Classe di resistenza viti e bulloni: cosa bisogna sapere
Quando si tratta di scegliere i giusti elementi di fissaggio per un progetto, la conoscenza delle classi di resistenza di vita e bulloni è di prioritaria importanza per garantire la sicurezza e l’efficacia di una struttura. Indipendentemente dal fatto di lavorare ad un progetto di ingegneria civile o alla costruzione di macchinari, la loro conoscenza aiuta a comprendere la capacità di carico e le caratteristiche meccaniche delle viti che utilizzerai. Inoltre, è necessario comprendere quando e come utilizzare correttamente viti specializzate: scopri le viti autofilettanti come queste, adatte a garantire la massima tenuta in materiali e ambienti diversi.
Cosa si intende per “classi di resistenza” e come scegliere correttamente le viti in base a questo indicatore
Per “classe di resistenza viti”, s’intende un indicatore utile a fornire la capacità di sopportare carichi senza deformarsi o rompersi. Il valore fornito, di conseguenza, determina l’idoneità di una vita per un’applicazione specifica, che viene indicata da due numeri separati da un punto (ad esempio, 10.9): il primo numero identifica la resistenza alla trazione della vita espressa in centinaia di MPa (megapascal), il secondo, invece, è il rapporto percentuale tra la resistenza alla trazione e il limite di snervamento.
In termini pratici, una classe pari a 8.8 vanta una resistenza alla trazione di 800 MPa e un limite di snervamento pari all’80% di detta resistenza, ossia 640 MPa. Questa classificazione agevola il compito nella scelta nella scelta di viti effettivamente adeguate alle esigenze del progetto, garantendo che le stesse siano in grado di sopportare le sollecitazioni alle quali verranno sottoposte.
Scegliere la vita con la giusta classe di resistenza viti, di conseguenza, è una questione in primis di sicurezza, ma riguarda, secondariamente, anche l’efficienza economica. L’utilizzo di viti con classe di resistenza troppo bassa potrebbe potenzialmente causare guasti di grave entità alla struttura, mentre quelle con resistenza troppa alta - nel caso in cui non fossero effettivamente necessarie - potrebbe risultare inutile e dispendioso dal punto di vista economico.
All’atto concreto, l’utilizzo di viti con classe di resistenza decisamente elevate (ad esempio, 10.9 o 12,9) è necessario in applicazioni industriali pesanti, come la costruzione di ponti, perché sono in grado di sopportare carichi decisamente elevati senza subire deformazioni, mentre in applicazioni meno critiche, ad esempio costruzioni di strutture leggere, si può ricorrere all’utilizzo di viti con classi di resistenza decisamente più basse (ad esempio, 4.6 o 5.8).
Correlazione tra classi di resistenza e trattamenti termici
La determinazione della classe di resistenza viti è direttamente collegata ai trattamenti termici a cui essa è sottoposta; quest’ultimi, infatti, sono in grado di modificare le proprietà meccaniche dell’acciaio, migliorando resistenza e durezza del medesimo e garantendo che la vite sia in grado di sopportare le sollecitazioni previste.
Le viti temprate, ad esempio, ampliano durezza e resistenza alla trazione delle viti, rendendole adatte per applicazioni che richiedono una grande capacità di carico. Quando sono trattate tramite rinvenimento, invece, le viti aumentano la loro duttilità e resistenza alla rottura. Per indurire la superficie della vita, invece, si opta per la cementificazione, in grado di migliorare la resistenza all’usura.
La giusta combinazione di questa serie di trattamenti termici è a dir poco fondamentale per produrre viti con le giuste proprietà meccaniche richieste dalle diverse applicazioni in ambito industriale, dove, come già scritto precedentemente, è fondamentale garantire la massima sicurezza.
L’importanza delle certificazioni
Il rispetto della normativa, come si evince da questo nostro articolo riguardante l’urbanistica cittadina, è di fondamentale importanza in qualsiasi ambito della nostra società. Anche la costruzione di viti e bulloni, di conseguenza, devono rispettare rigorosamente quanto previsto dalle leggi, risultando conformi agli standard internazionali come ISO, DIN o ANSI.
Le viti utilizzate nel mondo delle costruzioni, ad esempio, sono sottoposte a obbligo di certificazione per garantire il soddisfacimento dei requisiti di resistenza e durabilità. Oltre a questi aspetti, la certificazione permette anche la tracciabilità in caso di verifiche o richiami.
Per approfondire questa importante tematica, è consigliato consultare fonti autorevoli come l’American Society for Testing and Materials (ASTM), che fornisce standard dettagliati per le viti e i bulloni al fine di garantire che i componenti utilizzati siano adeguati all’applicazione prevista.
Come scegliere e utilizzare viti e bulloni
Nella scelta, devono essere considerati altri fattori al di là della classe di resistenza viti. E’ importante, infatti, prestare attenzione a materiale, lunghezza e diametro della vite, analizzando, in primis, le specifiche del progetto. Grazie a esse si possono identificare i carichi previsti e le condizioni ambientali utili per selezionare la classe di resistenza e il tipo di vite più adatto.
A titolo esemplificativo, applicazioni esterne o ambienti umidi richiedono l’utilizzo di viti con rivestimenti anticorrosivi. Infine, come descritto nel precedente paragrafo, è necessario assicurarsi che le viti siano certificate e conformi agli standard internazionali per garantire la sicurezza e la qualità del progetto.
D’altro canto, esistono delle viti innovative e certificate che offrono massima sicurezza. Basti pensare, ad esempio, alle precedentemente citate viti autofilettanti, progettate per tagliare la propria filettatura nel materiale, evitando la necessità di perforare un foro filettato. Un’altra innovazione è rappresentata dalle viti rivestite che, grazie a materiali come zinco e nichel, proteggono l’acciaio sottostante dalla ruggine.
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