Macerata, lezione sul pensiero femminile: più di 100 persone sulla piattaforma dell'IIS "Matteo Ricci"
Più di 100 persone sulla piattaforma informatica dell’IIS”Matteo Ricci” di Macerata per assistere alla lezione della prof.ssa Caporossi sul” Pensiero “
Il pensiero femminile, la differenza sessuale, la democrazia e l’impegno etico. Questi sono alcuni dei temi affrontati in un interessantissimo incontro tenutosi il 18 novembre scorso in occasione delle celebrazioni per la Giornata Mondiale della Filosofia e organizzato dalla Società Filosofica Italiana sezione di Macerata, in collaborazione con l’Università di Macerata e con l’Istituto di Istruzione Superiore Matteo Ricci di Macerata.
L’evento, che si è svolto in modalità videoconferenza, ha visto una straordinaria partecipazione di pubblico. In più di 100 persone, infatti, tra professori, studenti e persone interessate, si sono collegati alla piattaforma informatica messa a disposizione dal Matteo Ricci.
“L’iniziativa è stata un successo che è andato oltre le nostre aspettative - ha dichiarato la prof.ssa Arianna Fermani, docente dell’Università di Macerata e presidentessa della Società Filosofica Italiana sezione di Macerata. Questo è il segno - ha poi aggiunto - di come, anche, e forse soprattutto, in questo momento di emergenza e difficoltà, il bisogno di pensare, discutere e leggere con sguardo critico la tradizione e il presente, non è venuto meno”.
L’incontro è stato aperto dalla prof.ssa Donatella Pagliacci, dell’Università di Macerata, la quale, accogliendo i partecipanti, ha presentato la biografia della prof. Caporossi, ricordando soprattutto la sua presenza sia nell’Enciclopedia delle donne sia nella autorevole Treccani (https://www.treccani.it/
La parola è quindi passata alla relatrice, la prof.ssa Patrizia Caporossi, una delle più autorevoli filosofe italiane del pensiero femminile e autrice di un libro chiave per capire il femminismo oggi: Il corpo di Diotima. La passione filosofica e la libertà femminile (Edizioni Quodlibet).
La sua intensa riflessione ha colpito profondamente il pubblico, che ha seguito, seppur davanti ad uno schermo, con grande interesse tutta la conferenza.
La professoressa, già docente al Liceo e nelle Scuole di Specializzazione per Insegnanti dell’Università di Macerata, ha parlato di pensiero femminile da un punto di vista storico e filosofico, oltre che personale.
La sua stessa biografia è infatti una chiara testimonianza dell’unione di pensiero e azione: le sue letture e le sue convinzioni politiche l’hanno portata a impegnarsi in prima linea nelle battaglie storiche per il riconoscimento dei diritti delle donne, fino a rivestire il ruolo di funzionaria nell’Unione Donne Italiane (la storica associazione, nata nel 1945, durante la Resistenza, che ha visto la presenza attiva di tante donne, spesso dimenticate, e che ha avuto un ruolo fondamentale nelle lotte degli anni Sessanta e Settanta).
Perché ancora oggi parlare di pensiero femminile? Questa è la domanda da cui la professoressa è partita, una domanda che molte volte le è stata rivolta, soprattutto dalle tante studentesse che ha incontrato durante la sua lunga carriera di insegnante. Una domanda che nasce dalla percezione che la stagione della lotta per il riconoscimento dei diritti sembra essersi ormai conclusa. Ma è così? La lotta per i diritti delle donne è una questione che appartiene al passato? “In realtà no - risponde Patrizia Caporossi a questa domanda - anzi, dobbiamo fare molta attenzione, visto che la storia non procede in modo lineare e a volte sembra anche tornare sui suoi passi, rimettendo in discussione ciò sembrava definitivamente conquistato”.
Ma il vero motivo per cui è ancora necessario parlare di pensiero femminile è proprio di natura filosofica: il pensiero, così come il linguaggio, non è mai neutro, esso è, invece, sempre connotato, in primo luogo dalla specificità del corpo.
Cosa vuol dire dunque parlare e pensare dal punto di vista del corpo femminile? Significa pensare il mondo a partire-da-sè e dalla relazione maschio-femmina, che è insieme il germe di ogni relazione biologica e il nucleo fondante di ogni collettività.
“L’uomo generico non esiste - afferma Patrizia Caporossi, sulla scorta della lettura di Luisa Muraro - esiste, invece, la differenza sessuale”. Mentre la diversità sottintende il guardare da un’altra parte e quindi allude alla separazione e all’esclusione, la differenza indica, invece, la ricchezza plurale dell'essere umano.
Pensare al femminile significa quindi pensare al plurale, essere consapevoli di sé per aprirsi al mondo.
Il pensiero femminile dunque non è semplicemente un insieme di contenuti (che cosa hanno detto le donne filosofe o che cosa hanno fatto le donne storiche), ma è prima di tutto un metodo, una via che tutti possono percorrere per ripensare se stessi e il mondo non più come separazione, esclusione e competizione, bensì come relazione, inclusione e collaborazione.
Il discorso sul femminile si intreccia con la questione della democrazia, ha infine ricordato la prof.ssa Pagliacci, che ha citato una famosa frase di Luce Irigaray: “la democrazia inizia nell’intimità dell’amore della casa”.
La relazione con l’altro da me, con il sesso opposto, ha continuato Patrizia Caporossi, diventa fondamentale, non solo perché nucleo biologico della vita, ma anche perché nucleo fondante del dialogo. La prima modalità che permette il dialogo è il riconoscimento dell’alterità. La relazione tra uomo e donna è la piccola democrazia che fa scuola alla grande democrazia: è il paradigma della democrazia collettiva, vista come una rete dove il duale si ritrova con altri duali per costruire la società dialogante.
L’evento si è concluso con un applauso virtuale e con la ripromessa di riannodare i fili del discorso in presenza, quando questo sarà di nuovo possibile.
Per chi fosse interessato, la registrazione dell’incontro sarà disponibile a breve sia sul sito della SFI di Macerata (https://sfimacerata.
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