Si è concluso ieri il processo di primo grado nei confronti di un 43enne messinese condannato a sei anni di reclusione per pornografia minorile.
All'epoca dei fatti, nel 2013, l'uomo lavorava a Macerata come docente chiamato dall'Università per alcune lezioni. L'accusa è quella di aver adescato minorenni su Facebook con un nome falso e, dopo aver instaurato con loro un'amicizia virtuale, di essersi fatto mandare loro foto intime in cambio di soldi e di essersi mostrato in chat in comportamenti sessuali espliciti.
Per l'accusa 4 sono le persone offese dal reato, tutti ragazzini stranieri. La condanna per pornografia minorile è relativa a uno di loro, minorenne per pochi mesi, mentre gli altri erano maggiorenni.
L'uomo aveva respinto ogni accusa e i difensori ne avevano chiesto l'assoluzione: tra le ragioni quella che durante le indagini non erano state trovate né foto né video, né passaggi di denaro sul PC dell' imputato, ma solo dei messaggi, oltre alle dichiarazioni dei ragazzi. Ieri hanno subito annunciato che attenderanno il deposito delle motivazioni della sentenza per poi ricorrere in appello.
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