Blitz recanatese nel pomeriggio di mercoledì per il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. L'esponente del governo Meloni ha prima fatto visita a Palazzo Leopardi dove è stato ricevuto dalla contessa Olimpia Leopardi e si è poi recato presso la sede del Centro nazionale di studi leopardiani diretto dal presidente Fabio Corvatta.
Con il ministro Sangiuliano c'erano il governatore della regione Marche Francesco Acquaroli, il sindaco di Recanati Antonio Bravi, il capo di gabinetto della giunta regionale Fabio Pistarelli, il presidente della Fimag Domenico Guzzini, l’assessora recanatese alla cultura Rita Soccio, la presidente regionale del Fai Alessandra Stipa, il consigliere regionale Carlo Ciccioli.
Il ministro ha firmato il libro d’onore del Cnsl nella pagina accanto a quella del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Significativa la frase scritta dal ministro: "Giacomo Leopardi rappresenta una delle più alte espressioni della poesia nazionale e europea. Le sue linee riflettono su dimensioni universali e scavano nell'animo umano. Resta nel mio cuore la canzone 'All’Italia' e il richiamo ai luoghi che indicano l'identità nazionale".
Infine una promessa in chiave leopardiana: "A marzo torno qui - ha detto Sangiuliano rivolto al presidente de Cnsl - e facciamo un convegno, posso anticipare il titolo, 'All’Italia'". Soddisfatto il presidente del Cnsl Fabio Corvatta che ha donato al ministro una edizione dei Canti di Leopardi: "Un ringraziamento al ministro Sangiuliano per la sua attenzione e per l’annuncio di una iniziativa convegnistica nel segno della tradizione del Centro che ho l’onore di guidare".
Curato dall'Associazione Riunite Arti, venerdì 20 ottobre, alle ore 17:30, presso la Biblioteca comunale Mozzi Borgetti, Piero Piccioni legge i Maestri del '900. La rassegna è promossa dal "Progetto internazionale ricerche sulla poesia", diretto da Guido Garufi e Filippo Davoli.
"Abbiamo pensato - dicono - che è necessario, oggi più che mai, recuperare il Grande Stile che rende alta e distinguibile nel mondo, per lingua e forma, la linea italiana del secolo che è passato. Troppo spesso, oggi ancora di più, il linguaggio liquefatto e frammentario annebbia il 'valore' della poesia memorabile, di quella che invita alla riflessione sul tempo, sull’amore, sulla morte, sul potere, insomma sulla nostra esistenza, sulle nostre domande".
"In questo senso riteniamo che la 'voce' e l’interpretazione di Piero Piccioni sia quella giusta, ovvero quella non ammantata di retorica, fedele al testo e adiacente al senso e al 'messaggio'. La selezione degli autori a partire da D’Annunzio, virando dentro l’ermetismo, Ungaretti e Alfonso Gatto, passando per Montale si avvicina al secondo Novecento, qualche nome per tutti: Sereni, Luzi, Zanzotto, Caproni, Fortini, Giudici, Alda Merini, Maria Luisa Spaziani e molti altri. È una occasione di ascolto e di recupero del 'sentimento', della parola dei poeti, oggi interdetta dalla lingua brutale della economia e dalla 'funesta voce della Gazzette', come avvertiva Leopardi" concludono Garufi e Davoli.
"Per Villa Buonaccorsi, nella linea dei grandi progetti speciali, abbiamo già deciso un finanziamento di oltre 5 milioni di euro e altri 5 milioni verranno destinati nel 2024". Ad annunciarlo è stato il ministro per la cultura, Gennaro Sangiuliano, nel pomeriggio di mercoledì a Potenza Picena dove, insieme al presidente della regione Marche Francesco Acquaroli, ha incontrato presso il teatro comunale la cittadinanza per illustrare le novità che porteranno al recupero dell'edificio storico risalente al XVIII secolo al quale saranno, così, destinati 14 milioni di euro, considerando anche i 4 milioni stanziati dalla Regione.
"Adesso - ha aggiunto il ministro - con la Regione, la Soprintendenza e i tecnici stiamo lavorando alacremente affinché la prossima primavera si possa aprire il cantiere per iniziare i lavori di restauro della Villa, ma è bene chiarire che il restauro non si fa in un giorno".
"Sulla destinazione d'uso voglio applicare un modello che è stato già applicato in altre parti d'Italia - ha spiegato Sangiuliano - ci sarà una interlocuzione con la Regione, il Comune e ascolteremo anche le idee dei cittadini. Insieme - ha aggiunto il ministro - determineremo un protocollo d'intesa nel quale andremo a dettagliare gli usi, le funzioni e le vocazioni di questo luogo meraviglioso che per troppo tempo è stato abbandonato".
Sangiuliano vede in Villa Buonaccorsi un "grande potenziale, può diventare - ha concluso - un polo culturale, di aggregazione, ma anche un luogo in grado di ospitare congressi e grandi eventi internazionali".
Casa Leopardi ha inaugurato nelle sale della celebre Biblioteca del palazzo di Recanati "In purissimo azzurro", la seconda mostra del ciclo InterValli, con la quale uno dei luoghi più prestigiosi della cultura italiana si apre all’arte contemporanea, visitabile dal 19 ottobre fino al 7 gennaio 2024. Il nuovo sguardo sul contemporaneo ispirato al verso della sua famosa lirica "La ginestra", composta a Torre del Greco nella primavera del 1836.
"Siamo molto felici di aver aperto nuovamente gli spazi della Biblioteca a un’esposizione d'arte, InterValli è la dimostrazione che la Biblioteca Leopardi è un luogo vivo che continua a produrre cultura nel rispetto dello spirito rivoluzionario con cui Monaldo, padre del Poeta l'ha fondata nel 1812 per sé, per i suoi figli, gli amici e i concittadini - ha affermato la contessa Olimpia Leopardi, discendente di Giacomo -. Pur non essendo una conoscitrice di arte contemporanea, sono particolarmente colpita da come artisti di nazionalità, età, percorsi differenti, riescano a esplorare l'immaginario leopardiano in modo così personale".
Una mostra intergenerazionale e internazionale, nata da un’idea di Olimpia Leopardi e curata da Antonello Tolve, allestita negli spazi vivi della storica Biblioteca, dove la letteratura apre le porte a ventuno nomi dell’arte, nati tra gli anni Venti e Novanta del secolo scorso.
