Una prima Conviviale attesa da tempo quella del panathlon Club Macerata di domenica 27 settembre al parco Hotel di pollenza dove si è consumato l’esordio da Presidente per Michele Spagnuolo. Al suo tavolo hanno trovato posto il neo eletto Sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, Francesca D’Alessandro, donna più votata alle appena concluse elezioni, Fabio Luna, presidente CONI Marche, Stefano Ripanti, anch’egli neo eletto come Vice Governatore Area 5 Panathlon e un ospite d‘eccezione: Marino Bartoletti.
Reduce dal successo di pubblico ottenuto poche ore prima nel bellissimo teatro Verdi di Pollenza nell’ambito dell’anteprima di Overtime Festival – festival del racconto, dell’etica, e del giornalismo sportivo – il romagnolo ha incantato con i suoi racconti gli oltre 60 panathleti presenti alla cena.
Una serata che ha consentito al neo Presidente di accogliere tre nuovi soci – Paola Azzacconi, Francesco Animento e Paolo Principi – e di ufficializzare le iniziative panathletiche progettate e realizzate nel corso dei primi 9 mesi di presidenza.
Michele Spagnuolo, infatti, era stato eletto a fine gennaio 2020 ma fino a ieri non aveva ancora potuto suonare la campana di apertura delle conviviali in presenza avendo dovuto sospendere le attività in ottemperanza alle misure adottate dalle Autorità per contenere il contagio da Covid19. Neo Presidente e nuovo Direttivo, però, si erano fatti interpreti della mission del Club e, grazie al prezioso sostegno economico soci e di privati non soci, l’hanno resa concreta devolvendo all’ASUR Area Vasta 3 un contributo destinato all’acquisto di un elettrocardiografo per i reparti di rianimazione di Camerino e Civitanova.
Due, inoltre, gli appuntamenti inusuali che, nel frattempo, avevano comunque coinvolto i soci in attesa della prima di ieri: la presentazione dell’‘L’ultimo rigore di Faruk’ di Gigi Riva in un incontro webinar con l’autore e la partecipazione di Bogdan Tanjević e la condivisione dello spettacolo ‘Maraviglia’ dei Sonics nella straordinaria location dello Sferisterio che ha aperto i cancelli a un pubblico visivamente distanziato ma emotivamente vicino.
L’orgoglio emozionato di Bartoletti per la capacità della sua terra di organizzare i mondiali di ciclismo, appena conclusi a Imola, in appena tre settimane dopo la rinuncia della Svizzera. La vittoria di Ganna nella cronometro individuale, prima volta per un italiano nella storia, e il ricordo del suo omonimo Luigi maglia rosa (anche se all’epoca rosa non era) del primissimo Giro d’Italia. Il Mennea della Olimpiadi russe, la giovanissima ginnasta forlivese porta bandiera italiana alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 Miranda Cicognani e l’aggiudicazione per Roma delle olimpiadi del 1960 in cui Giulio Onesti aveva creduto più di ogni altro. I ricordi indelebili di Marco Pantani e di Michele Scarponi e la stima e l’amicizia per un altro grande marchigiano, come l’Aquila di Filottrano, Roberto Mancini.
Immancabile una sbirciata tra le varie edizioni del Festival di Sanremo attraverso lo sguardo di chi sempre non vede l’ora di parlarne.
“Marino Bartoletti ci ha regalato passioni, commozioni e sorrisi e le sue parole ci appartengono perché esprimono in modo unico i valori nei quali crediamo e ci identifichiamo” - afferma Michele Spagnuolo - “perché traducono il nostro entusiasmo per quella cultura sportiva che non è la semplice sommatoria di cultura e sport, bensì il loro prodotto”.
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