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Cultura Macerata

Una giornata in memoria dell'archeologa Giovanna Maria Fabrini

Una giornata in memoria dell'archeologa Giovanna Maria Fabrini

Il 14 gennaio scorso ho appreso attonita la notizia della scomparsa, all'età di 67 anni, della mia docente universitaria di Archeologia Classica, la professoressa Giovanna Maria Fabrini.

Con lei iniziai nel 2009 un percorso che ha portato me, come tanti giovani archeologi, ad amare e apprezzare questo lavoro in maniera totalizzante. Credo che non esista un archeologo che affermi il contrario: questo lavoro, per quanto con tutte le problematiche del caso (e non sono poche), per chi lo ha scelto, è il lavoro più bello del mondo.

Chi, come me, è stata sua allieva e l'ha conosciuta, sa bene quanta passione e professionalità metteva nel suo lavoro, e con quanta gentilezza ed eleganza era sempre pronta a dispensare consigli, senza mai negare un sorriso.

La professoressa Fabrini dopo la laurea all’Università di Macerata nel 1972 divenne prima assistente poi professore  ordinario e direttore del dipartimento di Scienze archeologiche e storiche dell’antichità, nel quale, quotidianamente la potevi incontrare. Nel 2013 era andata in pensione avendo così molto più tempo da dedicare ai quattro nipotini, insieme al marito, il pediatra Luciano Ercoli.

Maria Giovanna Fabrini era, da oltre 20 anni una protagonista indiscussa dell’archeologia maceratese dirigendo la sua equipe in scavi e ricerche in tutto il bacino del Mediterraneo: Leptis Magna, Gortina, Urbisaglia. È proprio a Urbisaglia che la professoressa ha avviato uno scavo didattico 25 anni fa che ha permesso a tre generazioni di giovani archeologi di formarsi facendo dell’Università di Macerata uno degli Atenei italiani più presenti e attivi a livello internazionale nel campo delle ricerche archeologiche e della didattica. Ed è proprio a Urbisaglia che sabato 21 maggio alle ore 16, al Teatro Comunale, colleghi, collaboratori, studenti e amici ricorderanno la sua professionalità, la sua attività di docente e la sua dedizione totale all'archeologia.

I suoi allievi oggi, stanno continuando la sua attività ampliandone anche le aree di interesse e proseguendo nell’attività di formazione e didattica. Le sue ricerche hanno contribuito a cambiare il volto dell’antica Urbs Salvia, della quale oggi conosciamo il nome più antico, Pollentia, e le strutture monumentali che a quel primo insediamento fanno riferimento. Di questi temi, nel corso di due relazioni, parleranno i professori Gianfranco Paci e Roberto Perna che con hanno a lungo collaborato in un percorso di ricerche storico-archeologiche che, oltre a arricchire le conoscenze relative alla città, ha consentito di riportare alla luce importanti strutture monumentali della stessa.

Queste, restaurate e protette grazie anche alla costante collaborazione del Comune di Urbisaglia e della Soprintendenza archeologica per le Marche, oggi arricchiscono e articolano il percorso archeologico della città.

Proprio per questo a conclusione delle relazioni, sarà organizzata una visita che si concentrerà in particolare sulle più recenti acquisizioni legate agli scavi diretti dalla professoressa Fabrini.

 

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