"Dopo ‘Io nel pensier mi fingo’ che lo scorso anno ha voluto porre l’accento su L’infinito, l’idea di invitare degli artisti a lavorare sulla Ginestra apre oggi una breccia che coincide immaginificamente con la robustezza del pensiero divergente - ha spiegato Antonello Tolve -. La forza di una riflessione, quella dell’artista, quella del poeta, quella dell’intellettuale totale, che interpreta l’arcipelago dei saperi con la convinzione che l’opera possa essere un dispositivo didattico o una linea di scambio la cui tensione interna scompagina ogni regolamento e ogni indifferenza quotidiana per diventare riflesso di riflessioni sull’ampiezza degli orizzonti, sulla libertà, sull’invenzione costruttiva o creativa, intesa in primis come pensiero divergente capace di rompere il potere preconfezionato: crediamo nel valore educativo dell'utopia, passaggio obbligato dall’accettazione passiva del mondo alla capacità di criticarlo, all’impegno per trasformarlo (Rodari)".
Disseminata lungo tutto il primo piano di Palazzo Leopardi dove troviamo la celebre Biblioteca dei "sette anni di studio matto e disperatissimo". "In purissimo azzurro" è un percorso intermittente e avvincente, un viaggio visivo e critico che richiama alla memoria alcuni luoghi leopardiani per creare suggestioni, riflessioni, cortocircuiti costruttivi tra immagine e parola.
Sin dall'inizio della sua visita lo spettatore ha modo di incontrare alcune opere già nei pressi delle cucine - Giuseppe Ciracì con sei lavori (il più grande è Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude), Ulrich Egger con Leerstand, Ciro Vitale con un libro di cera e resina su cui si legge Or tutto intorno una ruina involve, i Minus.log con due Windows - e lungo il corridoio che porta alla prima sala, dove ci sono un nucleo di progetti che riflettono su Leopardi e sul suo pensiero.
Qui troviamo, dopo due evocazioni fotografiche di Giusy Calia, il lavoro di Enrico Pulsoni sui VoltiTravolti tra i quali è possibile scorgere la firma di Giacomo Leopardi, un prezioso disegno di Giuseppe Stampone, un drappo di Sabine Delafon installato su una finestra per far filtrare una luce quasi di stelle, una serie di sanpietrini rivestiti all’uncinetto da Miho Tanaka e una storica poesia visiva di Lamberto Pignotti (Super Leopardi del 1965).
Tra la seconda e la terza sala il percorso presenta "Nodi quasi di stelle" di Deborah Napolitano (una serie di raffinati pinocchietti metallici con cappellino azzurro che cercano di fuggire o sono affascinati – finanche terrorizzati – da qualche volume della biblioteca), alcuni eleganti volatili e fiori in bronzo di Fabrizio Cotognini (il titolo complessivo dell’opera è Hybridatio Mundi) e, nell’alcova, una struttura a forma piramidale – 02023080del 2020 – che evoca la «cresta fumante» del Vesuvio, a firma di Sebastian Contreras.
Dopo le due sale sacre della biblioteca, lasciate immacolate e senza alcun intervento artistico, lo spettatore può inciampare in "Facciamo finta" di niente di Mrdjan Bajic, chiaro richiamo a quel "secol superbo e sciocco" che Leopardi ammonisce, smentendo la visione dominante di fiducia nel progresso e nel futuro. In questa stessa sala, nelle teche che ospitano alcuni storici scritti leopardiani, ci sono tre poesie visive realizzate da Lamberto Pignotti nel 1975.
Una carta di Naoya Takahara che richiama alla memoria alcuni disastri dell’umanità (The Blu Planet) e una meravigliosa Pietra filosofale di Vettor Pisani, concentrazione del pensiero che da plumbeo volge verso l’aurea verità delle cose, abitano lo studio di Monaldo Leopardi, mentre, nell’ultima sala, accanto a Constellation di Paolo Canevari, a Above the clouds di Matthias Kostner, a un leporello di Carla Iacono (Speculum Alchemiae) e a una installazione (due foto e una scultura) di Julia Krahn dalla serie SIRENS, troviamo uno straordinario olio su tela di Giulia Napoleone, la Misura della memoria XXII(2012).
Alla fine del mese di ottobre verrà completato il programma di restauro e conservazione dei mosaici della domus romana di piazza Garibaldi. Scoperti tra il 2005 e il 2007, da subito dichiarati “di interesse archeologico particolarmente importante dal Ministero della Cultura-Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio”, sono comparsi sulle prime pagine di prestigiose testate giornalistiche come il “Venerdì” di Repubblica e presentati in convegni e riviste di archeologia.
Già all’indomani della scoperta è nata l’esigenza di rimuovere i pavimenti musivi di maggior pregio della domus per conservarli altrove e di pianificare interventi di conservazione per quello rimasto nel sito. Dalla scoperta fino al 2010 sono stati effettuati interventi conservativi per ridurre al minimo il rischio di deterioramento. La copertura in vetro e acciaio è stato un utile compromesso tra le esigenze espositive e di conservazione, permettendo periodici interventi di manutenzione e di restauro.
Gli altri preziosi mosaici staccati durante lo scavo hanno atteso oltre 15 anni presso i laboratori di restauro di Ravenna prima di essere restaurati. Solo dal 2021 è stata avviata una campagna di restauro ad opera del Gruppo Mosaicisti di Ravenna, per volontà dell’amministrazione comunale, ma soprattutto dell’assessore Rosanna Procaccini che ha seguito le procedure di finanziamento degli interventi da parte della Regione Marche e della Fondazione Banca Marche e del consigliere Emanuela Biocco che, come archeologa, ha coordinato gli interventi tecnici. Nei mesi scorsi i mosaici sono ritornati finalmente a Matelica.
"Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione con la Soprintendenza delle Marche che proprio in questi giorni, dopo attenti sopralluoghi, ha rilasciato parere favorevole anche al distacco della porzione più importante del mosaico conservato in situ ricadente in area privata", si legge in una nota del Comune. "Infatti, con delibera di giunta n. 203 del 9 ottobre 2023, si procederà al distacco e al restauro del settore di mosaico con scene mitologiche". L’intervento è stato programmato in modo tempestivo per la fine di ottobre a seguito della valutazione del funzionario restauratore della Soprintendenza, richiamata nella delibera, in cui viene rilevato “il cattivo stato di conservazione del tappeto musivo per il quale si consiglia il recupero totale mediante distacco e successivo restauro”.
Il tempestivo intervento di salvataggio sollecitato dall’amministrazione comunale del pannello musivo più importante con il mito di Sileno e re Mida, permetterà così finalmente di renderlo visibile, insieme agli altri mosaici precedentemente rimossi, nel museo della città romana, che verrà allestito all’interno di palazzo Ottoni e per il quale è già pronto il progetto espositivo.
Proseguono gli appuntamenti della rassegna teatrale nazionale "Caro Teatro", ideata dall’associazione culturale Piccola Ribalta in collaborazione con il comune di Civitanova Marche e Azienda Teatri.
