". La visita del generale Cagnazzo è poi proseguita al palazzo di giustizia di via Pesaro dove ha incontrato il presidente del tribunale, Paolo Vadalà, ed il procuratore, Giovanni Fabrizio Narbone.
Le persone detenute in dieci province delle regioni Abruzzo, Lazio, Molise, Marche e Umbria avranno l’occasione di lavorare nei cantieri di oltre 5.000 opere di ricostruzione pubblica e in quelli di 2.500 chiese danneggiate dal terremoto 2016.
Lo stabilisce il protocollo d’intesa siglato oggi, nella sede del Ministero della Giustizia, tra il commissario straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Matteo Maria Zuppi, il presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Enzo Bianco, e il vicepresidente Ance con delega per la ricostruzione del Centro Italia Piero Petrucco. Era presente anche il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Carlo Renoldi.
L’obiettivo del protocollo è quello di aumentare le opportunità di lavoro, strumento indispensabile per il pieno reinserimento sociale di chi sta scontando una pena detentiva in 35 istituti del Centro Italia. Il numero dei detenuti coinvolti dipenderà dal programma dei lavori e dai cantieri individuati. Le modalità di inserimento lavorativo verranno definite in base ai profili dei singoli detenuti e alle esigenze delle aziende.
Al commissario straordinario spetterà la funzione di raccordo delle attività, mentre il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria individuerà gli idonei e favorirà il loro inserimento in cantieri vicini alle strutture detentive, in accordo con la magistratura di sorveglianza.
La Cei promuoverà, presso le imprese impegnate nella ricostruzione degli edifici di culto, l’utilizzo di manodopera da parte dei detenuti valutati idonei. Ance diffonderà alle proprie strutture territoriali e, per il loro tramite, anche agli enti bilaterali del sistema, i contenuti del Protocollo; allo stesso modo, anche Anci nei Comuni che ospitano strutture penitenziarie.
Con il protocollo viene definito anche un Comitato paritetico di gestione, composto dai rappresentanti dei firmatari, che sarà istituto entro 15 giorni, con il compito di promuovere e monitorare le attività previste dal documento e di coordinare le azioni degli enti e dei soggetti che hanno aderito.
“Ricostruire gli edifici, per ricostruire anche le proprie vite e sentirsi parte della comunità: ha un fortissimo significato simbolico il protocollo che permetterà ad alcune persone di uscire dal carcere, per lavorare nei cantieri dei paesi feriti dai terremoti, ha affermato la ministra Cartabia.
“Attraverso il lavoro, il tempo della detenzione si orienta verso all’obiettivo costituzionale della rieducazione e del reinserimento sociale. Il lavoro in carcere è stata una delle mie priorità in questo anno e mezzo al Ministero. E sono particolarmente felice di questa firma, a conclusione del mio mandato, perché progetti come questo o come l’accordo siglato con il ministro Colao con le aziende di telecomunicazione per la posa della fibra permettono di guardare al carcere anche come una risorsa per l’intera collettività”.
Giovanni Legnini: “L’accordo concluso oggi è densò di significati. Consentire ai detenuti che ne hanno titolo, sulla base delle disposizioni dell’ordinamento penitenziario , di lavorare nei cantieri pubblici e di ricostruzione delle Chiese nell’enorme cratere del centro Italia (con un numero di oltre 5.000 opere pubbliche e di 2.500 Chiese finanziate e da finanziare) rappresenta una bella opportunità per inverare il principio della funzione rieducativa della pena e per le Imprese di formare ed utilizzare personale motivato a dare un contributo a tale importante finalità pubblica” .
Ringrazio il ministro Cartabia per la grande e nota sensibilità sul tema, il Capo del Dap e i presidenti della Cei, dell’Ance e dell’Anci per la loro adesione al protocollo. Adesso si tratterà di attuarlo con la stessa dedizione e sensibilità dimostrati nella definizione dell’accordo”. “Il protocollo rappresenta un passo importante sulla strada della responsabilità comune”, ha dichiarato il cardinale Matteo Maria Zuppi.
“Se vogliamo che il carcere non sia solo punitivo, ma soprattutto redentivo dobbiamo smettere di pensarlo come una realtà isolata, a sé stante, emarginata. Dare ai detenuti la possibilità di lavorare è un modo per farli sentire parte della comunità, per dare loro una prospettiva di futuro e un’alternativa valida per non tornare a delinquere una volta scontata la pena. Il fatto che siano impegnati in cantieri per la ricostruzione, pubblica e religiosa, è poi un segno di speranza e un incoraggiamento a costruire insieme il nostro domani”.
“Questo protocollo rafforza la collaborazione avviata dieci anni fa con il Ministero della Giustizia sul tema dei lavori di pubblica utilità nei Comuni”, ha fatto eco a Zuppi il presidente del Consiglio Anci Enzo Bianco. “Abbiamo dato vita ad un programma sperimentale per attività lavorative extramurarie dei detenuti attraverso progetti concreti a favore delle comunità locali”.
