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Maceratese, si stringe per la vendita. Bargagna: "Pensiamo a un progetto simile al Cittadella"

Maceratese, si stringe per la vendita. Bargagna: "Pensiamo a un progetto simile al Cittadella"

A tu per tu con l’avvocato Andrea Bargagna, il legale pisano che rappresenta una cordata di imprenditori disposti a rilevare la Maceratese.

Avvocato Bargagna, da quante persone è composta questa cordata che lei rappresenta? “In questo momento è un aspetto secondario rispetto a quello principale di riuscire al arrivare al closing in tempi brevi. Vogliamo dare una mano alla squadra per ottenere, oggi come oggi, ad una tranquilla salvezza. E’ un gruppo di imprenditori, alcuni hanno interesse alla visibilità, altri meno, altri avranno interesse sotto forma di sponsor. E’ un gruppo abbastanza eterogeneo sotto il profilo merceologico, unito dal fatto di aver visto in Macerata le potenzialità di una piazza che può fare molto bene. In questo momento si può sviluppare tanto sia sotto il profilo della comunicazione che del marketing che dell’interazione con tutte le componenti cittadine, dai tifosi all’amministrazione comunale all’imprenditoria locale, laddove vorrà essere più vicina di quanto non lo sia adesso. Sono stato a vedere la partita in casa con il Pordenone, peraltro una buonissima partita, e sono rimasto imbarazzato dai pochi cartelloni pubblicitari presenti. Un dato di fatto della lontananza della città e dell’imprenditoria locale all’attuale proprietà. Ci ha fatto riflettere”.

E’ rimasto colpito in negativo, o pensa che è un aspetto sul quale si può lavorare? “Mi ha colpito in negativo perché ritengo che la presidentessa abbia fatto un miracolo sportivo in pochissimo tempo e avrebbe meritato più consensi anche a livello di aiuti del territorio. Mi ha colpito positivamente laddove riteniamo di poter sviluppare molto di più l’aspetto del marketing. In questo momento l’azienda Maceratese non ha nemmeno un ufficio marketing al suo interno”.

Questi imprenditori sono tutti toscani di Pisa? “Sono toscani ma non pisani. E non sono tutti toscani”.

Può dire la loro provenienza? “No, anche perché è un dato inutile. L’importante è che siano sani e che siano volenterosi”.

Lei è un ex dirigente di calcio, farebbe parte della nuova società? “Il mio mandato si esaurisce laddove ci sia la chiusura della trattativa. Poi se la proprietà o chi comunque è il traino di questo gruppo mi chiederà di fare parte del progetto, valuterò. Io ho uno studio legale a Pisa. Sono stato parecchi anni con il Pisa calcio, quest’anno ero a Lucca perché Giovanni Galli mi aveva chiesto di dargli una mano. Tutte distanze relative rispetto al mio studio legale”.

E Maria Fancesca Tardella potrebbe avere qualche incarico in seno alla Maceratese, qualora la trattativa dovesse andare in porto? “Noi abbiamo ringraziato la presidente Tardella per la disponibilità che ci ha dato, permettendoci di metterci ad un tavolino. Evidentemente aveva già maturato l’idea di cedere la società. Non è mai semplice per un presidente staccarsi dalla propria creatura. Valutiamo anche la sua disponibilità. Oggi è prematuro dire quello che in un organigramma strutturato diversamente da quella che è oggi la Maceratese, potrà essere lo spazio lasciato alla Tardella e il suo eventuale interesse a restare in un di progetto diverso. Quello che ho capito è che la proprietà non chiude le porte a nessuno, soprattutto dovendo entrare in una nuova azienda cercherà di capire quello che è buono e quello che è meno buono, per non buttare via il bambino con l’acqua sporca. Sarebbe sciocco, se oggi la Maceratese ha avuto questi risultati che sono sotto gli occhi di tutti, dalla promozione in serie D ai play off in Lega Pro, vuol dire che qualcosa di buono è stato fatto. Qualcosa da salvare ce l’ha sicuramente questa Maceratese, anzi molto”.