Domenica 22 ottobre, alle ore 17:30, sarà la Compagnia teatro Estragone di San Vito al Tagliamento (Pn) ad esibirsi al teatro Annibal Caro della Città Alta con: "Nei panni di Cyrano" di Nicholas Deyort (regia Filippo Fossa e traduzione di Norina Benedetti).
La rappresentazione ci conduce nel mondo del teatro visto da dietro le quinte, nella sua fase costruttiva, prendendo le mosse dal personaggio memorabile dello scontroso spadaccino, poeta delicato, innamorato incapace di dichiarare il suo amore a Rossana sua cugina, a causa del suo naso enorme ed ingombrante.
La trama è semplice: una insegnante di liceo, Giuliana, propone ai suoi ragazzi un laboratorio per allestire la famosa pièce teatrale e attraverso questo percorso si delinea il mondo adolescenziale, con le sue prime cotte, le relazioni amicali e non, i vari caratteri di un gruppo alle prese con questa esperienza, in cui emergono anche paure e insicurezze.
Kevin, Massimo, Asia, Brian, Piero sono i protagonisti che attraverso la voce, lo sguardo, i gesti di Norina Benedetti prendono vita sul palco e ognuno di loro uscirà da questo allestimento giocoso ma impegnativo, una sorta di cammino iniziatico, più forte, più maturo, più empatico.
Sul palco, con qualche oggetto di scena, l’attrice interpreta tutti i personaggi in una polifonia vocale che restituisce le diverse sfaccettature, cogliendone le angolazioni, le personalità, le loro interiorità.
Uno spettacolo molto delicato, lievemente ironico, che affronta temi complessi come la diversità, in cui è facile immedesimarsi, con leggerezza, condotto con disinvoltura, ben ritmato, che fa breccia nel cuore quindicenne che alberga ancora, volente o nolente, in noi tutti.
La rassegna proseguirà il 29 ottobre con l’Associazione Liberamente Aps di Cesana (Fc) con Rumori fuori scena di Michale Frayn (regia di Cristian Caldironi). Il 5 novembre la chiusura sarà affidata proprio all’Associazione culturale Piccola Ribalta Aps con "I persiani di Eschilo" per la regia di Antonio Sterpi.
Inoltre, presso l'Auditorium Sant’Agostino di Civitanova Marche Alta è visitabile la mostra d’arte "25 anni di Caro Teatro, immagini di una storia" che raccoglie manifesti di tutte le edizioni della rassegna e, in collaborazione del Museo Magma, tante opere dei migliori grafici di fama nazionale ed internazionale. La mostra rimarrà aperta fino al 5 novembre, tutti i sabati e domeniche dalle ore 16:30 alle ore 19:30.
Otto pellicole d’autore saluteranno la nuova rassegna cinematografica proposta dai Teatri di San Severino in collaborazione con il cinema San Paolo.
Si tratta di pellicole recentissime e diverse per genere, alcune delle quali hanno vinto premi importanti, che verranno presentate tutte in doppio turno e che avranno il filo conduttore delle “relazioni pericolose”, tema scelto per l’edizione 2023-2024 dalla direzione artistica dei teatri settempedani affidata a Francesco Rapaccioni.
Sul grande schermo, giovedì 9 e venerdì 10 novembre, vedremo “Io Capitano”, per la regia di Matteo Garrone con Seydou Sarr, Moustapha Fall e Issaka Sawagodo, film vincitore del Leone d’Argento per la regia e del Premio Mastroianni per il miglior attore al Festival del Cinema di Venezia 2023. Giovedì 16 e venerdì 17 novembre, invece, viene presentato il film vincitore di ben sei Nastri d’Argento “Rapito” con Enea Sala, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi e Paolo Pierobon per la regia di Marco Bellocchio. Mercoledì 22 e venerdì 24 novembre in cartellone arriva “Mia” con Greta Gasbarri, Edoardo Leo e Miela Mancini per la regia di Ivano De Matteo mentre giovedì 30 novembre e venerdì 1 dicembre sarà la volta de “Il sapore della felicità” con Gerard Depardieu, Sandreine Bonnaire, Kyozo Nagatsuka per la regia di Slony Sow.
Giovedì 7 e venerdì 8 dicembre viene presentato invece lo straordinario film “Comandante” con Pierfrancesco Favino, Massimiliano Rossi, Johan Heldenbergh per la regia di Edoardo De Angelis, giovedì 14 e venerdì 15 dicembre “Nata per te” con Pierluigi Gigante, Teresa Saponangelo, Barbara Bobulova per la regia di Fabio Mollo.
Mercoledì 20 dicembre e venerdì 22 dicembre al San Paolo in doppia proiezione verrà presentato “Oppenheimer” con Matt Damon, Robert Downey jr, Emily Blunt per la regia di Christopher Nolan. Chiude la rassegna, giovedì 28 e venerdì 29 dicembre, il film “Anatomia di una caduta” con Sandra Huller, Samuel Theis, Jehnny Beth per la regia di Justine Triet, film vincitore della Palma d’Oro al Festival del Cinema di Cannes.
La rassegna cinematografica sarà gratuita per gli abbonati alla stagione di prosa. Per assistere ai film in cartellone si potranno acquistare biglietti singoli o una tessera cumulativa che darà diritto a uno sconto.
Grande partecipazione alle due Giornate Fai d’Autunno che, a San Severino Marche, sabato e domenica hanno permesso a moltissime persone di fare visita al monastero di Santa Caterina e al monastero di Santa Chiara, due luoghi di fede racchiusi nella splendida cornice del Castello al Monte.
Più di 1500 presenze nei due giorni d’apertura straordinaria secondo quanto comunicato dalla delegazione provinciale del Fondo per l’Ambiente Italiano che ha organizzato l’iniziativa in collaborazione con il Comune. Famiglie, singoli e gruppi di visitatori sono arrivati da tutte le Marche: da Senigallia a Fermo, da Ancona a Fabriano.
Il presidente e capo delegazione Fai di Macerata, Giuseppe Rivetti, ha voluto personalmente ringraziare il sindaco della Città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, l’Amministrazione locale e la comunità settempedana per l’accoglienza ricevuta e la perfetta riuscita dell’evento prevedendo future collaborazioni.
“Le presenze sono state superiori rispetto ad ogni più rosea aspettativa. L’iniziativa del Fai ha confermato, ancora una volta, la grande attrattività di San Severino Marche, città d’arte e di cultura, tra le realtà più interessanti del centro Italia anche per la proposta variegata che sa offrire ad ogni genere di turismo”, sottolinea il vice sindaco e assessore alla cultura, Vanna Bianconi, che ha presso parte ai momenti più importanti accompagnando turisti e vacanzieri alla scoperta delle mete delle Giornate Fai d’Autunno e di altri luoghi come le raccolte d’arte cittadine.
