"Ci domandiamo per quale motivo l'amministrazione comunale senta la necessità di costruire, nel nostro territorio, un'opera del genere, vista la bassa fruizione di tale servizio registrata in passato, e a fronte di una legislazione che prevede la costruzione di un forno crematorio solo per grandi necessità e dove ci siano i presupposti". Il direttivo dell'Associazione "Città in Comune" dice no alla proposta di costruire un forno crematorio a Tolentino.
"Ci sentiamo in dovere di allertare i nostri concittadini per la scelta poco attenta e sensibile al futuro della città - dicono dall'associazione -, che paga già un prezzo altissimo a livello di inquinamento e di cattivi odori causati dal Cosmari, della discarica provinciale e delle troppe aziende che operano, da sempre, a ridosso del centro storico. Il forno crematorio sarà collocato, sì, all'interno dell’area cimiteriale ma non si può trascurare l'estrema vicinanza di abitazioni, di un campo sportivo molto frequentato, di attività commerciali e di campi coltivati".
"Con questo appello chiediamo al sindaco e alla giunta comunale di prendere atto del dissenso e che facciano un passo indietro, spiegando le motivazioni vere che si celano dietro a questa proposta che verrà dibattuta oggi 30 dicembre, a chiusura di una anno già funesto di suo" aggiungono gli esponenti di "Città in Comune".
"Evidenziamo, inoltre, la necessità di un diretto coinvolgimento della cittadinanza attraverso una adeguata campagna informativa favorendo, in questo modo, un dibattito il più possibile partecipato attorno ad una scelta che inciderà pesantemente sulla qualità della vita: durante la cremazione, infatti, nei forni si ha produzione di inquinanti atmosferici quali monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Possono aggiungersi, inoltre, emissioni di mercurio (dall’amalgama presente nelle otturazioni dentarie), zinco (specialmente nel caso delle cremazione di tombe estumulate), diossine-furani e IPA. Auspichiamo, quindi, un stop all'opera e che le risorse ad essa destinate vengano utilizzate, piuttosto per un reale rilancio del centro storico e della città tutta, fortemente provata dal sisma del 2016, prima, e dall'epidemia da covid19, poi" concludono i membri del direttivo "Città in Comune".
(Foto di repertorio)
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