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Cultura Macerata

Sandro Gozi all'inaugurazione del nuovo anno accademico di Unimc

Sandro Gozi all'inaugurazione del nuovo anno accademico di Unimc

Aula magna piena per l'inaugurazione del nuovo anno accademico 2015/2016, il 726° dalla fondazione dell'Università di Macerata. L'evento, come da prassi, si è aperto con il saluto introduttivo del Magnifico Rettore Luigi Lacchè: " E' con vivo piacere che porgo il mio più cordiale benvenuto e rivolgo un sincero ringraziamento per aver voluto condividere con voi questa giornata di festa e di riflessione. Un grazie speciale all'On. Prof. Sandro Gozi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche e agli affari europei, che ci onora con la sua grandissima presenza. Saluto tutte le autorità e i cari colleghi Rettori e i loro Delegati che rinnovano un vincolo antico di collaborazione e di stima, ringrazio il prof. Pier Giuseppe Rossi, ordinario di didattica e pedagogia speciale presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Beni Culturali e Turismo, che terrà l'annuale prolusione, saluto il Direttore Generale dott. Mauro Giustozzi, i rappresentati degli studenti, Signor Tommaso Alabardi, e del personale tecnico amministrativo, dott. Giovanni Gison, che interverranno nel corso della cerimonia. L'inaugurazione dell'anno accademico, è come sempre una gradita occasione celebrativa ma anche un momento prezioso per ragionare insieme sul lavoro svolto e sulle prospettive più riavvicinate. Da un po' di mesi si parla del nostro Paese di ripresa, ma possiamo parlare di "ripresa" anche per il sistema universitario? Se per ripresa si intende una inversione di tendenza, la risposta dovrà essere purtroppo negativa, almeno sino ad oggi. Ora sentiamo parlare di "buona Università". Se dietro questo slogan ci fossero, per esempio, alcune concrete azioni positive per reclutare giovani ricercatori, per sostenere la carriera della parte più meritevole degli abilitati alla secondo e alla prima fascia, per prevedere un fondo che rimetta un moto i progetti di ricerca di interesse nazionale, per salvare e per rilanciare il diritto allo studio, allora quello slogan potrebbe diventare la lieta novella. Inoltre, è ormai urgentissimo un intervento del governo per il rinnovo del contratto di lavoro per il personale tecnico amministrativo e per la riattivazione del meccanismo degli scatti stipendiali dei docenti universitari bloccato dal 2010. Consapevoli del fatto che il periodo 2011-2014 sia perduto ai fini degli effetti economici, appare del tutto ingiustificato e discriminatorio il perdurare del blocco stipendiale che è stato invece tolto alle altre categorie, tra le ultime quella dei colleghi del CNR".

Conclude Lacchè: "Se c'è una cosa che ho imparato facendo questo mestiere di resstore è che nessuno di noi è in grado di raggiungere risultati profondi e incisivi se non riesce a dare corpo ad un progetto comune, ad elaborare un racconto nel quale identificarsi, a proporre un impiego di responsabilità e di cura. Ho sempre pensato che una istituzione antica e innovatrice come l'Università dovesse proporre a tutti e in particolare ai propri studenti una triplice "elica" formata da tre E: Educazione, Etica, Estetica. Educare verso il bene comune migliorando il modo in cui viviamo per renderlo un po' più bello. Al mio Ateneo e a tutti voi, in questo ultimo anno di rettorato, dico come sempre: lavoriamo insieme per crescere insieme".

Fra le importanti personalità che hanno presenziato all'inaugurazione, troviamo il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Sandro Gozi. "Parlare oggi di diritti significa prima di tutto parlare di quale sia il mondo entro cui i diritti si cercano, si tutelano, si innovano.

Un mondo che, secondo Stefano Rodotà, è "non pacificato, ma ininterrottamente percorso da conflitti e contraddizioni, da negazioni spesso assai più forti dei riconoscimenti". Discutere di diritti non può essere infatti un esercizio astratto: di conseguenza, occorre ragionare avendo ben presente la realtà in cui ci troviamo a muoverci. Non esiste infatti una sfera dei diritti distinta dalla sfera della loro applicazione quotidiana: si tratta di due elementi in rapporto costantemente dinamico. Non vi sono nuovi diritti se la realtà non cambia, e ogni realtà ha bisogno di nuovi diritti per accettare il cambiamento. Ed ecco che la nostra società, la nostra realtà è costituita da un paradosso: da un lato, è sempre più facile individuare chi è meno tutelato, chi ha più bisogno, chi necessita di inclusione nella sfera dei diritti. Dalla'altro è aumentata la difficoltà di chi ha in mano gli strumenti per ampliare i diritti. E' impossibile considerare oggi il mondo come una struttura verticale, forse lo si puo' considerare come una struttura piramidale, con i piani sfalsati e non ordinati. La questione dei diritti è una questione globale che va a scontrarsi con un ordine globale che non c'è e con una legge globale su cui è lecito avere dubbi. Qual è lo stato dell'arte in Europa per quanto riguarda i diritti fondamentali? Quelli che nei manuali universitari vengono definiti diritti di "quarta generazione" sono una realtà ormai consolidata in molte delle democrazie europee: dalla protezione dei dati all'uso di internet, fino ai diritti più sensibili, dal fine vita alle coppie omosessuali. E quei paesi che ancora sono arretrati da questo punto di vista, non hanno più scuse.

Per quanto riguarda la protezione e la sicurezza: questo è il tempo delle scelte, l'Unione Europea ha il dovere di reagire e di porre un freno. In primo luogo, occorre trovare un equo bilanciamente tra l'esigenza di garantire un adeguato livello di protezione e sicurezza e l'imperativo categorico di aiutare quelli che sono i nuovi "dannati dell'Europa" il che significa occuparsi delle proprie frontiere, governare i flussi migratori e tornare a interrogarsi sull'evoluzione dei confini. In secondo luogo è necessario trovare gli strumenti che permettano una più efficace tutela dei diritti fondamentali all'interno dell'Unione Europea, sia che ciò riguardi l'ordinamento comunitario che in singoli Stati membri. Anche in questo caso è tempo delle scelte. Si tratat di una battaglia che il governo italiano ha  inteso condurre con determinazione nell'ambito del Semestre di Presidenza, nella seconda metà del 2014: aver raggiunto un accordo sulla necessità di dare luogo a un dialogo annuale tra gli Stati membri del Consiglio è una misura estremamente utile per salvaguardare il rispetto dello Stato di Diritto nell'Unione. Tutto ciò si traduce per prima di tutto sulla moratoria sulla pena di morte, un fantasma che non dovrebbe più aleggiare sulla nostra comunità, ma anche nella libertà di espressione e nel rispetto delle minoranze, nella promozione della parità di genere e nella lotta alla discriminazione nei confronti dei gruppi più vulnerabili.

Io sono convinto che riusciremo a vincere la nostra battaglia per un progressivo rafforzamento dei diritti fondamentali solo se questa verrà come prioritaria da ogni uomo e ogni donna in ogni ambito della vita pubblica".

Per vedere il video cliccare qui.

 

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