Grandissima partecipazione sabato a Corridonia per l'inaugurazione della mostra antologica di Silvio Craia ,"Così", e lo scoprimento della scultura in perspex alta tre metri donata dal Maestro alla comunità. "Corridonia diventa il centro di un nuovo capitolo della storia dell'arte contemporanea", hanno affermato i curatori David Miliozzi e Mario Montalboddi.
Taglio del nastro con il sindaco Giuliana Giampaoli e l'assessore alla cultura Massimo Cesca. "Un giorno storico per la nostra comunità. L'opera donata dal Maestro Silvio Craia straordinaria, così come l'allestimento della mostra. Oggi è formalmente iniziato un percorso che darà una forte identità alla nostra città, rendendola più bella ed attrattiva", hanno dichiarato sindaco e assessore.
Presente anche il fondatore dell'accademia di belle arti di Macerata Giorgio Cegna: "Io e Silvio, insieme a tanti amici, Dante Ferretti, Sante Monachesi, Valeriano Trubbiani, Emilio Villa, abbiamo lasciato un segno importante, Agra', le idrologie, la poesia visiva, i recuperi formidabili, un'eredità oggi più viva che mai". Tanti gli interventi per omaggiare il Maestro: Lucio Del Gobbo, Loredana Finicelli, Alvaro Valentini, Giuliana Pascucci, Daniele Taddei, Paola Ballesi, Michele Gentili e Giorgio Cegna.
Prosegue la 17esima edizione dei Martedì dell’Arte, l’ormai tradizionale ciclo di incontri curati dall’Associazione Arte con il patrocinio del Comune e dell’Azienda dei Teatri.
Il programma 23/24 della rassegna si articola in 28 lezioni sulle più svariate discipline scientifiche e culturali, tutte con ingresso libero dalle 18 al cine-teatro Cecchetti. Martedì 17 ottobre è la volta del profesor Vincenzo Ruggiero, che parlerà di Musica Barocca o… Pop.
La nuova stagione vedrà salire in cattedra otto ospiti di altissimo profilo, che si alterneranno fino ad aprile 2024. Sono: Evio Hermas Ercoli, Stefano Papetti, Roberto Mancini, Vincenzo Ruggiero, Alessandro Delpriori, Mauro Perugini, Paola Ballesi, Roberto Cresti.
Anche quest’anno la presenza agli appuntamenti verrà riconosciuta dal Mur come corsi formativi, al termine dei quali sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Inoltre, nell’ambito della rassegna, sarà possibile visitare in questi giorni al foyer del Cecchetti una personale dell’artista Laura Martellini. La mostra è visitabile fino al 5 novembre, in orario di apertura del cine-teatro.
Sabato 14 ottobre, alle ore 10,30, la Biblioteca Comunale "Silvio Zavatti" ospiterà Antonella Agnoli, consulente bibliotecaria e progettista culturale, per la presentazione del suo ultimo libro “La casa di tutti. Città e biblioteche” edito da Laterza.
L'iniziativa, patrocinata da Comune di Civitanova, Biblioteca Zavatti e dall’Aib (Associazione italiana biblioteche) è rivolta a bibliotecari, amministratori locali e collaboratori in ambito bibliotecario e figure professionali coinvolte nella gestione delle biblioteche di pubblica lettura. Questo appuntamento vuole rappresentare un momento di confronto e di discussione sulla realtà delle biblioteche italiane verso un nuovo modello dell’esperienza di leggere e produrre cultura.
L’incontro si aprirà con i saluti del sindaco di Civitanova Marche e assessore alla Cultura Fabrizio Ciarapica e di Clementina Fraticelli, responsabile del centro di Ateneo per i servizi bibliotecari dell’Università di Macerata. A seguire, Simona Carassai, responsabile della Biblioteca Zavatti e referente cooperativa “Le macchine celibi” introdurrà i lavori e il laboratorio di Antonella Agnoli.
La partecipazione all'evento è gratuita e saranno ammessi fino a 30 iscritti. Per aderire, occorre compilare l'apposito modulo disponibile al link: https://forms.gle/Ew4cyx6f9CfcSkwE6
Si è svolta ieri pomeriggio,12 ottobre, presso la chiesa di San Gabriele dell’Addolorata Consalvi, la cerimonia di presentazione delle tele inviate dal Sacro Convento di Assisi, arrivate in seguito del relativo ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale nel novembre del 2021. L’ordine del giorno presentato due anni fa era stato proposto dal consigliere Marco Bravi, come primo firmatario, e dagli altri consiglieri di Fratelli d’Italia.
“Un ringraziamento al consigliere Bravi che ha presentato l’ordine del giorno che ha permesso di posizionare le due tele sacre nella nostra chiesa con l’obiettivo di valorizzare gli aspetti di rilevanza storica, culturale, sociale e religiosa connessi – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli -. Un ringraziamento anche al Sacro Convento di Assisi che ha concesso di esporre queste due meravigliose opere nel loro contesto di origine, quello maceratese, che non mancherà di apprezzarle con devozione e ammirazione”.
Accolta la richiesta del Comune di Macerata, grazie al lavoro della Pinacoteca dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, il Sacro Convento della città umbra ha inviato la pala d’altare raffigurante Sant’Andrea Avellino (dipinto su tela datato 1690-1720) e un dipinto raffigurante Sant’Agostino risalente alla fine del XVIII secolo che sono stati posizionati nella chiesa cittadina; fino al 2006 sono stati custoditi nell’ex chiesa Consalvi, oggi inagibile a causa degli eventi sismici del 2016.
Ieri pomeriggio, dopo la benedizione del vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi, si è proceduto alla rivelazione della targa celebrativa e all’illustrazione dei cenni storici, artistici e religiosi delle due opere sacre.
Per la seconda volta Casa Leopardi, il "patrio ostello" di Giacomo Leopardi a Recanati apre le porte all'arte contemporanea. "In purissimo azzurro" è il titolo della nuova mostra di arte contemporanea che verrà aperta al pubblico nelle sale della celebre Biblioteca del palazzo, tra i luoghi più prestigiosi della cultura italiana, dal prossimo 19 ottobre al 7 gennaio 2024.
Si tratta del secondo appuntamento del progetto InterValli, sguardo sul contemporaneo ispirato da Giacomo Leopardi tra i ventimila volumi storici che hanno formato il genio del poeta. Il titolo riprende un verso de La ginestra, o il fiore del deserto, composta a Torre del Greco nella primavera del 1836.
