Si è tenuta ieri sera, mercoledì 4 giugno, presso l’ARCI Gramaccia di Macerata, la presentazione del volume Storia dei Quaranta di Raoul Dalmasso, edito da Edizioni Malamente. L’incontro, che ha registrato una buona partecipazione di pubblico, è stato moderato dallo storico Matteo Petracci, in un dialogo serrato e ricco di spunti tra ricerca storica, memoria popolare e riflessione politica.
Il libro racconta la vicenda, per lungo tempo dimenticata, dei quaranta banditi di Amandola, protagonisti nel 1565 di un episodio emblematico di resistenza e ribellione all’autorità pontificia. Coinvolti in faide locali e colpiti dalla durissima repressione voluta da Papa Pio V per “ripulire” l’Appennino dai banditi, i quaranta furono costretti alla fuga e giunsero fino a Venezia, dove si arruolarono come mercenari. Combatterono a Famagosta, nell’isola di Cipro, al servizio della Serenissima, nella guerra contro l’Impero Ottomano.
Nel corso della serata, Dalmasso – ricercatore indipendente da anni impegnato nello studio delle forme storiche del banditismo e delle lotte sociali marginali – ha illustrato il metodo alla base della sua indagine: una ricostruzione minuziosa attraverso fonti d’archivio, cronache dell’epoca e immaginario popolare, che restituisce dignità storica a figure e vicende ai margini della narrazione ufficiale.
A condurre l’incontro è stato Matteo Petracci, autore di numerosi studi sulla repressione politica e sulla Resistenza, che ha contribuito ad approfondire il contesto storico e politico in cui si inserisce la vicenda dei quaranta, evidenziando la rilevanza del lavoro di Dalmasso per la comprensione delle dinamiche di potere e dissidenza nel passato italiano.
La presentazione di Storia dei Quaranta si è rivelata un’occasione preziosa per riflettere sul valore della storia “dal basso” e sull’importanza di riscoprire narrazioni rimaste ai margini: storie di uomini e territori che, nel cuore dell’Appennino, seppero sfidare l’ordine costituito e lasciare un’impronta, seppur silenziata, nel corso della storia.
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