“Oggi vogliamo sottolineare una volta di più l’importanza che il lavoro ricopre in ogni percorso riabilitativo, insieme a tutti i soggetti firmatari dell’intesa. È un’opportunità significativa per i detenuti di impegnarsi concretamente nei territori così duramente colpiti dagli eventi sismici del 2016”.
“È una duplice ricostruzione: della vita dei detenuti su un percorso di riabilitazione e di quei territori, in favore delle comunità locali. Gli amministratori locali sanno bene infatti che il carcere dev’essere un luogo dove scontare la pena, ma anche una occasione di recupero e reinserimento nella nostra società”.
Il vicepresidente Ance Petrucco: “Questo protocollo rappresenta anche un’opportunità per le imprese di formare e occupare nuova manodopera in opere importanti per la rinascita di un territorio ferito dal terremoto. Si tratta di un impegno che può garantire risvolti positivi sia dal punto di vista sociale che economico, in linea con gli obiettivi che Ance vuole perseguire”.
Entrerà in vigore dal primo novembre la riorganizzazione del sistema pubblico della sosta e del servizio di gestione dei parcheggi nel territorio comunale; il Comune di Macerata infatti, valutate le proposte di Apm, ha deliberato il nuovo piano sosta e parcheggi.
“Si dimezza il costo dell’abbonamento mensile su strada/struttura con possibilità di parcheggiare ovunque che passa da 80 a 40 euro mensili (30 euro per le auto elettriche)”, fa sapere il Comune in una nota.” In merito alla sosta in struttura è garantita l’apertura 24 ore su 24 del funzionamento degli ascensori e la gratuità della sosta nei giorni festivi e nella fascia notturna 20-7 come l’estensione dell’abbonamento nelle aree limitrofe ai parcheggi in struttura per favorire la fruibilità”.
“I parcheggi ‘Centro Storico’ e ‘Sferisterio’ passano da 0,70 a 1,00 euro all’ora mentre i parcheggi ‘Garibaldi’ e 'Tribunale’ da 0,70 a 0,80 euro all’ora. Sarà possibile effettuare un unico abbonamento che permette di sostare indifferentemente in tutte e quattro le strutture alle seguenti tariffe (mensile 22 euro, trimestrale 60 euro, semestrale 110 euro e annuale 200 euro)”.
“L’abbonamento sarà, appunto, valevole anche per alcune vie limitrofe ai parcheggi in struttura (Park Centro Storico: via Cadorna, via E. Filiberto. Park Sferisterio: via Paladini. Park Garibaldi: via Murri e Park Tribunale: via Pesaro, via Ciccolini, via Weiden, via Batà, via Capuzi)”.
“Tra le novità previste anche la maggiorazione della tariffa pari al 25% per il secondo abbonamento e una maggiorazione pari al 50% per il terzo e gli ulteriori abbonamenti (tali misure si applicano alle sole persone fisiche che risultano proprietarie di più automezzi che usufruiscono dell’abbonamento)”.
“In merito alla sosta su strada restano invariate le tre fasce tariffarie (€ 1,20 - € 1,00 - € 0,70) e la fascia oraria (dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00) con importo minimo di 0,30 euro. Per la zona H (ospedale/rione Santa Lucia) è disposto il passaggio da 0,70 a 1,00 euro con sosta sempre gratuita, in tutti gli stalli, per auto con contrassegno disabili o permesso rosa”.
“In piazza Vittorio Veneto e in piazza della Libertà sarà possibile parcheggiare gratuitamente per i primi 30 minuti (previo inserimento del numero di targa con parchimetro) e successivamente la tariffa sarà di 2,00 euro all’ora. Ai veicoli a servizio di persone con disabilità, titolari dell’apposito contrassegno, è consentito sostare gratuitamente nelle aree di sosta o parcheggio a pagamento, qualora risultino già occupati o indisponibili gli stalli a loro riservati”.
“Garantita la sosta gratuita (massimo due ore con esposizione disco orario), in tutte le zone, per gli aventi diritto al Permesso Rosa previo rilascio di apposito contrassegno annuo al costo di 25 euro per ogni singola targa (massimo due targhe). Sarà possibile rilasciare un permesso per il periodo di gravidanza e due permessi annuali, fino al raggiungimento del secondo anno di età del figlio”, prosegue l’Ente.
“Il nuovo piano di sosta dispone inoltre di omogeneizzare e semplificare le varie tipologie di permesso residente che consente la sosta negli spazi bianchi a disco orario e negli stalli blu nelle fasce orarie non a pagamento della zona di residenza”.
“La prima tipologie dei permessi residenti hanno il costo di 42 euro (per il primo permesso) e 60 euro (per il secondo permesso). La seconda tipologia permette la sosta negli stalli blu anche nelle fasce orarie a pagamento e hanno il costo di 84 euro (per il primo permesso) e di 102 euro (per il secondo permesso)".
"In merito al sistema sanzionatorio, le tariffe saranno così determinate: 6 euro per l’avviso scaduto e 12 euro per l’avviso non esposto. Si allunga, infine, il termine di pagamento in sanatoria che passa da 7 a 10 giorni”.
