Con "Il ritorno degli esuli" Siena e San Ginesio rinsaldano il loro legame storico
San Ginesio riapre le sue grandi braccia alla storia, alla città di Siena, alla moltitudine di associazioni, privati e istituzioni che hanno mostrato con le loro azioni una straordinaria solidarietà dopo il terremoto. In occasione della rievocazione “Il ritorno degli esuli”, che ogni tre anni, dal 1963, ricorda le vicende di 300 esuli sanginesini che furono riammessi in patria grazie all’intervento di alcuni ambasciatori senesi dopo essere stati allontanati dalla città per aver cercato di ristabilire la tirannia dei Da Varano da Camerino contro il governo della Chiesa tra il 1450 e il 1460, ha assunto quest’anno un senso nuovo. Il sindaco di San Ginesio, Mario Scagnetti, infatti, ha voluto che proprio in questa giornata di festa, organizzata come da tradizione, a testimonianza di una vita di comunità di nuovo fertile, positiva, vitale nonostante i colpi inferti dal sisma, si svolgesse la “Cerimonia della gratitudine civica” per ringraziare ufficialmente, uno ad uno, tutti coloro che hanno fatto sentire la propria vicinanza a San Ginesio con donazioni o gesti dopo il 24 agosto 2016.
Ancor più forte e volto al futuro, sullo sfondo, il legame di fratellanza fra San Ginesio e Siena. La città del Palio non ha esitato a riempire le vie del paese marchigiano con il suono inconfondibile dei suoi tamburi e delle sue chiarine, e, a segno di una vicinanza ancor più salda dopo il terremoto, ha per la prima volta portato lo stendardo del Magistrato delle contrade ad accompagnare il corteo della Municipalità di Siena. Il sindaco senese Bruno Valentini, presidente della commissione Ambiente e protezione civile dell’Anci, ha ribadito il suo impegno a tenere alta l’attenzione e la cura verso i paesi terremotati in generale, e San Ginesio in particolare. E allo stesso modo Scagnetti ha tenuto a ripetere come sia fondamentale che la vicinanza solidale si trasformi in collaborazione attiva per costruire paesaggi e opportunità nuovi per il futuro dei paesi dell’entroterra piegati dal sisma. Anche il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che ha trascorso l’intera mattinata a San Ginesio, si è detto emozionato nel tornare nei luoghi da lui visitati nei momenti dell’emergenza, tra la paura, e trovare una popolazione di nuovo costruttiva.
La manifestazione storica, a cui hanno partecipato anche delegazioni dell’Associazione Cavalcata dell’Assunta di Fermo e dell’Associazione Corsa alla Spada e Palio di Camerino, si è svolta sotto il segno del SS. Crocifisso, portato in dono dagli esuli insieme a copia degli Statuti della città di Siena, e venerato dalla popolazione sanginesina fin dal 1730, quando lo stesso protesse la città da un altro grande terremoto.
Il sodalizio con Siena ha preso anche le forme di un intermezzo d’arte. Nel Giardino di Giulietta Masina dell’Unione montana dei Monti Azzurri, i due sindaci e Fabrizio Curcio hanno inaugurato la mostra #SIENAPERSANGINESIO 2017, di Mauro Agnesoni, Luca Betti, Tommaso De Sando e Luciana Petti, tre fotografi e un video maker che hanno immortalato San Ginesio ferita con uno sguardo esterno, attento, fraterno. La mostra, a cura dell’associazione culturale "OfficineBRUGIANO", è stata la risposta e il ringraziamento per l’omologo gesto di vicinanza con cui Siena aveva ospitato, nel Cortile del Podestà in piazza del campo, dal 19 al 21 maggio, la mostra SEIPUNTOCINQUE, in cui Roberto dell’Orso, fotografo sanginesino, ha fermato i volti, gli sguardi, i crolli del dirompente sisma del 30 ottobre.
Commenti