Tutti prima o poi dovremo fare i conti con la morte, non solo perché la vita finisce ma anche per via delle spese da sostenere. A Macerata morire costa 730 euro se si vuole essere sepolti sotto terra, almeno dopo la recente Delibera di Giunta, del 7 ottobre, che aumenta del 380 per cento la tariffa per l’inumazione. Si passa da 142 a 730 euro, cifra che corrisponde, secondo la giunta, ai costi vivi sostenuti dall’amministrazione.
L’Assessore alle politiche sociali con delega ai servizi cimiteriali, Narciso Ricotta, spiega che “non è giusto che i costi vivi dell’inumazione di alcuni cittadini vengano coperti da tutta la collettività”. E aggiunge: “L’inumazione a terra è una scelta culturale e non economica e lo dimostra il fatto che nonostante costino di più i loculi sono preferiti e scarseggiano, mentre i posti a terra liberi sono molti di più".
La decisione dell’amministrazione ha suscitato, tuttavia, alcune polemiche tra la popolazione, ma anche tra le file del consiglio comunale.
Paolo Renna, capogruppo di Fratelli d’Italia durante l’ultimo consiglio comunale ha presentato una mozione con cui ha chiesto la revoca o revisione delle delibera. La scelta politica della giunta per Renna è “pericolosa perché crea scontento tra i cittadini soprattutto in un periodo di crisi economica come questo”.
La controproposta di Fratelli d’Italia è stata bocciata dalla maggioranza del consiglio comunale e così la tariffa per essere sepolti a terra resta ferma a 730 euro.
Sulla mozione che revocava la scelta della maggioranza il Movimento 5 Stelle di Macerata si è astenuto. La consigliera del movimento in Comune, Carla Messi, ne spiega le ragioni: “Stiamo controllando se le spese che il Comune ritiene di dover sostenere per l’inumazione corrispondano alla cifra che l’amministrazione chiede ai cittadini”. Se ci dovesse essere corrispondenza tra la spesa del Comune e quella dei maceratesi il Movimento appoggerebbe la delibera di giunta, altrimenti “è pronta a presentare un’interrogazione”, spiega Messi.
L’unica rassicurazione che il Movimento ha chiesto alla giunta è stata che venisse rispettato il principio stabilito dall’articolo 15 del Regolamento Comunale di polizia mortuaria che prevede un servizio gratuito per le persone indigenti o appartenenti a famiglia bisognosa o per la quale vi sia disinteresse da parte dei familiari.
Ad aumentare le tariffe per l’inumazione ci aveva già provato, soli tre anni fa, una giunta diversa da quella attuale, ma guidata dallo stesso Sindaco Romano Carancini.
Nel 2012, infatti, la delibera n.119 del 2 maggio del 2012, fece schizzare la tassa per riposare sotto terra da 142 a 730 euro. Le polemiche non mancarono neppure all’epoca e infatti dopo poco tempo la Delibera fu revocata dal consiglio comunale.
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