Il 26 ottobre 2022 verrà inaugurata la nuova sede temporanea degli uffici comunali in via Conti di Statte, dove verranno collocati tutti gli uffici che si trovano attualmente in via Le Mosse.
Le operazioni di trasloco dei materiali e delle dotazioni informatiche avranno inizio giovedì 20 e dureranno fino al giorno dell’inaugurazione. Il sindaco Roberto Lucarelli ha quindi disposto la chiusura al pubblico degli uffici comunali dal 20 al 26 ottobre 2022 per consentire di svolgere le operazioni di trasloco.
Da lunedì 24 ottobre per esigenze improrogabili è possibile chiamare il numero 320 4316980 ed è parzialmente attivo il nuovo centralino 0737 431401.
«Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata». Il silenzio sepolcrale, appena smorzato da qualche cinguettio e dal flusso costante del fiume, si accompagna naturalmente alla vista desolante del centro di Castelsantangelo sul Nera, insieme a riflessioni di (perché no?) portata biblica. Del resto, di fronte a un simile scenario, non occorre essere cattolici praticanti o credenti in generale per fare affidamento sll’estratto di cui sopra del discorso escatologico di Cristo.
Le macerie di case, esercizi commerciali, luoghi di culto come la chiesa di San Sebastiano e strutture comunali sono diventate dal 2016 una componente tristemente attrattiva per tutti quei paesini della provincia di Macerata fortemente provati dal sisma di quel 26/30 ottobre di 6 anni fa: ancora lì nella zona rossa, in attesa della tanto sospirata ricostruzione. Per realtà come quella di Castelsantangelo sul Nera il discorso si complica ulteriormente, complici alcuni fattori: l’inagibilità degli stabili al 96%, la precedenza riservata dal Piano ai territori economicamente più funzionanti (Tolentino, San Severino, Camerino etc., ndr), la procedura parziale e mai aggiornata che ha gettato nella confusione gli addetti ai lavori. E, più recentemente, il conclamato rincaro di energia e materie prime.
“Come i nostri vicini di Arquata del Tronto, Ussita e Visso - spiega Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera - dobbiamo fare i conti con una ricostruzione molto lenta. Nonostante le procedure rispettate e i vari appelli fatti ai professionisti (l’ultimo a luglio, alla presenza del commissario Legnini), siamo molto preoccupati per il futuro”.
Le ragioni avallate dal primo cittadino si riferiscono in particolare a un progressivo spopolamento del territorio (iniziato già nel dopoguerra); alla presenza preponderante di case dal valore fiscale piuttosto che patrimoniale; alla perdita di attaccamento alla storia e al patrimonio paesaggistico dei Monti Sibillini; alla poca lungimiranza della politica nell’intervenire in modo da rendere determinate frazioni più vivibili e appetibili dal punto di vista imprenditoriale.
“La vita che i cittadini conducono oggi nelle SAE - prosegue Falcucci - è sempre più dura, soprattutto perché parliamo di una popolazione per lo più anziana. Anche per le giovani coppie e famiglie diventa difficile pensare a un futuro qui: la quotidianità è fatta comunque di spese, sacrifici per crescere e far studiare i figli, le bollette. Senza discernimento, fiscalità differenziata, un provvedimento normativo adeguato al singolo contesto e agevolazioni significative che durino nel tempo, queste terre non potranno rinascere”.
“Siamo preoccupati anche in vista dell’inverno - aggiunge - poiché sarà inevitabilmente faticoso sopportare un accollo tributario con annesse bollette per il consumo dell’energia (riscaldamento ed elettricità). Oltrettutto, per noi è venuto meno anche l’uso civico del legname, visto che le SAE non sono strutturalmente predisposte. Questa è una terra magnifica, e continuo a invitare i miei cittadini alla resistenza e ad appellarmi a colleghi e professionisti: se vogliamo lasciare qualcosa di buono alle future generazioni in termini di bellezza e cultura, bisogna che il governo italiano si adoperi di conseguenza”.
Di seguito, il servizio:
Proficuo incontro nella mattinata di oggi (martedì 18 ottobre) presso il Comune di Matelica dove l’amministrazione comunale ha accolto i rappresentati delle organizzazioni sindacali per discutere i temi inerenti il sociale.
Erano presenti Orietta Minnucci e Domenico Ticà di Cgil, Tonino Casoni e David Ballini di Cisl e Gabriele Cardinali di Uil. A riceverli è stato il vicesindaco Denis Cingolani, che ha presentato alcuni servizi offerti dal Comune e soprattutto ha ascoltato le esigenze dei rappresentanti sindacali, primo punto di incontro con diverse fasce di popolazione.
“La riunione è servita per confrontarsi su molte tematiche, soprattutto dal punto di vista delle persone maggiormente in difficoltà”, si legge in una nota dell’amministrazione comunale.
“L’apertura di questo tavolo permetterà un dialogo costruttivo tra sindacati e Comune per capire dove e come l’ente può intervenire ulteriormente attraverso servizi sociali o provvedimenti particolari". Prima della fine dell’anno si terrà un nuovo incontro in cui Comune e sindacati entreranno più nello specifico per studiare insieme eventuali interventi.