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Cronaca Macerata

Macerata, Pignataro sul dossier della Dia: "La criminalità nigeriana è stata sconfitta"

Macerata, Pignataro sul dossier della Dia: "La criminalità nigeriana è stata sconfitta"

Nell'ultimo rapporto semestrale della Direzione Investigativa Antimafia pubblicato nella giornata di venerdì 19 luglio e riguardante il periodo che va dal luglio al dicembre 2018, si è evinta la nuova geografia della criminalità organizzata nel territorio nazionale. I riscontri nella regione Marche riguardano soggetti legati a specifiche consorterie criminali calabresi (la ‘ndrina Grande Aracri originaria del crotonese, ndr). In particolare si legge come "nella provincia di Macerata e nell’area di Fermo si registrino proiezioni del clan dei Farao-Marincola di Cirò (in provincia di Crotone, ndr)". 

Non viene, invece, citata la nostra provincia nel paragrafo dedicato alla criminalità nigeriana come avvenuto nello scorso semestre (gennaio/giugno 2018, ndr) in cui venne rievocato il terribile omicidio di Pamela Mastropietro e la conseguente "sistematica attività di spaccio di eroina e marijuana effettuata da 3 nigeriani [...] ritenuti anche esecutori materiali dell’efferato delitto di una diciottenne romana". 

Dato commentato con soddisfazione dal Questore di Macerata Antonio Pignataro: "Si tratta di risultati che avevo già anticipato durante la cerimonia della festa della Polizia dello scorso aprile. La mafia nigeriana è stata sconfitta, grazie all’impegno e al lavoro continuativo della Polizia di Stato,  dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza che , sotto la guida del procuratore Giovanni Giorgio, hanno ottenuto i massimi risultati conseguibili. La squadra è riuscita a smantellare qualsiasi base logistica dell’organizzazione criminale nigeriana liberando la piazza di Macerata dagli spacciatori. Un risultato raggiunto con non pochi sforzi e, in particolare, i nostri poliziotti , in questa battaglia, sono stati i più bersagliati, con circa 60 colluttazioni che hanno provocato il ferimento  di oltre 30 agenti.

"Assistiamo ad uno ricambio continuo di spacciatori provenienti dalla Nigeria - prosegue Pignataro-, si tratta di persone che si nascondono tra gli immigranti nei viaggi della speranza. Arrivano in Italia in giovane età, senza alcun precedente, per dedicarsi allo spaccio di sostanze stupefacenti e racimolare il denaro necessario da girare alle loro famiglie in Nigeria. Bisogna considerare come nel loro Paese il salario mensile corrisponda a trenta euro, quindi riuscire anche solo a guadagnare dall'attività di spaccio 600 euro al mese li rende abbienti e permette loro di mantenere a distanza la propria famiglia a spese di quelle italiane".

"Da due mesi a questa parte ci sono continui tentativi di riprendere possesso della piazza di Macerata, con arrivi da Fabriano ed Ancona. Per questo abbiamo messo in piedi una task-force ad hoc che controlla tutti coloro che scendono dai treni per garantire il permanere di una situazione di sicurezza diffusa" conclude Pignataro.  

Nel dossier della Dia vengono poi ricordate le indagini relative all'operazione "Piazza Pulita" dello scorso 19 luglio 2018 che hanno portato alla luce "un’attività di spaccio posta in essere da extracomunitari di origine africana, tra i quali figuravano alcuni richiedenti asilo. Le cessioni avvenivano in un parco cittadino molto frequentato (i Giardini Diaz, leggi qui) e tra gli acquirenti figuravano anche minorenni. A conclusione dell’indagine la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di 4 immigrati richiedenti asilo, originari del Gambia e della Guinea, residenti a Macerata".

 "Nel successivo mese di ottobre, al termine dell’operazione “Diadema”, sempre in questa cittadina - prosegue il rapporto-, i Carabinieri hanno arrestato 2 pregiudicati napoletani e un terzo di Fabriano, che avevano costituito una rete di spaccio tra i comuni maceratesi di Camerino, Fiuminata e Matelica (leggi qui)".

Nella sezione dedicata alla provincia di Macerata sul fronte del riciclaggio - nel semestre d’interesse - viene citata anche l’operazione “Ghost Tax” che "ha disvelato un sodalizio, attivo nelle frodi fiscali, composto prevalentemente da professionisti, tra cui due avvocati ed un commercialista della provincia di Foggia. Sebbene non siano emersi segnali di infiltrazione della criminalità mafiosa, il sodalizio, con base operativa a Recanati (MC), aveva messo a segno numerose operazioni illecite sull’intero territorio nazionale, realizzando un’evasione fiscale del valore di oltre 40 milioni di euro mediante l’indebito ricorso all’istituto della “compensazione” (leggi qui)".

Da ultimo, si conferma come l’area balneare e costiera della provincia continui ad essere interessata da un significativo commercio illegale di prodotti contraffatti.

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