Tolentino, l'ex sindaco Ruffini replica a Luconi: "Contro di me accuse infondate"
"Pur di attaccare il suo competitore Massimo D’Este", il candidato sindaco di centrodestra Silvia Luconi "ha ritenuto necessario tirarmi in ballo affermando che, nell’annoso contenzioso giudiziario che ha riguardato il terreno di mio padre espropriato dal Comune nel 1980, io abbia messo in pratica atti non conformi, parlando apertamente di conflitto di interessi, allorquando ricoprivo la carica di sindaco". È quanto dichiara Luciano Ruffini, già sindaco della città di Tolentino dal 2002 al 2012, facendo seguito a quelle che ritiene "dichiarazioni palesemente imprecise, false e lesive".
"Si può anche perdonare al vice sindaco di 'sbagliare' l’ubicazione dei manufatti attualmente collocati nell’area espropriata: non è presente alcuna struttura ospedaliera ma l’Agenzia delle Entrate, la Chiesa dello Spirito Santo, un tratto di Viale Brodolini e due edifici condominiali - spiega Ruffini -. Quello che è, invece, non perdonabile è l’infondata accusa mossa al sottoscritto".
"Durante il mandato di sindaco, mai ho partecipato a votazioni che riguardassero tale vicenda processuale o favorito e posto in essere atti che aumentassero la somma dovuta dal Comune a titolo di risarcimento per l’esproprio", ribadisce Ruffini, che sottolinea come la transazione che chiuse la vertenza avvenne nel 2014, "solo quando tecnicamente possibile ovvero dopo che, nell’aprile 2013, la Corte di Appello di Ancona stabilì l’ammontare dovuto dal Comune".
"La Luconi avrebbe dovuto anche dire che gli 'Eredi Ruffini', accolsero le richieste dell’Ente accettando il pagamento di soli 900mila euro (rateizzandoli), rinunciando ad ulteriori 580mila euro circa, previsti invece dalla sentenza", afferma l'ex sindaco.
"Tale sconto rispetto al quantum previsto costituiva un ammontare pari a circa il doppio della cifra maturata come interessi riferiti al periodo 2002-2012 nel quale il sottoscritto è stato sindaco della città" puntualizza ancora Ruffini, ricordando anche come non figurasse all’interno del processo essendosene "estraniato all’inizio del proprio mandato".
"Che il prodotto sia stato confezionato con finalità strumentali e false è dimostrato anche dal volere accostare alla mia persona quella di Massimo D’Este. Non se ne capisce il motivo. D’Este non ha mai, in precedenza, fatto politica attiva e non è stato mai iscritto a nessun partito. Se la signora Luconi vuol farsi percepire come il 'nuovo che avanza' mi permetto di citare Mino Martinazzoli per annoverarla tra il nuovo che basta e avanza", conclude Luciano Ruffini.
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