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San Severino, un successo la tappa di "MarcheStorie" dedicata al castello di Serralta

San Severino, un successo la tappa di "MarcheStorie" dedicata al castello di Serralta

Delle fortificazioni un tempo poste a difesa della città di San Severino Marche era, e resta, un simbolo. Ma per conoscere la vera storia del castello di Serralta occorre fare un salto indietro nel tempo. A questa pagina, poco nota ai più, il festival "MarcheStorie" ha voluto dedicare una tappa dell’edizione 2023 andando, come per gli altri borghi interessati dalla rassegna ideata da Paolo Notari e sostenuta dall’assessorato alla Cultura della Regione, alla scoperta, o forse sarebbe meglio dire alla riscoperta, di quelli che furono, e che restano, vecchi miti e leggende.

"Dalla distruzione di Civitella alla fondazione del castello di Serralta" è stato così il titolo di una tre giorni, patrocinata dal Comune di San Severino Marche, che ha veramente rianimato uno dei più bei borghi del territorio settempedano.

Per l’occasione sono state organizzate degustazioni insieme a spettacoli, visite guidate, attività ludico didattiche, escursioni in bici e a piedi e poi vere e proprie ricostruzioni storiche in costume grazie all’intensa attività dell’associazione Palio dei Castelli e della compagnia Grifone della Scala che ha reso tutto magistralmente più veritiero facendo vincere al Comune anche un bando regionale. Ad adoperarsi infine per l’ottima riuscita dell’evento anche gli abitanti della frazione che da sempre si impegnano tantissimo per valorizzare questi luoghi.

“È stata una tre giorni unica – commenta con soddisfazione l’assessore comunale al Turismo, Michela Pezzanesi, che con il sindaco ha preso parte alla manifestazione. Quello di Serralta, come è noto, è uno dei castelli un tempo posti a difesa della città di San Severino Marche. Dell’antica struttura, risalente al XIII secolo, ad oggi rimangono la porta di accesso e alcuni resti delle mura e della torre incorporata nella chiesa parrocchiale. In realtà questo non era il luogo del castello originale che sorgeva, invece, nel piccolo borgo di Civitella.

Era un luogo quasi nascosto e quindi protetto da scorrerie di avventurieri e barbare soldataglie. Il passaggio dei Visigoti di Alarico e degli Ostrogoti di Totila, Longobardi e Bizantini che confinavano tra loro proprio lungo il vicino Musone, non hanno mai impedito di permanere, a Civitella e nei suoi dintorni, a una nutrita comunità. Questa aveva eletto a protettore il santo ravennate Apollinare, ad attestazione dell’influenza bizantina nel territorio. Poco sotto, sul versante nord, la macchia nascondeva la grotta dove nel XIII sec. visse in forma eremitica santa Sperandia, compatrona di Cingoli e molto venerata tuttora.

 

Proprio in questi luoghi, attraverso un’attenta lettura delle fonti storiche del periodo e degli scrittori postumi è stato ambientato il festival “MarcheStorie” che, attraverso uno spettacolo narrativo ed evocativo, è riuscito a ricostruire le vicende che hanno accompagnato la storia, il momento della drammatica distruzione e la ricostruzione della struttura difensiva.

 

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