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Parcaroli a Monteverde: "La figura di padre Matteo Ricci poco valorizzata, turisti a Macerata solo di passaggio"

Parcaroli a Monteverde: "La figura di padre Matteo Ricci poco valorizzata, turisti a Macerata solo di passaggio"

"Sono incredula per quanto ha detto il candidato sindaco della Lega a Macerata. Sembra non conoscere la città e la storia della città in questi 10 anni. Dice che Macerata ha dimenticato il suo illustre cittadino, padre Matteo Ricci. Ma come non può sapere che da due anni lavoriamo agli itinerari ricciani sulla città?" Così l’assessore alla cultura uscente del comune di Macerata, Stefania Monteverde, ha replicato ad un post pubblicato da Sandro Parcaroli su Facebook, nei giorni scorsi. 

Nel post, il candidato sindaco leghista evidenziava come la figura di padre Matteo Ricci non fosse stata adeguatamente promossa nei 20 anni di amministrazione del centrosinistra.

Per rispondere alle parole dell'assessore Monteverde, Parcaroli ha scelto di affidarsi ad una lettera scritta di suo pugno. 

"Voglio raccontarti una cosa - scrive Parcaroli, rivolgendosi all'assessore Monteverde -. Un giorno tra i primi di settembre dell’anno scorso, un anno fa dunque, risalivo a piedi da Piazza Mazzini per andare al Duomo. All’altezza della piazzetta, dove confluiscono via Lauro Rossi e via Padre Matteo Ricci, noto un gruppo di cinesi mettersi in posa (saranno stati 6 o 7) davanti alla parete delle affissioni pubblicitarie. Non riuscivo davvero a capire che senso avesse quello sfondo, visto che peraltro il primo acquazzone di fine estate aveva rovinato la carta dei manifesti e scollato quasi tutto. Mi fermo, li guardo, chiedo loro se hanno bisogno di qualcosa, mi propongo per fare io la foto. Solo nel momento in cui mi danno in mano la macchina e spiegano, a gesti, dove volevano essere fotografati, comprendo il perché di quello scatto. Volevano essere immortalati davanti alla scritta, posta proprio su quel muro, in alto a sinistra, “via Padre Matteo Ricci”. In pratica, non potendo visitare un solo luogo dedicato permanentemente a lui, hanno optato per l’unica soluzione possibile. Dire che erano stati a Macerata per tramite di quella via a lui dedicata. Ho provato una fitta al cuore, pensando a quanto poco Macerata stesse valorizzando la figura di quell’uomo e alle occasioni che stava perdendo dal punto di vista turistico (che è poi anche sviluppo economico e sociale)".

"Del progetto degli ultimi due anni, quello sugli “orientalisti”, mi hanno parlato tutti quelli che non hai coinvolto - scrive ancora Parcaroli, sempre rivolgendosi all'assessore uscente -. A cominciare dagli stessi enti che vengono definiti esperti o a noti studiosi del Ricci. E sono stato io ad aver con incredulità appreso che per allestire tale museo, tu abbia scomodato consulenti esterni quando avevi a Macerata un patrimonio di conoscenza che da solo bastava a giustificare qualunque impresa. Ma tant’è, non giudico questo. Punti di vista differenti. Giudico invece sì un po’ tardivo il tuo/vostro interessamento alla realizzazione di un luogo dove permanentemente si possa fare esperienza dell’opera ricciana".

"Hai/avete avuto 10 anni, tralasciando il decennio di giunta Meschini precedente, per porre rimedio a tale grave mancanza, come mai ci si è ridotti all’ultimo?" si chiede Parcaroli. 

Il candidato sindaco del centro-destra scrive, quindi, dei suoi progetti culturali per la città. "Tanto per iniziare dedicare a Ricci, Beligatti e Tucci, tre percorsi differenti, che ne denotino e sottolineino la singolarità dell’esperienza, se pur accomunata dalla passione per l’Oriente. Lo scopo di Macerata deve essere quello di portare turisti che vi rimangano per almeno 2 o 3 giorni, quando non addirittura di più. Se tu crei un museo o altro progetto dedicato a Ricci - aggiunge Parcaroli, sempre rivolto alla Monteverde -, un’esposizione permanente in onore di Tucci, un’altra iniziativa per Beligatti, una per Ferretti, un’altra per Pannaggi e via dicendo, non credi che ci vorrebbero almeno 3 giorni ad un turista, per vivere e conoscere a fondo la città? Se poi ci fosse annessa una mostra di grandi artisti internazionali in alcuni periodi dell’anno, l’offerta non sarebbe ancor più allettante? Se tutto questo andasse a sommarsi con quanto già esistente non pensi che, magari, farebbe essere Macerata meta e non passaggio verso altra destinazione di una vacanza nelle Marche?" . 

Concetti che Parcaroli ha ribadito anche durante la presentazione del suo programma elettorale (leggi qui).

"Dovremmo cominciare a pensare in grande per Macerata - conclude Parcaroli nella lettera -. Padre Matteo Ricci lo ha fatto, esplorando terreni culturali e sociali considerati impossibili all’epoca del suo soggiorno in Cina. La lezione più grande che ci lascia è quella di una visione internazionale senza precedenti. La cultura deve servire a moltiplicare orizzonti, non a celebrare se stessa. E Macerata è la città di Padre Matteo Ricci, più di chiunque altro. Anche lui è dovuto andarsene per realizzare i sogni che aveva nel cuore. Fu in tal senso il precursore di una triste tendenza arrivata fino ai giorni nostri. I maceratesi che vogliono realizzare sogni sono ancora costretti ad andarsene, perché Macerata ha poco da offrire loro. È arrivato il momento di riportarlo a casa. Anche erigendogli quella statua che solo i grandi della storia meritano. I simboli servono a ricordare l’importanza di certe imprese e il valore di chi le ha compiute. Tutto il resto ha poca importanza".

 

 

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