Nata da un'idea di Olimpia Leopardi e curata da Antonello Tolve, l'esposizione offrirà nelle sale della Biblioteca una selezione di opere di 21 artisti, nati tra agli anni Venti e gli anni Novanta del Novecento: Enrico Pulsoni, Paolo Canevari, minusLog (duo artistico attivo dal 2012, composto da Manuela Cappucci e Giustino Di Gregorio), Giulia Napoleone, Carla Iacono, Sabine Delafon, Giuseppe Stampone, Lamberto Pignotti, Ulrich Egger, Julia Krahn, Giuseppe Ciracì e Giusi Calia, Miho Tanaka, Vettor Pisani, Deborah Napolitano, Mrdjan Bajic, Sebastian Contreras, Fabrizio Cotognini, Matthias Kostner, Naoya Takahara, Ciro Vitale.
"Dopo il successo di pubblico dello scorso anno e l'apprezzamento della critica, siamo pronti a riaprire la Biblioteca a una nuova selezione di artisti che hanno voluto interpretare un appassionato verso della Ginestra con l'ausilio di differenti mezzi espressivi” - spiega la contessa Olimpia Leopardi, discendente del poeta -.
“Ciò che distingue gli artisti è la loro percezione della realtà e la capacità straordinaria di esprimerla dando vita a suggestioni che scuotano lo spettatore, che stimolino interrogativi o che, semplicemente, ci sfidino a esplorare il nostro presente da una prospettiva inconsueta. Con questo spirito abbiamo lavorato alla seconda edizione di InterValli per invitare lo spettatore a partecipare a un viaggio tra passato e presente, un'espressione di continuità in una Biblioteca che, fin dalla sua fondazione, non costituisce esclusivamente un ricco contenitore di antichi tesori ma è anche protagonista e propulsore della conoscenza. Con questa edizione di InterValli - conclude - diamo inizio a un importante viaggio che ci porterà a scoprire come si rapportano gli artisti contemporanei con l'opera di Giacomo Leopardi".
Nella mattina di ieri, 9 ottobre, alla presenza del sindaco Giuliana Giampaoli, dell'assessore alla cultura Massimo Cesca, del Presidente dell'associazione Forma e Materia Mario Montalboddi, del critico d'arte David Miliozzi e del Maestro Silvio Craia, si è tenuta presso il palazzo comunale di Corridonia la conferenza stampa di presentazione della mostra antologica di Silvio Craia intitolata "Così".
Silvio Craia, l'ultimo futurista, uno dei più grandi artisti marchigiani, ci accompagna in un viaggio nell'arte degli ultimi 70 anni, che parte proprio da Corridonia, sua città natale. La mostra e il catalogo a cura di David Miliozzi e Mario Montalboddi sono arricchiti dalla testimonianza di tanti studiosi, da Lucio Del Gobbo a Paola Ballesi, da Massimo Bignardi a Giuliana Pascucci, fino a Dante Ferretti, compagno di studi del Maestro nella scuola d'arte e mestieri. Silvio Craia ha collaborato con i più grandi artisti della sua epoca, da Emilio Villa a Sante Monachesi, trasformando la provincia Maceratese in un centro artistico internazionale.
"Una riflessione profonda sul rapporto tra origini e destino. Corridonia diventa il palcoscenico di un momento che verrebbe da definire storico. Una di quelle giornate che fanno la storia e chi verrà, tra 20 anni potrà dire Io c'ero" afferma il sindaco Giuliana Giampaoli.
L’appuntamento imperdibile con l'arte contemporanea è fissato per sabato 14 ottobre nel Palazzo Liberty all'ingresso della città. Alle 16 sarà svelata al pubblico la scultura in plexiglass donata dall'artista al comune di Corridonia. "Un lavoro unico, per dimensioni e tecnica" afferma Bruno Mariani, vicepresidente dell’associazione Forma e Materia.
L’assessore alla cultura, Massimo Cesca, ha evidenziato “il progetto di questa scultura era nato nel 2010, da un’idea di Silvio Craia per rendere omaggio all’eroe concittadino Filippo Corridoni ed ora finalmente siamo riusciti a consentirne la realizzazione” e continua “la mostra e l’installazione dell’opera, oltre ad un meritatissimo tributo alla grandezza artistica di Silvio Craia, costituisce anche il formale inizio di un più ampio progetto di riqualificazione urbana tramite l’arte contemporanea. Un progetto che sarà centrale nell’attività di questa amministrazione e che siamo certi contribuirà alla crescita culturale, sociale ed economica della nostra città”.
Evidenziano con piacere che il progetto espositivo si avvale della collaborazione degli studenti dell'istituto Manzoni-Lanzi di Corridonia, che con la supervisione dei docenti Michele Gentili e Claudio Croci hanno dialogato con le opere del Maestro. Tanti i lavori di Silvio Craia esposti per la prima volta, le vedute intime di Corridonia, i dittici materici, le idrologie, l'Oroscopia Duchamp, opera appena restaurata dalla prof.ssa Francesca Cialoni ed esposta in anteprima assoluta dopo il restauro.
La cantautrice civitanovese, Sofia Tornambene, in arte Kimono vince la quindicesima edizione di "New York Canta", il festival della musica italiana a New York. Domenica 8 ottobre, presso l’Oceana Theater di Brooklyn a New York, la già vincitrice della tredicesima edizione di X Factor trionfa tra i dodici finalisti presentando per la prima volta live il suo ultimo brano, "In ostaggio".
Il brano è in rotazione radiofonica da venerdì 6 ottobre. "In ostaggio", suonato e prodotto dalla stessa artista e da Maestro in collaborazione con Marco Rettani, vede protagonista assoluta la voce eterea di Kimono, accompagnata da sonorità elettropop e indie pop che si fondono a loro volta con un bouncy groove che rende l'atmosfera tra chitarre e synth sempre più accattivante lasciando spazio a un'interpretazione onirica.
"Sono davvero felice di aver raggiunto questo traguardo e di aver portato una parte di me attraverso il brano 'In Ostaggio' nella Grande Mela - afferma Kimono -. New York è un'infinita fonte di ispirazione, e questa avventura mi ha regalato una carica di energia, stimoli e nuove sfide che non avrei mai immaginato. Sono davvero grata per tutto ciò che ho vissuto qui".
"NYCanta" è il primo e unico Festival internazionale che offre esperienze formative, lavorative ed importante visibilità a giovani che vogliono far conoscere il proprio talento nel mondo della musica.
Sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 tornano, per la dodicesima edizione, le Giornate FAI d’Autunno. L’amato e atteso evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS – dedica ogni anno al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Durante il prossimo fine settimana, animato e promosso dai tutti i volontari della Rete Territoriale provinciale, saranno proposte speciali visite, senza prenotazione, a contributo libero in sei luoghi straordinari della provincia di Macerata.
