Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del comitato "Salviamo la Maceratese":
"Per molti il calcio è amore, passione, attaccamento ai propri colori. Per alcuni, purtroppo, il calcio è solo business o, nella migliore delle ipotesi, uno dei tanti strumenti per farsi pubblicità.
Tra questi ultimi ci sono i Bonsignore, i Rovelli, gli Auriemma, i Malavolta (almeno in parte), gli Spalletta: la (quasi) centenaria storia della Maceratese dimostra inequivocabilmente che ogni presidente non proveniente dal territorio ha solamente danneggiato i colori biancorossi.
Sia chiara una cosa: la Società Sportiva Maceratese, prima ancora di Spalletta, appartiene alla città e non è manipolabile come un qualsiasi oggetto che può essere venduto, acquistato, rivenduto nel giro di pochi mesi.
Cedere la Rata alla cordata romana significa ripetere gli stessi errori commessi in passato, soprattutto quando, come oggi, c’è un autorevole imprenditore locale che vorrebbe rilevare la società che chiede (giustamente) solo un po’ di tempo per coinvolgere altri finanziatori.
Quale credibilità possono avere questi signori che, in meno di due ore, si dicono già pronti a rilevare le quote della S.S. Maceratese? Quale credibilità si pretende quando si è rappresentati da un avvocato che in Scozia è definito come un “ricercato per crimini contro il calcio scozzese” e nei confronti del quale è stata chiesta addirittura la radiazione con gravi accuse?
Non lo capiamo e non lo accettiamo. Così come non possiamo comprendere e accettare la fretta di concludere l’operazione dimostrata da Filippo Spalletta e dal suo legale, l’avvocato Federico Valori, ai quali accoratamente chiediamo di fare un passo indietro e di provare a lasciare la Maceratese nelle mani di chi la ama davvero.
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