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Morrovalle, la pioggia non ferma le celebrazioni per il 25 aprile: il sindaco cita Primo Levi

Morrovalle, la pioggia non ferma le celebrazioni per il 25 aprile: il sindaco cita Primo Levi

La pioggia battente non ha fermato le celebrazioni per l’80° anniversario della liberazione a Morrovalle, che però si sono spostate all’interno della chiesa di Sant’Agostino anziché nel tradizionale format che prevedeva un corteo da piazza Vittorio Emanuele al Monumento ai Caduti. 

Dopo la messa in memoria dei caduti, la banda musicale Giuseppe Verdi si è schierata ai piedi dell’altare, mentre il sindaco Andrea Staffolani, affiancato dal primo cittadino del consiglio comunale dei ragazzi Lucia Cartechini, dalle autorità civili e militari, dai rappresentanti del consiglio comunale e delle associazioni cittadine, ha rivolto il suo discorso alla cittadinanza citando, in chiusura, la poesia di Primo Levi “Shemà”.

«Il 25 aprile 1945 nasceva una nuova Italia – ha sottolineato Staffolani – questa è e deve essere la festa di tutti gli italiani, una giornata da celebrare per rafforzare la nostra identità, la nostra cultura e lo spirito di unità.  Il nostro operare, come quello dei nostri padri, deve continuare a incentrarsi nel rispetto dei valori della libertà e dell'uguaglianza, della democrazia e dell’indipendenza, principi fondamentali richiamati dalla nostra Costituzione. La guerra, questo lo possiamo appurare anche ai giorni nostri, produce solamente orrori. L’umanità, purtroppo, la conosce fin troppo bene. Eppure non riusciamo a imparare dal passato».

«Ricordo il nostro Santo Padre, Papa Francesco, che in diverse occasioni ha affermato che la guerra è sempre una sconfitta, un inganno, una distruzione della fraternità umana, un crimine contro l’umanità. Dobbiamo allora sforzarci di essere tutti quanti costruttori di pace. Costruire la pace, in ogni ambito e in ogni luogo, è un processo che richiede impegno, cambiamento di stile di vita e volontà di agire in modo non violento - ha aggiunto Staffolani .. È possibile costruire la pace nel quotidiano, partendo dalle proprie scelte e dai propri comportamenti. Come l’Italia è ripartita e ha trovato la forza di risorgere, così anche noi dobbiamo affrontare le difficoltà con coraggio e determinazione. Mi rivolgo, in particolare, ai giovani, affinché con l’energia e la grinta che vi appartengono, sappiate affrontare le sfide di oggi e guardare al futuro con ottimismo traendo dalla nostra storia gli stimoli giusti e il senso di responsabilità. Le donne e gli uomini della Resistenza, sono un esempio di resilienza e coraggio straordinari».

Spazio poi ai rappresentanti del consiglio comunale dei ragazzi, che hanno ricordato le figure di due martiri della Resistenza maceratese, Livio Cicalé e Giuseppe Biagiotti, che vennero fucilati nel campo di concentramento di Sforzacosta dopo aver tentato di catturare un gerarca fascista. In chiusura l’intervento del consigliere comunale di opposizione Francesco Sopranzi, che ha letto un messaggio a nome del gruppo Cura e Partecipazione.

«L’antifascismo non è una bandiera di questa o quella parte, ma un filo che ci lega – ha rimarcato Sopranzi – oggi non può esserci divisione, questa festa ci connette a quella storia, a chi ha dato la vita per la nostra libertà. Questa non è una cerimonia polverosa, ma una festa vita. Il messaggio più autentico, con parole nette e senza fronzoli, ce lo ricorda la lapide di piazza Garibaldi: “Nel secondo anniversario della liberazione di Morrovalle, ricordando i militari e i civili morti nella guerra 1940-1945, voluta dalla follia di un regime totalitario e tirannico, contro la volontà del popolo”. E la firma è “La cittadinanza”. Non un partito, non una fazione. La liberazione l’hanno voluta tutti, tutti insieme. Morrovalle allora ha scelto da che parte stare e quelle parole non sono ideologia, sono la nostra identità, la nostra radice». 

 

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