Macerata - Palazzo Cortesi, Piazza Cesare Battisti, 6. I nuovi proprietari hanno, di recente, ultimato i lavori e portato alla luce numerosi affreschi che erano stati “murati”. All'interno di un locale completamente chiuso sono stati ritrovati, con grande sorpresa, diversi manifesti risorgimentali del Governo provvisorio dei moti rivoluzionari del 1831, stampati proprio dalla tipografia Mancini-Cortesi che aveva sede nel palazzo e che verranno esposti e illustrati durante la visita. Palazzo del Mutilato, Piazza Oberdan, 5. Costruito dal famoso architetto Cesare Bazzani (1930-1936) opera una sintesi fra il suo tipico stile architettonico, ispirato alla tradizione classica e la moderna corrente razionalista. Il palazzo ospita l’Università, ma è di proprietà dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra (anmig) la cui sede sarà visitata durante il percorso FAI.
Le visite inizieranno il pomeriggio di sabato 14 ottobre alle ore 15.30, fino alle 18.30 e proseguiranno domenica mattina dalle 10.30 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30.
San Severino Marche - Zona Castello. Monastero di Santa Caterina con la visita di alcuni spazi interni mai aperti al pubblico, le antiche cantine e gli splendidi giardini. Peraltro, il Monastero è famoso per i prodotti naturali a base di aloe e di molti altri ingredienti provenienti dalla terra, coltivati e lavorati dalle monache stesse. La visita proseguirà presso il Monastero di Santa Chiara con i suoi splendidi giardini. Ritrovo presso Castello al Monte – Piazzale Smeducci c/o Museo Archeologico. Considerato che i percorsi sono densi di bellezza è prevista una visita unica sabato 14 ottobre alle ore 16.00. Domenica 15 ottobre, sempre visita unica, alle ore10.00. Il pomeriggio della domenica sono previste, invece, due visite rispettivamente alle 16.00 e alle 17.30.
Montefano - Il teatro comunale “La Rondinella” di Montefano fa parte dell’importante patrimonio storico-architettonico delle Marche, comprende un nobile foyer, chiamato sala dei poeti, elegante nella austera forma, sovrastata dal soffitto decorato con lo stemma cittadino, il blasone della famiglia Carradori e sei medaglioni in rilievo. Dal soffitto affrescato dal pittore Bruschi fanno capolino le muse Talia e Melpomene che vegliano su commedia e tragedia, e le muse Euterpe e Tersicore che ispirano poesia lirica e danza. La giornata proseguirà all’interno del Borgo con la visita al Museo della fotografia Ghergo, all’antico Palazzo comunale e alle antiche cantine Conti degli Azzoni.
Le visite inizieranno li pomeriggio di sabato 14 ottobre alle ore 15.30, fino alle 18.30 e proseguiranno la mattina della domenica dalle 10.30 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30.
Civitanova Marche - Casa Ciarrocchi, Contrada Foce Asola, Presso Navitas Coliving, 29. Per questa particolare occasione la residenza e gli spazi esterni saranno presentati con visite guidate che racconteranno la storia della costruzione rurale. All'interno una mostra di opere pittoriche, che il Maestro realizzò in questa casa, dialogheranno con il paesaggio che si scorge in prospettiva. La struttura è stata la residenza estiva del Maestro Arnoldo Ciarrocchi, pur essendo fruibile, durante le giornate FAI, verrà presentata a un pubblico più ampio al quale si illustreranno le peculiarità delle costruzioni agricole marchigiane e il rapporto amorevole che ha legato il Maestro a questi scorci armoniosi e splendide vedute. Le visite inizieranno sabato 14 ottobre alle 16.00 fino alle 18.30. Proseguiranno la domenica dalle ore 11.00 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 16.00 alle 18.30.
Recanati - Orto sul Colle dell’Infinito:14 e 15 ottobre alle 12.30/16.30/17.30. Visita guidata "Tra Natura e storia" Un percorso alla scoperta degli aneddoti storici e delle curiosità botaniche dell'Orto sul Colle dell'Infinito. Un viaggio nella storia dell’orto e dell’ex convento di S. Stefano, dall’arrivo delle monache clarisse nel XVI secolo, alla soppressione napoleonica del 1810 fino al recente progetto dell’attuale riqualificazione del FAI. Il 14 e il 15 ottobre alle 15.00 Per la prima volta il percorso multimediale e la visita guidata saranno accessibili anche alle persone non udenti grazie alla presenza di un interprete che renderà i contenuti fruibili in LIS.
«Il caos è il germe della vita, è potenziale; il potenziale di un'esistenza, la quale tra alti e bassi, pace e conflitto interiore, dolori e consolazioni, ne esce forte, vitale e grintosa, mai imbruttita ma sempre più brillante e libera». Si allontana, così, da un'accezione negativa del disordine, di cui a volte si è convinti, la scrittrice maceratese Giulia Prosperi, classe 1997, autrice della raccolta di liriche "Il caos di un’esistenza", edita nella collana "I Diamanti della Poesia" dell’Aletti editore.
«Ogni vita ha il proprio caos - spiega la giovane assistente sociale, che attualmente vive a Treia - in questo caso il suo ruolo ha un’accezione positiva. Solitamente, usiamo il termine “caos” per indicare un disordine che crea malessere ma provate a pensare alla noia di un costante e persistente ordine… impazziremmo tutti!».
Secondo l’autrice, l’ordine prende forma nel disordine e bisognerebbe allontanarsi dalla fissazione di una morbosa ricerca dell’ordine, legata alla convinzione che esso dia le chiavi d’accesso ad un definitivo stato di grazia. «Credo che oltre che impossibile sia insana e pericolosa, anzi proprio mortale, l’immobilità, anche qualora il tempo si fermasse nel momento "più bello"; in più sarebbe come rincorrere ossessivamente l’immortalità fisica, uno sforzo inutile e privo di senso. L’equilibrio è nel caos proprio perché l’ordine è parte di esso. Cosa ci sarebbe da equilibrare nell’ordine? Il caos è fermento, e il fermento è movimento, muoversi è il mantra più prezioso che potremmo dedicare a noi stessi».
Nell’opera vi è un’alternanza tra poesia e prosa, che la giovane autrice definisce una "non-scelta", ma il modo in cui l’espressione ha voluto forgiarsi. In questo, la scrittura riveste un ruolo importante, poiché quasi sempre basta ascoltarsi per comprendere "cosa" e "come".
«E’ come il flutto del mare che bagna la riva, leviga ogni sassolino, lo rende meno tagliente, lo abbellisce, lo scolpisce, creando. Ogni sasso della spiaggia è diverso, ognuno di esso è un’esperienza che diventa sapienza e bellezza costituendo la storia della nostra vita - spiega la giovane autrice -. La scrittura è il momento in cui quel flutto è tale, il quale a suo tempo fu cavallone, ma che solo arrivando delicato a riva è stato capace di modellare plasmando e non disintegrando. E’ l’espressione del flusso di emozioni che fa navigare lo scrittore dalla rabbia e dall’irrequietezza alla calma e alla saggezza».
