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Macerata, il Liceo Galilei chiude le celebrazioni del centenario con una serata indelebile: da Mozart a ospiti d'eccezione (FOTO)

Macerata, il Liceo Galilei chiude le celebrazioni del centenario con una serata indelebile: da Mozart a ospiti d'eccezione (FOTO)

Nella serata di sabato 16 dicembre il Teatro Lauro Rossi di Macerata ha ospitato la serata di Gala conclusiva per il centenario dalla nascita del Liceo Scientifico Galileo Galilei, una delle istituzioni scolastiche più prestigiose e storiche della città. Un evento finale, emozionante e coinvolgente, che, in linea con tutti gli altri iniziati ad aprile di quest’anno, ha celebrato la tradizione e l’innovazione di una scuola che ha formato generazioni di studenti e professionisti di successo.

La serata è stata inaugurata dalle note dell’inno nazionale, eseguito dall’Orchestra Sinfonica delle Scuole Marchigiane “Eroica”, diretta dal maestro Luca Maria Testa. Dopo il preludio mameliano, a sedersi al piano, illuminato da una luce soffusa, una solista d’eccezione e di finissimo talento: la dirigente Roberta Ciampechini

La totale sintonia dell’orchestra e del piano hanno dato vita a un repertorio mozartiano che ha trovato il suo culmine nel Concerto per pianoforte e orchestra n. 21 in Do Maggiore KV 467, uno dei capolavori del genio di Salisburgo, che ha affascinato il pubblico con la sua eleganza, la sua ricchezza melodica e la sua profondità espressiva. Il secondo movimento, l’ “Andante”, è stato particolarmente commovente, con il suo tema delicato e malinconico, reso celebre dal film “Elvira Madigan” di Bo Widerberg. 

Chiuso il sipario, è uscita, in elegante abito nero, Ciampechini che dalla musica è passata alla parola sulla scia di un fil rouge che va in direzione della passione, una passione che muove il tutto: “Con i componenti dell’Orchestra abbiamo in comune due passioni: la scuola e la musica, che ci uniscono e che ci hanno fatto suonare bene insieme. La passione è un valore aggiunto nella vita quindi non toglie niente alla scuola; è qualcosa che dà in più; lo dimostrano gli ospiti di questa sera. L’importante è vivere sempre la vita con grande trasporto perché questo porterà lontano”.

Successivamente, è stato il momento di ascoltare le testimonianze di alcuni ospiti illustri, che nel loro campo si sono distinti a livello nazionale e internazionale e che sono stati ex studenti del Galilei. Tutti hanno raccontato il loro percorso di studi e di carriera, sottolineando il ruolo fondamentale che il liceo Galilei ha avuto nella loro formazione umana e culturale.

La prima a prendere la parola è stata Stefania Ciccioli, sostituto procuratore della Repubblica di Macerata, che dopo aver ripercorso la sua carriera, è tornata ai ricordi del liceo: “Grazie ad alcune professoresse e professori, agli inizi degli anni ’80, il Galilei è stato il primo ad aver inventato la settimana culturale per gli studenti del quarto e del quinto. Una settimana tutta dedicata alla figura di Galileo Galilei sotto il segno di una multidisciplinarietà perché fu organizzata da professori di filosofia, di letteratura, matematica, fisica; vennero convolte anche figure molto alte della cultura e dell’accademia italiane”.

Poi, il passaggio di microfono a Lorella Giannandrea, docente di Tecnologie dell’Istruzione e dell’Apprendimento presso l’UniMc, nonché compagna di banco della Ciccioli: “Un pensatore che cito spesso, Paul Ricoeur, parla di ‘ percorsi di riconoscimento’. Gli studenti a scuola devono riconoscere in primo luogo sé stessi, e devono anche riconoscersi nell’accezione dell’essere riconosciuti: noi ci riconosciamo quando gli altri ci consentono di capire chi siamo. Il liceo ci ha permesso di crescere e di riconoscere quello che eravamo ma anche di sentirsi riconosciuti. Noi che siamo qui, nei confronti di questa scuola, condividiamo uno spirito di gratitudine che ci ha permesso di arrivare dove ora siamo”. 