Quante possibilità ci sono secondo lei perché la trattativa vada in porto? “Se facevo il calcolo delle possibilità avrei giocato all’enalotto”.

Quanto chiede la presidente Tardella per avere il 95% delle quote della Maceratese? Si vocifera settecentomila euro, è vero? “Sicuramente è il novantacinque per cento delle quote, è dato pubblico che il cinque per cento è detenuto da un altro socio, con il quale peraltro non abbiamo parlato, al quale andremo a bussare educatamente alla porta, laddove abbia intenzione di vendere anche il suo cinque per cento”.

Quali sono i prossimi impegni, come andrà avanti la trattativa, su cosa lavorerà l’avvocato Bargagna? “L’avvocato Bargagna in questo momento il grosso del lavoro l’ha già terminato. Sono al lavoro i professionisti di ambo le parti. Ho trovato dei professionisti davvero validi a Macerata che sono anche tifosi. Sono rimasto colpito dall’attaccamento dello studio Nascimbeni, resterei ore ed ore a sentir parlare della Maceratese l’avvocato Giancarlo, lui che è stato dirigente di un calcio che forse era migliore di questo”.

La squadra ha bisogno di rinforzi? La cordata che lei rappresenta è disposta ad investire sul mercato? “Se questa nuova cordata non fosse disposta ad investire butterebbe via i soldi. Perché comunque l’obiettivo principale è raggiungere la salvezza. Insieme al mister saranno individuati quei tre o quattro elementi di cui c’è bisogno, chi sarà preposto sono convinto che interverrà. Sarebbe sciocco prendere un’azienda e non intervenire laddove c’è bisogno, mandando la stessa in fallimento. Fallimento sportivo intendo. Sono rimasto molto bene impressionato da mister Giunti”.

Eventualmente i rinforzi arriverebbero subito o a gennaio, quando aprirà ufficialmente il calcio mercato? “Saremo al quindici di ottobre quando presumibilmente ci sarà la chiusura della trattativa. Il direttore mi dice che prendendo un giocatore tra gli svincolati ci vorrebbe un mese e mezzo per averlo al pari degli altri. La cosa più importante è supportare chi c’è già, capire cosa manca e cosa può essere di aiuto anche a livello organizzativo e strutturale. Poi se c’è da vedere tra gli svincolati, si insieme al mister se c’è la necessità di andare anche sul mercato dello svincolato o aspettare la riapertura del calcio mercato ed essere pronti con tutti i colpi in modo da mettere da subito a disposizione dell’allenatore una squadra completa anche per la pausa natalizia”.

Quando parla di direttore si riferisce a Gianluca Stambazzi o a qualcun altro? “In questo momento l’attuale proprietà ha un suo consulente. E’ giusto che Stambazzi, che ha fatto un ottimo lavoro, sia lasciato libero di lavorare senza preoccupazioni e senza pesi. La società che entrerà non farà stravolgimenti. E’ chiaro che la nuova proprietà avrà un suo consulente tecnico esterno”.

Cosa si sente di dire ai tifosi della Maceratese? “Chiedo che sabato lo stadio sia pieno a tifare Maceratese”.

Lei sarà allo stadio per Maceratese-Mantova? “Io vengo domani a Macerata, nel tardo pomeriggio ho un po’ di appuntamenti, non so se mi tratterrò fino a sabato”.

Quale è il progetto della cordata di imprenditori che lei rappresenta? “Nel calcio siamo troppo legati ai risultati e poco alla programmazione. Per vincere bisogna programmare, dal magazziniere al tifoso. Poi dopo la squadra. Questo è il nostro credo. Se la tifoseria pensa che questi nuovi imprenditori vengono a Macerata per spendere quattro o cinque milioni di euro, si sbagliano. Ci piacerebbe investire su Macerata perché è una piazza dove non c’è pressione, si può sviluppare un certo tipo di progetto come ad esempio il Cittadella”.

Bargagna Andrea

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