Caldarola, Giuseppetti: "Sindaci non informati sui contagiati del proprio Comune"
“Il Sindaco di un paese o città è la prima Autorità Sanitaria del suo territorio, ha il dovere di garantire l’integrità delle norme igieniche e tutelare la salute dei suoi concittadini. Appare quindi assurdo che proprio il Primo cittadino non venga messo a conoscenza dell’esistenza o meno, tra gli abitanti del suo Comune, di uno o più casi di Coronavirus. Non par avviare una caccia all’untore, assolutamente da escludere ed evitare, ma per avere una situazione puntuale e attenta ed agire nel rispetto soprattutto dei tanti volontari che si stanno mettendo a disposizione dei più deboli per garantire beni di prima necessità”.
A far emergere questo paradosso è il Sindaco di Caldarola Luca Maria Giuseppetti che - sentiti i colleghi di altri Comuni toccati dal CoViD 19 - ha potuto confermare quello che in un primo momento era solo un sospetto: nell'eventualità della presenza di uno o più casi di Coronavirus in un Comune, i Sindaci e gli uffici comunali non ne verrebbero informati, in barba al ruolo di autorità sanitaria.
Giuseppetti non ci sta e punta i piedi: “Dobbiamo tutelare la salute di tutti, anche di chi va nelle case a portare farmaci e viveri, le precauzioni non sono mai abbastanza. In situazioni di contagio accertato il rispetto della privacy deve subire una deroga e il Sindaco deve sapere i nomi dei contagiati, ovviamente sarà suo dovere rispettare la segretezza dell’informazione”.
E’ capitato invece, in altri Comuni del territorio, che la notizia del contagio sia arrivata per via traverse, ben poco ufficiale e non sempre attendibili, ciò può creare ancora più confusione e psicosi.
A tal proposito alcuni esponenti politici nazionali hanno anche presentato un’Interrogazione Parlamentare a dimostrazione di quanto la problematica sia sentita da molti Primi cittadini.
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