A sottolineare questo aspetto è anche Alfredo Rapetti Mogol, figlio del noto paroliere, che ha curato la prefazione del libro. «La sensazione, leggendo il corpus poetico-psicoanalitico-filosofico, è di sentirsi un naufrago trasportato da onde maggiori senza una direzione precisa, preda di un moto ondoso che ti culla ma in ogni momento può sopraffarti: “piove è come se stessi sotto le mie lacrime”; il caos è polvere sottile che entra in ogni poro, che ci cambia prospettiva su cose, relazioni, sentimenti… è caustico e onnivoro, è nero e ancora nero e bianco quando più non te lo aspetti. È “amore elemento” creatore, e “amore sentimento” che forma i legami tra gli esseri, è “amore oggetto e soggetto di tutto e tutti”».
Il tema più ricorrente dei versi è la natura, la naturalezza, ma anche lo sgomento, il turbamento, il disorientamento, seguiti dal desiderio di ricerca di una sana semplicità. I temi vertono sul "perché", nessuna risposta, solo reazioni umili, dirette e spesso imparziali. «Vorrei indurre nel lettore un’autocritica costruttiva - conclude l’autrice Giulia Prosperi dal carattere versatile e alla ricerca di stimoli sempre differenti, che le permette di conoscersi, di conoscere, di sentire, di valutare e comprendere -. Vorrei che per una volta nessuno s’impegni nel cercare il cavillo per svalutare l’altro. Mi piacerebbe che il lettore si abbandoni all’esperienza di una lettura intrapresa mantenendo lo sguardo rivolto a sé stesso, cosicché, forse, riuscirebbe a percepire cosa si prova ad essere qualcun altro stupendosi di quanto egli sia suo simile».
La Regione Marche celebra con una serie di eventi il 60° della morte di Luigi Bartolini, il poliedrico artista, scrittore, poeta e incisore nato a Cupramontana nel 1892 e morto a Roma nel 1963. “L’anniversario è l’occasione per ricordare uno dei figli illustri delle Marche – spiega l’assessore alla Cultura Chiara Biondi alla presentazione pubblica - considerato, insieme a Giorgio Morandi e Giuseppe Viviani, tra i maggiori incisori italiani del Novecento.
È poi l’autore del romanzo ‘Ladri di biciclette’ che ha offerto a Vittorio De Sica lo spunto per l’omonimo film del 1948”. “Lavorando in rete, modalità consolidata ed efficace del nostro operare, con i rappresentanti istituzionali dei principali luoghi marchigiani legati all’artista – aggiunge l’assessore Biondi – che sono Cupramontana, Urbino, Osimo, Camerino, con capofila il Comune di Macerata, abbiamo organizzato una serie di eventi che vogliono ridare ‘la vita a Bartolini, ben oltre l’effimera fugacità della fama’, come ha ben visto Vittorio Sgarbi, sottosegretario di Stato alla Cultura, da cui è nata l’idea accolta con entusiasmo dalla Regione. Un omaggio dovuto per riscoprire i legami con le Marche e far conoscere anche alle nuove generazioni un grande marchigiano”.
Le iniziative in programma per la riscoperta dell’autore sono state illustrate nel corso della conferenza stampa da Katiuscia Cassetta, assessore alla Cultura del Comune di Macerata, insieme a Enrico Giampieri, sindaco del Comune di Cupramontana, Antonella Nalli, assessore alla Cultura di Camerino, Mauro Pellegrini, assessore alla Cultura del Comune di Osimo ed Elisabetta Foschi del Comune di Urbino (in collegamento da remoto).
“In qualità di capofila dei Comuni chiamati a celebrare il 60° della morte di Luigi Bartolini – ha dichiarato Cassetta - Macerata è onorata di poter contribuire con la professionalità dei nostri servizi alla realizzazione di un progetto di rete che valorizza uno dei più importanti artisti della prima metà del Novecento italiano. Il comitato di studio presieduto da Vittorio Sgarbi e sostenuto da Luciana Bartolini, figlia dell’artista, ha dato vita a un importante momento di analisi e valorizzazione i cui risultati saranno presentati nel fitto calendario di iniziative promosse dalla Regione”.
“Questa ricorrenza – scrive Luciana Bartolini che ha espresso gratitudine alla Giunta Regionale e a tutti i membri coinvolti nel progetto per la promozione delle iniziative di celebrazione per i sessant’anni dalla morte del padre Luigi – è una preziosa occasione per sottolineare lo stretto legame tra la regione di origine, le Marche, e uno dei suoi interpreti più appassionati e profondi. Bartolini artista versatile, colto, in grado di governare tecniche e linguaggi diversi che le nuove generazioni potranno apprezzare attraverso una lettura contemporanea e innovativa”.
Mostre, convegni e incontri programmati tra il 2023 e 2024 per raccontare l’artista:
Osimo
CONFERENZA 7 ottobre 2023 - ore 17.30, Palazzo Campana Piazza Dante, 1 - Aula Magna: ‘La poesia di Luigi Bartolini in relazione con le esperienze poetiche contemporanee’ con la partecipazione di Francesca Bernardini, già docente di Letteratura italiana presso l'Università ‘La Sapienza’ di Roma.
Cupramontana
TAVOLA ROTONDA - 15 ottobre 2023 - ore 16.30 – 19.00; Teatro Concordia viale della Vittoria, 25: Luigi Bartolini, incisore, pittore, scrittore. Tavola rotonda nei sessant’anni della scomparsa’. Interverrà il Sottosegretario del Ministero della Cultura Vittorio Sgarbi.
Camerino
CONFERENZA - 24 ottobre 2023 - ore 16,30 , sede Comunale - Via Conti di Altino n. 19 - Sala consiliare: ‘Luigi Bartolini a Camerino. Professore innamorato e brigante gentile delle Muse’ relatore Francesco Maria Orsolini”.
Macerata
MOSTRA - 28 ottobre 2023 - 7 aprile 2024: Musei Civici Palazzo Buonaccorsi, via Don Minzoni 24 - Sale mostre : ‘Luigi Bartolini. Attraverso il colore’ a cura di Manuel Carrera.
Urbino,
MOSTRA - 30 Novembre 2023 – 1 aprile 2024, Palazzo Ducale, Sale del Castellare. ‘Al vivo nero: segni come poesia. Luigi Bartolini incisore’ a cura di Luca Cesari e Alessandro Tosi.
In scena il 16 dicembre 2023 e il 27 gennaio 2024, Rigoletto e L’elisir d’amore sono le due opere in cartellone per la quinta edizione di Civitanova all’Opera, diretta dal maestro Alfredo Sorichetti. Rappresentazioni tra le più popolari e amate dagli appassionati, sono state scelte per ricordare il grande basso-baritono civitanovese Sesto Bruscantini a vent’anni dalla sua scomparsa, che ne è stato insuperabile interprete nei ruoli principali di entrambe.
