In occasione della Giornata della Memoria, Urbisaglia si prepara a ricordare le vittime dell'Olocausto e le atrocità della Seconda Guerra Mondiale con una serie di eventi che coinvolgeranno la comunità locale e le scuole. Quest’anno, il programma si arricchisce di iniziative che mirano a sensibilizzare e a educare le nuove generazioni sulla memoria storica.
La giornata inizierà con l’apertura della mostra temporanea "La corrispondenza del campo di internamento di Urbisaglia", un’esposizione curata da Roberto Cruciani. La mostra offrirà uno spunto per riflettere sugli eventi che hanno segnato la storia del paese, presentando lettere e documenti originali provenienti dal campo di internamento di Urbisaglia, mettendo in luce la sofferenza e le storie individuali che spesso rischiano di essere dimenticate.
Gli studenti della scuola secondaria di primo grado saranno protagonisti di una particolare iniziativa in teatro: la visione del film "La vita è bella" di Roberto Benigni. Questo capolavoro, che mescola dramma e umorismo, racconta la tragica realtà dell’Olocausto attraverso gli occhi di un padre che cerca di proteggere il figlio dalle atrocità della guerra.
La serata si concluderà alle 21:00 con un evento speciale organizzato dalla Casa della Memoria di Urbisaglia, dall’ Anpi A. Pantanetti di Urbisaglia e dalla Biblioteca di Urbisaglia che vedrà la partecipazione del dottor Maurizio Pincherle. Durante l’incontro, intitolato "Due medici ebrei sotto la persecuzione. Diari di Guerra (1938-1945)", il dottor Pincherle ricorderà la storia del nonno, direttore della clinica pediatrica universitaria dell’Ospedale Gozzadini di Bologna, che si vide costretto, dopo l’entrata in vigore delle leggi razziali del 1938, a lasciare la cattedra perché espulso in quanto ebreo.
Un destino molto simile ad Angelo Cameo, fratello della nonna di Pincherle. Angelo Cameo, medico specializzato in dermatologia, fu radiato dall’Albo e internato nel campo di Urbisaglia perché accusato di essere “dedito al disfattismo politico”. I loro diari, veri e propri strumenti di resistenza, offriranno uno spunto per riflettere sulla condizione degli ebrei in Italia e sull’importanza della testimonianza storica.
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