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Civitanova Marche celebra il 25 Aprile: "Il giorno in cui l'Italia è uscita dal buio del nazifascismo" (FOTO)

Civitanova Marche celebra il 25 Aprile: "Il giorno in cui l'Italia è uscita dal buio del nazifascismo" (FOTO)

Si è svolta questa mattina la cerimonia ufficiale per onorare la ricorrenza del 25 Aprile, organizzata dall’amministrazione comunale di Civitanova Marche in collaborazione con l’Anpi e le associazioni combattentistiche e d’arma.

Le celebrazioni si sono aperte, come tradizione, sotto Palazzo Sforza con la deposizione di una corona d’alloro presso la lapide in memoria dei caduti alla presenza delle massime autorità civili e militari e della Banda cittadina.

Il corteo ha poi reso omaggio ai caduti di tutte le guerre a Civitanova Alta, in viale della Rimembranza e al monumento in piazzale Italia. Ampia partecipazione da parte dei cittadini ai giardini di Piazza Gramsci, dove il sindaco Fabrizio Ciarapica e il presidente Anpi Francesco Peroni hanno espresso le loro riflessioni sul significato della Liberazione alla luce delle vicende attuali.

"Il 25 Aprile è il giorno in cui il nostro Paese è uscito dal buio del fascismo e dell’occupazione nazista grazie al sacrificio di tanti uomi e donne. Ma permettetemi in questa circostanza di ricordare Papa Francesco - ha detto il sindaco Ciarapica nel ricordare il significato della Liberazione come momento fondativo - un uomo che ha incarnato i valori profondi della Resistenza, della pace, il rispetto per la dignità di ogni essere umano, la difesa dei più deboli".

"Papa Francesco è stato e resterà un punto di riferimento morale e spirituale per il popolo intero, le sue parole contro la guerra ci hanno toccato il cuore - ha aggiunto Ciarapica -. Dobbiamo anche ricordare che la memoria non è un omaggio rituale, ma un impegno che ci chiede di fare i conti con il nostro tempo e le sfide che abbiamo davanti. Abbiamo il dovere di difendere ogni giorno la libertà, la democrazia, la pace. Non possiamo permettere che l’odio torni a trovare spazio nelle parole e anche nella politica. La memoria del 25 Aprile ci insegna che il futuro si costruisce solo se abbiamo il coraggio di non dimenticare. Il 25 aprile ci chiede non solo di dire grazie a chi ci ha donato la libertà, ma anche di impegnarci ogni giorno a mantenerla e quindi un invito ai giovani di lottare per il futuro". 

Il presidente Anpi Francesco Peroni, ringraziando il sindaco per le parole pronunciate ha sottolineato: "Nel 1945 gli Italiani furono liberi e liberati dal fascismo e da Hitler, dalla seconda guerra mondiale e dall’inaudito carico di tragedie e distruzione che la dittatura fascista aveva prodotto. Da quelle macerie, con la lotta di liberazione gli Italiani hanno ricostruito e fatto risorgere un paese libero e democratico ed economicamente potente e raggiunto grandi conquiste sociali. Tutti noi siamo cresciuti in un clima di pace e prosperità, ma 80 anni dopo, purtroppo, ripiombiamo in un tempo in cui assistiamo a fenomeni di razzismo e intolleranza e attacco a valori democratici con le guerre".

"Invasioni, esodi di massa di persone, il popolo ucraino nel terrore, come non disperarsi per l’ennesima tragedia che vive il popolo palestinese! La nostra Europa, nata dal manifesto di Ventotene, sembra perdere qualsiasi valore quando i potenti che la governano pensano al riarmo. Diciamolo chiaramente con tutte le nostre forze: siamo in prima fila per un’Italia e un’Europa di pace e eguaglianza, solidarietà lavoro e dignità della persona", ha concluso Peroni.

Al termine, le celebrazioni si sono spostate nella sala del Consiglio comunale dove il presidente Troiani ha letto il suo intervento sui fatti storici, concludendo così: "Il 25 Aprile 1945 ha segnato una data importante per tutta la nazione, il popolo italiano ha scelto la libertà e la democrazia, ecco perché tale data deve rappresentare la festa di tutti quegli italiani che credono in questi valori, la festa di tutti gli schieramenti politici che hanno accettato di confrontarsi con libere elezioni in uno stato democratico. Dobbiamo chiederci se stiamo davvero onorando il sacrificio di chi ha combattuto oppure se stiamo utilizzando la loro memoria per alimentare rancori e divisioni".

"La vera sfida è costruire un Italia in cui il 25 Aprile sia la festa di tutti, un’Italia che non rinneghi la sua storia, ma che abbia il coraggio di guardarla in faccia, con tutte le sue luci e le sue ombre - ha proseguito Troiani -. Ecco perché noi crediamo che il 25 Aprile sia la ricorrenza che non deve continuare a dividere gli Italiani, ma li deve unire, la festa di una vera pacificazione nazionale”.

La parola poi è passata al professor Piccioni (professore associato di Storia contemporanea Dipartimento di Studi Umanistici Università di Macerata). "A ottant’anni di distanza dagli eventi che la data simbolo del 25 aprile 1945 ingloba e riassume, la via più adeguata per comprenderne il significato (e capire anche il perché nel corso degli anni la memoria di tali avvenimenti abbia suscitato momenti di divisività non trascurabili) sembra essere il ricorso alla storia - ha detto Riccardo Piccioni -. A partire dalla ricostruzione delle dinamiche in atto fra la fine del 1943 e la Liberazione (dinamiche che lo storico deve analizzare senza tralasciare alcuno degli attori in campo), e dall’intreccio fra le tre dimensioni della guerra di liberazione, della guerra civile e della lotta sociale che si sovrapposero così fittamente da produrre un enorme potenziale conflittuale, che fu all’origine della nascita delle istituzioni repubblicane. Solo il rifiuto delle ricostruzioni unilaterali 'di parte' può offrire l’occasione per una valutazione scientifica ed equilibrata degli accadimenti che portarono alla sconfitta del Fascismo, alla liberazione del paese dalla feroce occupazione nazista e all’avvio nella penisola di una Repubblica certo fragile, ma che ha garantito per decenni a tutti gli italiani un habitat libero e democratico nel quale politicamente confrontarsi".

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