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Appignano, ritocco dell’Irpef dello 0,15% "Non tocca le pensioni minime e i redditi più bassi"

Appignano, ritocco dell’Irpef dello 0,15% "Non tocca le pensioni minime e i redditi più bassi"

A causa dell’aumento considerevole di alcuni capitoli importanti di spesa del bilancio previsionale 2025, l'amministrazione comunale di Appignano nell’ultimo Consiglio ha dovuto deliberare un piccolo rialzo dell'Irpef dello 0,15%.

"Una decisione presa con fatica per poter chiudere il nuovo bilancio previsionale nel quale si è dovuto tener conto dell’aumento considerevole di alcune voci in uscita e la diminuzione di voci in entrata. Per dare dei numeri, in merito alle entrate, il 2024 è stato il primo esercizio in cui si è azzerato il Fondo ministeriale per garantire la continuità dei servizi, (concessi negli anni passati per l’aumento delle utenze energetiche), a ciò si aggiunge la diminuzione del contributo idrico da parte del soggetto affidatario di circa 40mila annui", sottolinea il sindaco Mariano Calamita. 

"Nello specifico, come anche annunciato dall'Anci, importante è stata l’incidenza della diminuzione del fondo di solidarietà comunale che ogni anno lo stato riversa sugli enti locali - aggiunge Calamita. Il governo con il patto di stabilità ha deciso, già a partire dal 2024 fino al 2028, che il comune di Appignano dovrà restituire allo stato una somma pari a circa 20mila euro ogni anno, con difficoltà di sopperire a tale mancanza".

"Si è deciso pertanto, di concerto con gli assessori, in prima istanza di diminuire le spese dei vari capitoli, dal turismo alla cultura, preservando la copertura per le spese relative ai servizi alla persona, ai servizi a domanda individuale e ai servizi sociali, i quali maggiormente incidono sulle famiglie e sulle fasce deboli della popolazione", spiega Calamita.

In particolare proprio la parte del sociale, all’interno del bilancio comunale, ha rilevato un incremento considerevole: "Basti pensare all’assistenza scolastica per i bambini con disabilità che è aumentata del 40% circa negli ultimi 3 anni, di cui il 17% dal 2024 al 2025 ed è in costante previsione di aumento - puntalizza il primo cittadino -. Sono aumentate le richieste di assistenza domiciliare per anziani e disabili, le richieste di aiuto da parte di nuclei fragili dal punto di vista socio-economico. D’altro canto, con il rinnovo contrattuale delle cooperative dei servizi, lo stesso costo degli operatori ha subito un brusco incremento di circa 59mila euro su base annua".

"A ciò si aggiungono tutti gli aumenti relativi alle utenze degli impianti sportivi, degli stabili comunali e delle scuole, di cui i cittadini e le associazioni del territorio, usufruiscono quotidianamente; per fornire un’indicazione di massima si è rilevato un aumento di circa 77mila euro dal post-covid ad oggi - chiarisce ancora Calamita -. Seppur gli aumenti si son verificati a partire da circa un paio d’anni, solamente l’attestarsi di un loro costante andamento in salita e la depauperazione da fondi statali verificatasi dal 2024 che ha portato l’Amministrazione a prendere la difficile decisione di aumentare la percentuale di addizionale comunale, dallo 0,65% allo 0,80% attestandosi su quella che è l’aliquota applicata da quasi tutte le amministrazioni comunali della provincia". 

L’aumento dell’Irpef non si applicherà ai redditi più bassi e alle pensioni minime, per le quali trova applicazione la clausola di salvaguardia relativa alla no tax area, mentre per tutti i redditi superiori a 8.500,00, verrà applicato un prelievo che inciderà per 0,15% punti sul reddito: "Un piccolo ritocco che però consentirà alle famiglie del nostro comune di continuare a usufruire di tutti i servizi a prezzi calmierati, come quelli scolastici e consentirà ai  nuclei più fragili, soprattutto nella fascia dei minori e degli anziani, di continuare ad avere un supporto per poter godere di pari opportunità nei vari ambiti sociali o anche semplicemente per garantire una vita dignitosa, nel rispetto di quel principio solidaristico che è alla base della legislazione sociale e fiscale", conclude Calamita.

 

 

 

 

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