Successivamente, il turno di Maria Laura Rosati, medico chirurgo e scrittrice, che si occupa anche di un ambito ancora non così diffusamente conosciuto; quello della medicina narrativa con il progetto “Sei” che ha coinvolto 66 scrittori e pazienti oncologici. Anche la Rosati si è espressa in merito agli anni del Liceo “Ho molta nostalgia di quel periodo perché è l’ultimo momento nella nostra vita in cui, per rifarmi a un termine medico, siamo cellule staminali onnipotenti perché possiamo diventare tutto: sia quello che stiamo studiando sia quello che non abbiamo studiato. Poi, man mano ti iscrivi all’università e diventi una cellula staminale pluripotente poi oligopotente, poi ti laurei e cominci a lavorare e diventi una cellula staminale unipotente”.

Un altro ex studente del Liceo Galilei è stato Sandro Salvucci, arcivescovo e metropolita di Pesaro e Urbino: “Ho avuto sempre una passione per le scienze e per la tecnica quindi la scelta del liceo scientifico è stata naturale. È una scuola che rifarei e che consiglio a tutti quelli che si sentono portati per questo tipo di percorso. Il curioso desiderio di scoprire il segreto delle cose del mondo, della realtà, il come funzionano le cose. Poi, cammin facendo, ho capito come c’è bisogno di rispondere al perché. Una domanda di senso che dalla passione per le materie scientifiche mi ha condotto successivamente a quelle filosofiche”. 

Un’altra memoria del liceo è stata raccontata da Iginio Straffi, fondatore e presidente del gruppo Rainbow e della Colorado Film, il quale, dopo aver fatto sorridere il pubblico con degli aneddoti legati a quegli anni, ha spiegato il perché è stata una formazione importante: “Al liceo ho cominciato ad amare, grazie al professore di letteratura, tutte le materie umanistiche: la letteratura, la storia, la filosofia, l’inglese con la sua narrativa. Il liceo è stato una scuola di grandissima formazione, una scelta quasi obbligata, che però mi è servita moltissimo perché è una scuola che apre la mente, dà una coscienza critica, ti porta a pensare, a mettere in discussione le informazioni veicolate dalla televisione, dai media. Insegna a usare il ragionamento e la creatività che è quello che serve poi nella vita in qualunque settore”.

Infine, Francesco Vissani, dirigente di ricerca presso i laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Infn e premio Asimov, il quale ha ricordato l’origine del liceo scientifico, risalente a centoquattordici anni fa, su idea del filosofo Giovanni Vailati, di cui poco si parla. Ha poi lanciato un augurio rivolto ai giovani “di sviluppare sempre il loro potenziale, di avere una forza verso il futuro perché l’etica è ciò che ci tiene in piedi, quando il cammino si fa più difficile”. 

È stata poi presentata la pubblicazione “100 anni di Liceo Scientifico Galilei a Macerata”, a cura dell’Associazione “Amici del Liceo Galilei”, che raccoglie documenti, testimonianze, e curiosità sulla storia della scuola, dalle sue origini ai giorni nostri. Un libro che vuole essere un omaggio e un ricordo a tutti coloro che hanno fatto parte della comunità del Galilei, e che ne hanno contribuito a mantenere alto il livello di qualità e di eccellenza.

Sul palco a raccogliere il testimone i rappresentanti d'Istituto Francesco Pastillo, Gianluca Gradozzi e Giorgio Franceschini. Si riapre di nuovo il sipario e questa volta da Mozart si passa a Schubert, alla Sinfonia n. 5 in Si bemolle maggiore D485, una delle opere più giovanili e luminose del compositore austriaco. L’orchestra ha ripercorso le atmosfere dei quattro movimenti della sinfonia, ricevendo un caloroso applauso finale da parte di un pubblico emozionato per una serata che risuonerà come ricordo indelebile.

 

 

 

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