L'anno che sta per concludersi sarà ricordato a lungo dagli abitanti di Macerata. La città che da più sessant'anni si fregia del titolo di Civitas Mariae per la grande devozione alla Madonna della Misericordia, è stata sconvolta dai fatti di sangue che l'hanno fatta balzare agli onori della cronaca internazionale.
Macerata "laboratorio della paura"
Tutto inizia in una fredda mattinata di gennaio, quando viene rinvenuto all'interno di due valigie abbandonate il cadavere smembrato e fatto a pezzi della giovane Pamela Mastropietro.
Il brutale omicidio di Pamela fa cadere come un fragile castello di carte il clima di pace e tranquillità che la città tentava faticosamente di ricostruire dopo il tremendo terremoto del 2016.
Macerata piomba in un profondo clima d'instabilita' che culmina con la folle sparatoria del tolentinate Luca Traini. Il 3 febbraio la guardia giurata ventottetenne colpisce sei vittime innocenti come insana vendetta razziale per l'omicidio di Pamela.
Da quel momento in poi la città diventa per tutti il "laboratorio della paura" come titola in copertina "La Repubblica" nell'agosto del 2018, immobilizzata da un improvviso senso di insicurezza.
Durante il processo a Innocent Oseghale, unico accusato dell'omicidio Mastropietro, si scatena la violenza sopita per mesi. Insulti e spintoni colpiscono il sindaco Carancini oltre alle grida reiterate contro Oseghale: "Mostro", "Ergastolo" e "Fuori i mostri dall'Italia".
Si infiammano gli estremismi
Un tessutto sociale gravemente provato dall'improvvisa attenzione mediatica ricevuta, diventa il terreno fertile per la nascita degli estremismi.
L'Espresso nel suo bilancio di fine anno definisce "la tentata strage compiuta da Traini, il momento in cui la narrazione sovranista e neofascista si saldano nel gesto criminale".
In occasione del 25 aprile, anniversario della Liberazione, in piazza Cesare Battisti scoppia il caso legato al fantoccio di Mussolini.
Riprendendo il tradizionale gioco della pignatta, la testa del pupazzo viene rotta con un bastone per vincerne le caramelle e i dolciumi presenti all'interno.
La discutibile iniziativa promossa dal gruppo antifascista e antirazzista cittadino innesca l'indignata reazione di Alessandra Mussolini, che giunge a Macerata per chiedere le scuse pubbliche del sindaco Carancini. Il risultato è un incontro/scontro che termina in un infuocato faccia a faccia (il video).
Si scopre il vaso di pandora legato al traffico di stupefacenti
Come conseguenza diretta della spirale di sangue e terrore che attraversa la città, viene scoperchiato il vaso di pandora legato al traffico di stupefacenti incontrollato e impunito che veniva gestito da una complessa organizzazione di pusher nigeriani.
L'arrivo in città del nuovo questore Antonio Pignataro ne porta al parziale smantellamento grazie alla maxi operazione antidroga del 4 dicembre che fa emergere come Macerata fosse stata divisa dagli spacciatori in tre differenti piazze della droga.
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