Mariangela e la lirica: tra canto, insegnamento e quel bisogno incombente di comunicare
Tanti sono i talent che negli ultimi anni spopolano in televisioni alla ricerca della nuova stella del pop. C’è invece chi gareggia per un’altra musica, quella che in questi giorni risuona per le vie di Macerata: la lirica, quell’arte che ha fatto grande l’Italia nel mondo.
Questa è la storia di Mariangela Marini, insegnante di canto all'Associazione Musicale Cerquetelli di Cingoli, che pochi mesi fa è arrivata seconda al prestigioso Concorso per giovani cantanti lirici "Comunità Europea" 2016, organizzato dal Teatro lirico sperimentale di Spoleto "Belli" - Teatro Lirico dell'Umbria. A decretarne i vincitori (primo premio Alessandro Abis) una giuria internazionale, presieduta dal soprano Edda Moser, che dopo quattro giorni di selezioni e dopo aver ascoltato quasi cento concorrenti provenienti da tutta Europa, ha regalato a Mariangela uno dei giorni più belli della sua vita. Questo riconoscimento non le vale solo un’onorificenza ma soprattutto l’opportunità per 10 mesi suddivisi in 2 anni di usufruire di una borsa di studio per studiare e per poi arrivare al debutto in un primo ruolo. Debutterà a settembre con Ulrica in Un Ballo in Maschera di Giuseppe Verdi, un ruolo che si affronta solitamente in maturità ma, essendo un palcoscenico di giovani, la prova è alla sua portata e quindi ha accettato
La sua dedizione per la lirica è nata dall'amore per la musica leggera e per la passione per il canto e il teatro di prosa che l’ha portato a frequentare il corso di Laurea in Mestieri della Musica e dello Spettacolo dell’Università degli Studi di Macerata, facoltà di Lettere. Lì ha conosciuto una ragazza che cantava e che le ha presentato l'insegnante Doriana Giuliodoro, che poi l’ha seguita negli anni a venire. Nel giro di pochissimi giorni ha deciso che voleva fare la cantante lirica.
“Dopo un anno e mezzo sono entrata nel Coro Lirico Marchigiano che diretto da David Crescenzi” racconta il mezzosoprano Marini “dove ho mosso i primi passi sul palcoscenico. Da solista le prime esperienze invece sono venute col Progetto Sipario della Fondazione Pergolesi-Spontini ma la svolta è stata quando mi hanno ammesso al corso di alto perfezionamento Santa Cecilia Opera Studio dove, oltre all'aver avuto l'opportunità di studiare con la grandissima cantante Renata Scotto, ho incontrato degli insegnanti di grande competenza che tutt'ora seguo, prima fra tutti Anna Vandi e poi i pianisti Stefano Giannini e Fabio Centanni e il regista Cesare Scarton. Ho lavorato sodo perché all'inizio avevo alcuni problemi tecnici e, avendo iniziato tardi a studiare musica, leggevo lo spartito ancora un pò sommariamente, ma lì ho capito cos'era la disciplina e ho imparato anche a fare i conti con l'emotività. Un anno dopo è arrivata la vincita al primo concorso e poi tutto il resto.”
Tutto il resto si chiama Riccardo Muti. Mariangela è stata selezionata con altri quattro cantanti su 250 per frequentare la Riccardo Muti Italian Opera Academy. Hanno lavorato per 10 giorni sotto la direzione di Muti per fare la Traviata e il 3 agosto hanno cantato diretti dal maestro. “È stata un'esperienza unica veramente. Lui è un genio assoluto dei nostri tempi. Un uomo di un carisma raro che sa comunicare la musica e attraverso la musica, anche ai non addetti ai lavori. Lavorare con lui è un insegnamento di vita e di musica insieme poiché riesce a dare carica emotiva a tutto ciò che interpreta, che poi è il motivo per cui i musicisti fanno musica, forse, cercare di trasmettere il loro carico emozionale nell'esecuzione”.
Dopo la Traviata diretta da Muti, Mariangela farà ritorno a Spoleto e dovrà partecipare ad altre audizioni per portare avanti la sua carriera e continuare a studiare per migliorarsi sempre più.
Non solo lirica nella sua vita. Da insegnante impartisce anche lezioni di canto moderno e musica leggera, così da poter coltivare anche l'altro aspetto della musica che altrimenti le mancherebbe. Ama molto stare con i suoi allievi e due di loro hanno anche vinto un premio ad Apiro (Eleonora Amantini e Clara Ultimi) e ne è fiera. La passione infondo è questo, un’energia che non si può contenere e che coinvolge chi ti è vicino.
“Non so che cos'è la lirica,” conclude Mariangela “è tante cose. Posso dirti cos'è il canto per me: ha a che fare col bisogno incombente di comunicare qualcosa di misterioso di se stessi, nel caso del canto lirico ti porta al limite delle tue possibilità e quindi devi fare i conti con i tuoi limiti e spostarli anche, quando è necessario. Invece c'è una cosa che mi affascina molto della lirica e della musica classica, che oggi è definita musica di repertorio, e cioè che passano i secoli ma le emozioni e dell'uomo, per cose a lui care, sono le stesse di cui anni più tardi hanno parlato i Beatles, i Pink Floyd, David Bowie piuttosto che Bob Dylan o Springsteen.”
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