Le due rappresentazioni erano inizialmente state annunciate nel febbraio 2020 nella terza edizione della rassegna, ma non erano mai andate in scena a causa dello scoppio dell’emergenza Covid-19. Viste le tante richieste e l’affetto del pubblico per tali opere, il maestro Sorichetti ha deciso di aggiornarne la produzione.
Così la prima, Rigoletto, avrà la regia di Dejan Proshev, regista affermato a livello internazionale, mentre la seconda, L’elisir d’amore, vedrà il ritorno del regista messicano Josè Medina, molto apprezzato nelle passate Stagioni civitanovesi.
Particolarmente interessanti e fedeli alla tradizione sono le scene curate da Sauro Maurizi; quelle del Rigoletto sono ambientate a Palazzo Te di Mantova ed evidenziano il dualismo espresso nella storia di Amore e Psiche; un coup de theatre caratterizzerà il finale dell’opera.
A salire sul palco sarà un cast di voci di prestigio internazionale accompagnate da compagini che rappresentano una garanzia di qualità quali l’Orchestra Sinfonica Puccini e il Coro Ventidio Basso, da diversi anni ormai coro stabile al Rossini Opera Festival di Pesaro.
I costumi, curati da Camilla Melelli, sono realizzati dalla Sartoria Arianna; il disegno luci è di Giordano Corsetti, mentre Noura Salloum e Roberto Acquaroli si occuperanno di trucco e parrucco.
“L’opera – ha affermato il maestro Alfredo Sorichetti, direttore artistico di Civitanova all’Opera – è nata per raccontare l’attualità. Oltre ad offrire al pubblico la sua straordinaria bellezza, la sua vera natura è quella di occuparsi della società. Scegliendo queste due opere, abbiamo voluto parlare delle due facce dell’amore: quello puro dell’anima, ma anche di quello governato dall’ego, investigando poi sulle varie conseguenze che ne derivano nella società di oggi. La brillante e gioiosa opera “L’elisir d’amore” ci dà lo spunto per raccontare dell’amore sano e sincero tra Nemorino ed Adina. Invece la misteriosa e appassionata opera “Rigoletto” si presta perfettamente per descrivere il disamore, quello gestito dal punto di vista egoistico dal Duca di Mantova che approfitta della sua posizione privilegiata per sedurre e poi abbandonare le sue prede; o anche quello di Rigoletto che per smisurato possesso protegge eccessivamente la figlia impedendole di vivere normalmente”.
Oltre alle due opere, il 30 dicembre sarà realizzato al teatro Annibal Caro, come è ormai tradizione, il Concerto di Capodanno. “Civitanova all’Opera sta per raggiungere un piccolo ma davvero significativo traguardo che è quello delle cinque edizioni - le parole del sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica -. Nel corso di questi anni la rassegna ci ha subito fatto percepire l’affezione del pubblico alla lirica e l’alta qualità artistica proposta dal maestro Sorichetti, che porta sul palco del nostro Rossini rappresentazioni di assoluto spessore, facendoci ricordare come il nostro territorio sia da sempre vicino a questo straordinario patrimonio lirico".
"Civitanova all’Opera continua a rendere onore ad una nostra tradizione, riportandola al centro e dando lustro al grande concittadino Sesto Bruscantini. Ricordo anche che Civitanova all’Opera è una rassegna che offre opportunità di lavoro oltre che di crescita artistica ai tanti musicisti, cantanti, registi, scenografi, tecnici e macchinisti che per essa sono impiegati, perché produce spettacoli a Civitanova. Come Amministrazione, quindi non possiamo che supportare questa importante iniziativa culturale”.
La presidente dell’Azienda dei Teatri Maria Luce Centioni prosegue: “L’imminente riapertura del teatro Rossini, dopo il recente restyling, è per noi un’occasione per poter progettare un programma autunnale e invernale di spessore in un contenitore ancora più moderno. Così, giorno dopo giorno, stiamo completando la presentazione di un cartellone capace di far crescere culturalmente la nostra comunità. E Civitanova all’Opera è una delle nostre rassegne di punta, perché ci permette di mettere in scena un’espressione artistica di caratura. Il nostro cda, dal suo insediamento, ha fin da subito voluto anche dare valore alle eccellenze locali e per questo ringraziamo il maestro Sorichetti per la portata della stagione, che oltre a mettere in scena rappresentazioni tra le più amate dal grande pubblico avvicinerà pure stavolta la lirica alle scuole, con incontri tra gli studenti”.
Un dialogo che diventa musica e si trasforma in poesia, dove le parole accompagnano una storia d'amore lunga cinquant'anni. Domenica 8 ottobre, alle ore 18:00, va in scena al Politeama di Tolentino "Dialogo - Concerto Dialogato", uno spettacolo della Compagnia della Rancia. Un "fiume in piena" di emozioni, dialoghi che sono pura poesia, raffinati movimenti coreografici e una regia delicata come una carezza.
La musica è quella di Luca Tudisca, cantautore siciliano uscito dalla scuola di "Amici" e vincitore della XXVII edizione di Musicultura, le sue canzoni vengono usate in funzione narrativa grazie ai testi di Elisabetta Tulli. In scena, oltre a Luca Tudisca e alla sua chitarra, Elena Nieri e Matteo Volpotti. I movimenti coreografici sono curati da Nadia Scherani e la regia è di Mauro Simone.
Ada fa la ricamatrice, Santuzzo vende il pesce e suona la chitarra. "Ma tu dove sei stata nascosta tutto questo tempo, sotto il mare?". Camminano insieme e osservano le loro orme sulla spiaggia. La vita è così: ti incontri, ti ami e fai un figlio che si vergogna a parlare, ma se gli metti una chitarra in mano, come gli ha insegnato suo padre, la sua voce arriva fino a Reggio Calabria.
ll figlio cresce e decide di lasciare la Sicilia, così Ada e Santuzzo restano soli. Il tempo passa: ogni cappotto che si infilano diventa sempre più pesante, e quando si infila il cappotto della gelosia si sente il profumo di un’altra donna, quando si infila il cappotto del dolore si sente il respiro della rassegnazione. Solo allora si scopre la bellezza di quell’amore a prima vista, di un figlio che speriamo non smetta maidi cantare quel dialogo tra un uomo e una donna durato 50 anni.
Uno spettacolo dedicato a qualsiasi genere di pubblico, dai giovanissimi agli spettatori più maturi, che posso apprezzarlo da tanti punti di vista. Biglietti a partire da 16 euro disponibili al Botteghino del Politeama, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 17,00 alle ore 20,00 e da tre ore prima di ciascun spettacolo, online all’indirizzo https://www.politeama.org/biglietti/ .