"Dimissioni sì o no?", Carlo Ciccioli e il 'Test Cincinnato' a Matteo Ricci: scatta la Grande Corsa per il Governo delle Marche
'Un marchigiano in Europa'. Firmato Matteo Ricci. Sull'istante a Macerata si è pensato, leggendo lo script del manifesto murale 6×3, ad un errore di stampa. La mente è volata infatti al leggendario viaggiatore Padre Matteo Ricci, maceratese e dunque marchigiano che ancor prima di Marco Polo ha raggiunto la Cina alcuni secoli fa. Altro che Bruxelles.
Inoltre perlopiù a piedi come 20 anni or sono il treiese Ulderico Lambertucci. E non in bicicletta su e giù per le Marche, come ha garantito l'europarlamentare Matteo Ricci di cui il citato maximanifesto. Non il grande gesuita. Equivoco chiarito!
In ogni modo ha preso il via 'La grande Corsa' che vedrà da qui a settembre Matteo Ricci (Pd ed alleati) e l'attuale governatore Francesco Acquaroli (FdI ed alleati) sfidarsi per il Governo regionale.
Mentre Acquaroli comincia ad apparire sui tg nazionali a nome di FdI - preconizzando, chissà quando, forse un futuro romano? - sono intanto iniziate le prime schermaglie. E al candidato del centrosinistra - "Se non lui, chi?" prefigurando Acquaroli un'evidente scarsita' di competitors nel campo avverso - Carlo Ciccioli, psichiatra e collega al Parlamento europeo ha 'somministrato' allo stesso Matteo Ricci un test.
Che potremmo definire 'Test Cincinnato'. Rivelando peraltro il dottor Ciccioli un pregiudiziale profilo dell'ex sindaco di Pesaro, lo ha definito a causa di una presunta altissima autostima: il Marchese del Grillo - sì, quello interpretato da Alberto Sordi sul grande schermo! "Perchè dunque non ti dimetti nel mentre accetti la candidatura a governatore delle Marche? Se lo fai ti accompagno al Protocollo" ha proposto suadente il Dottore (Sottile) a Ricci.
Nel political contesto, da Cincinnato ad oggi senza scandalo alcuno la risposta è: Impossibilia nemo tenetur. Lo diciamo in latino, non in napoletano: Qui nessuno è tenuto all'impossibile.
Un test che, Ricci silente, è stato rimandato non senza ironia al mittente dai Dem: "Pensate a voi stessi. Vi siete mai dimessi?!". Già, in effetti, chi ci pensa a lasciare 'sua sponte' un remunerato incarico pubblico in Italia e fuori? Poi lo stesso Ciccioli affiancato dal coordinatore regionale di FI, on. Francesco Battistoni, ha chiarito che di immunità in fondo si tratta. In riferimento futuro ed eventuale ad 'Affidopoli', inchiesta pesarese in fieri.
Aldilà tuttavia del provocatorio test Cincinnato sul travagliato tratto Bruxelles-Ancona ecco irrompere più concretamente la Modernità: un termovalorizzatore. Come l'Araba Fenice. Che ci sarà chiunque (in particolare la giunta regionale) lo dice, dove sarà nessun lo sa (chiaro: siamo in tempo pre-elettorale). Ricci ha detto che si opporrà.
Subito infilzato dal Centrodestra: "A Roma, pro Gualtieri hai detto sì". Non basta. Pure il Psi incalza: "Il termovalorizzatore non deve essere un tabu'" e al pari di Avs (pero' contrario al 'camino') fa distinguo sulla concertazione, non ampia, che ha condotto alla candidatura del competitor di Acquaroli.
Ricci, da parte sua, alle prime luci della indicazione regionale aveva commentato poeticamente affidandosi a Giacomo Leopardi: 'Primavera d'intorno brilla nell'aria/e per i campi esulta'. Non aveva previsto, Matteo, i capricci del meteo primaverile marchigiano. Di questo passo dovrà fare attenzione alle buche e, sul pave' del centrosud, alle possibili forature della bici, erede questa dello 'storico' furgoncino di un altro illustre Matteo (Renzi).
Fra tuoni e fulmini, polemiche e distinguo, avviata la punzonatura (rito di un ciclismo eroico che sa di foto in b/n, tubolari a tracolla) l'augurio per Acquaroli e Ricci, i nostri Coppi e Bartali è per un percorso netto.
Ne va, ne va, direbbe il manzoniano don Abbondio, della vita futura delle Marche, già patria del modello di sviluppo nazionale e in tempi recenti prima regione manifatturiera del Centro Italia. Bei tempi, già.
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