San Severino, Una Città da vivere: "prima battaglia vinta, ma non bisogna abbassare la guardia"
Dal dott. Gilberto Chiodi, del gruppo consiliare Una Città da Vivere, riceviamo:
Il Tar Marche ha accolto il ricorso del Comitato per la tutela dell’Ospedale “B. Eustachio” con il quale si richiedeva la sospensione del provvedimento di chiusura immediata del punto-nascite di San Severino Marche. Al di là del lodevole lavoro dei professionisti che hanno assistito il Comitato, il Tar ha messo finalmente un punto di giustizia su questavicenda. È vero che la pronuncia ha effetto solo per il provvedimento cautelare di sospensione del provvedimento, ma segna un evidente punto di equilibrio tra gli interessi generali dei cittadini e i provvedimenti scellerati della Giunta Regionale.
L’accoglimento della cosiddetta sospensiva rappresenta un primo successo della legittima battaglia dei cittadini di San Severino e di Osimo. Certo la soddisfazione durerà sino al prossimo 19 febbraio 2016, data di trattazione e di conferma della sospensione concessa. I Giudici Amministrativi hanno colto anche l’interesse superiore del diritto alla sanità dei residenti di San Severino e di Osimo e su questo, ci si augura la valutazione del merito della richiesta avanzata vada nella stessa direzione di cancellare un provvedimento scellerato e dannoso per tutto il territorio. In questo quadro, appare chiaramente necessario non abbassare la guardia e l’attenzione su questa importantissima e delicata questione. Il provvedimento di sospensione, quindi consente e, soprattutto, dà al legislatore regionale la possibilità di ripensare le sue decisioni e quindi reinterpretare e cogliere i reali interessi dei cittadini.
Alla luce di questo invitiamo a Martini e Felicioli a richiedere un incontro con il Presidente Ceriscioli per chiedergli di ripensare il provvedimento e seguire le indicazioni preliminari suggerite dal Tar. In questo contesto, infatti l’unico assente è il Comune che, a detta del Sindaco, avrebbe notificato il ricorso, ma ampiamente anticipato e demolito da quanto opportunamente fatto dal Comitato. L’istanza del Comune di San Severino, quindi ad oggi appare superflua e assolutamente tardiva.
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