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Il senatore D'Anna fa chiarezza: "Ai terremotati va dato tutto, mai sostenuto il contrario"

Il senatore D'Anna fa chiarezza: "Ai terremotati va dato tutto, mai sostenuto il contrario"

"Quello che sembrava un esempio virtuoso di democrazia partecipata non è stato altro che un grossolano errore dal parte dello Stato".

È il senatore Vincenzo D'Anna (Ala) a parlare, dopo le polemiche scaturite da un articolo de Il Fatto Quotidiano che riprendeva una intervista del senatore a Ecg Regione: “Terremoto? Noi siamo un popolo strano: anziché ringraziare e predisporci all’apprezzamento delle cose che ci vengono date, iniziamo a richiederle con maggiore insistenza e maggiore velocità, dimenticando che quelle cose in punta di diritto non ci spettano”. 

Così, per fare chiarezza, abbiamo contattato il senatore D'Anna che non si è sottratto alle nostre domande.

"Ai terremotati va dato tutto - spiega D'Anna - e io non ho mai sostenuto il contrario. Sostengo che le popolazioni sfollate vadano sostenute con tutti i mezzi, dico anche che è stato commesso un errore da parte dello Stato quando è stato permesso ai sindaci e ai cittadini di scegliere autonomamente se restare nei territori colpiti o meno. È così che poi nascono polemiche da parte di quelle stesse persone che hanno voluto decidere insieme ai sindaci di rimanere a quelle altitudini sotto le tende, perché si è sempre saputo che le casette di legno che loro avevano richiesto non sarebbero arrivate subito. Inoltre quelle stesse persone non hanno voluto i container, non si sono voluti trasferire con una diaria garantita dallo Stato presso parenti e non si sono voluti trasferire nelle strutture ricettive della costa”.

Si passa poi a parlare di ricostruzione e di soldi pubblici.

"Non c'è scritto da nessuna parte - continua D'Anna - che lo Stato debba concorrere alla ricostruzione delle civili abitazioni. Spiego il perché. Il Governo lascia intendere che sarà l'Europa a rifonderci per i danni subiti, ma non sarà così e al massimo quello che l'Europa potrà fare sarà autorizzare il nostro Paese a sforare i parametri di Maastricht e a spendere, dunque, molto di più di quello che si potrebbe fare. Se il Governo deciderà di partecipare attivamente alla ricostruzione delle abitazioni civili, la spesa preventiva potrebbe superare i cento miliardi di euro una cifra che, per forza di cose, dvrà rientrare nelle casse dello Stato sotto forma di tasse".

"Quando si parla di macroeconomia - conclude il senatore - c'è ancora troppa ignoranza in giro e si tende a credere a quelle che sono dicerie da parte di affabulatori. Ad esempio, troppo spesso si tende a dire che ad incidere sul debito pubblico del nostro paese siano i vitalizi e le spese sostenute dai politici. Sa qual è la verità? Che questa spesa incide per un undicimilionesimo sul debito: le prime quattro voci sono infatti pensioni, stipendi, sanità e interessi passivi. I tempi sono cambiati e non battiamo più moneta legati ai vincoli Europei. Il Fiscal Compact ed il pareggio di Bilancio trasformeranno ogni spesa in tasse e quelli che oggi fanno i filantropi pensando che la questione spesa statale non li debba interessare si sbagliano".

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