Macerata, il parco storico letterario dedicato all'esploratore Giuseppe Tucci diventa realtà
L’assessorato al Turismo del comune di Macerata, in sinergia con l’Associazione internazionale Identità Europea, grazie a un finanziamento dell’assessorato alla Cultura della Regione Marche, sta realizzando un progetto volto alla creazione su tutto il territorio regionale di un Parco Storico-Letterario dedicato a Giuseppe Tucci e intitolato “Le Marche e l’Oriente – Giuseppe Tucci”.
La volontà è quella di fare dei centri inseriti nel circuito del Parco una meta di turismo qualificato, creando sul territorio una rete coordinata e funzionale finalizzata alla tutela e alla fruizione corretta del paesaggio integrato (urbano, rurale, produttivo, patrimonio immateriale), come pure alla conservazione e valorizzazione delle identità culturali e produttive locali.
L’iniziativa è stata illustrata al pubblico e alla stampa giovedì 20 aprile, in occasione del convegno tenuto presso l’Auditorium della Biblioteca comunale "Mozzi Borgetti" di Macerata.
Riccardo Sacchi, assessore al turismo ed eventi della città di Macerata, ha portato i saluti della città e del sindaco Sandro Parcaroli impegnato per ragioni istituzionali. La Regione Marche è stata, invece, rappresentata dal consigliere Anna Menghi, che ha sottolineato la centralità del turismo culturale nell’azione di governo dell’attuale Amministrazione.
Presenti in sala il vicesindaco e assessore alle Politiche sociali Francesca D’Alessandro, l’assessore all’Urbanistica Silvano Iommi, l’assessore al Bilancio e alle partecipate Oriana Maria Piccioni, l’assessore alla Sicurezza e al decoro Paolo Renna, la professoressa Catia Giaconi dell’Unimc, il presidente della Associazione Italia-Tibet Claudio Cardelli e il rappresentante del Comando Vigili del Fuoco di Macerata Davide Paoloni.
Nel primo intervento in programma il professor Adolfo Morganti, presidente di “Identità Europea” ha tracciato il quadro storico in cui si inserisce il progetto, nato dal decennale lavoro dell’associazione nelle Marche.
Un percorso che lega il nostro territorio con l’Oriente, da Pennabilli ad Ascoli Piceno, testimoniato dall’opera delle Missioni cappuccine, di Matteo Ricci, di Giuseppe Tucci, di Teodorico Pedrini, di San Ciriaco, di Orazio della Penna di Cassiano da Macerata e di decine di missionari e studiosi di queste civiltà, dall’Armenia fino alla Cina e dal XV al XX secolo.
Durante la sua relazione, il presidente ha anche ufficializzato la notizia che il professor Franco Cardini, storico e medievista di chiara fama internazionale, ha accettato di presiedere il Comitato scientifico de "Le Marche e l’Oriente – Giuseppe Tucci".
Emanuele Luciani, responsabile “Identità Europea Area Marche” e ricercatore operativo sul territorio, ha relazionato sullo stato dell’arte dei suoi studi all’interno degli archivi storici degli ordini monastici, in cui ha già rinvenuto documentazione su oltre 400 missionari marchigiani in Oriente.
Ha, poi, mostrato in una cartina interattiva la concentrazione di questi religiosi “esploratori” in ben 94 dei 255 comuni marchigiani. Questo dato rappresenta in modo plastico come il Parco Storico- Letterario, che vede Macerata comune capofila, rappresenti un’opportunità per un turismo di tipo culturale diffuso su tutto il territorio regionale, compresi molti piccoli borghi.
Il professor Elio Marini, presidente Associazione "Frate Orazio della Penna" di Pennabilli ha ripercorso la storia delle missioni marchigiane in Tibet a partire dai primi anni del 1700, con un racconto ricco di storie e aneddoti particolari. Personaggio chiave di quest’opera di evangelizzazione dell’Oriente è stato appunto Fra’ Orazio della Penna che ha dedicato alla missione a Lhasa ben 33 anni della sua vita.
Lo stesso, dopo aver conquistato la fiducia della popolazione locali praticando la medicina, è stato autorizzato a realizzare una chiesa, di cui un calco della campana è attualmente conservato a Pennabilli. Marini ha, quindi, raccontato il suo ritrovamento del manoscritto contenente il primo dizionario Tibetano-Italiano di ben 33.000 vocaboli, compilato proprio da Fra’ Orazio attorno al 1730.
Infine, ha presentato il libro di cui è curatore "Frà Orazio della Penna e la missione dei cappuccini marchigiani in Tibet", prima di una serie di edizioni già inserite nel piano editoriale del progetto.
La giornata si è chiusa con un monologo del professor Cesare Catà, filosofo e performer teatrale, che ha dipinto con il suo stile narrativo, originale e appassionante, un suggestivo ritratto di Giuseppe Tucci, che ha definito "il più colto dei suoi tempi". Ha poi ricordato come l’esploratore maceratese, preconizzando i tempi bui che sarebbero seguiti per il Tibet, abbia salvato migliaia di manoscritti e opere d’arte che sarebbero altrimenti andate perdute.
Il convegno, moderato dal giornalista Cristiano Boggi, è stato anche l’occasione per confrontarsi sui temi, quanto mai attuali, dei rapporti fra le differenti civiltà, dei rischi dello scontro fra identità religiose differenti, delle necessità di un dialogo a più livelli che conduca, viceversa, ad un clima di collaborazione concreta fra le grandi aree geostrategiche del mondo contemporaneo, quali l’Europa mediterranea da una parte, l’Asia intera e in particolare il subcontinente indiano dall’altra.
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