Il grido di dolore dei commercianti di viale Vittorio Veneto: "Qualcuno pensi anche a noi!"
Non è un quartiere di Beirut. Era uno dei quartieri più popolosi e vivi di Tolentino. Oggi sta morendo, perchè non ci sono cadute le bombe, ma il terremoto si è accanito particolarmente su quella zona, facendola diventare un deserto.
Stiamo parlando di viale Vittorio Veneto, dove fino al 30 ottobre erano vive e vegete tante attività commerciali. Oggi, tante sono chiuse e non riapriranno più in quello stesso punto per i danni devastanti subiti dalle strutture. Quelle rimaste aperte boccheggiano, sono allo stremo e rischiano concretamente di non poter sopravvivere. La maggior parte delle case della zona (il 70 per cento) sono state dichiarate inagibili e il viale è chiuso in entrata, all'altezza del passaggio a livello, per alcuni edifici pericolanti. L'appello lanciato dai commercianti ancora aperti è straziante, ma dimostra quanto voglia ci sia di andare avanti magari tutto. Loro sono le vittime cosiddette indirette del terremoto, quelle che non vedranno indennizzato alcun danno per il sisma e non avranno alcun sostegno al reddito ma che ne soffrono maledettamente le conseguenze.
"Ci sentiamo cittadini di serie B" dicono "perchè abbiamo la sensazione che si stia pensando soltanto al centro storico. Invece ci siamo anche noi. Per carità: è giusto trovare soluzioni per il commercio in centro, ci mancherebbe. Ma qualcuno si accorga che esistiamo anche noi". Parlano con la grande dignità di chi sta facendo da oltre due settimane incassi ridicoli, ma vuole andare avanti: "Vogliamo solo lavorare" dicono in coro i titolari del Veneto Cafè, della panetteria Dolce Forno, del negozio di informatica Esseerre, oltre alla parrucchieria Hair Simpaty, alla rinomata pasticceria La Mimosa. Poco più in là sono spariti un altro negozio di informatica, la Dico, la storica tabaccheria di "Pasquì" e un negozio di pasta all'uovo. Sta provando a ripartire la macelleria di Paolo, ma con grandi difficoltà, le stesse che riscontrano anche le altre attività presenti come una barbieria, un negozio di ortofrutta, uno di alimentari e una merceria.
"Addirittura, anche i fornitori hanno difficoltà a trovarci per una viabilità che ci esclude completamente dal traffico cittadino, dopo la chiusura del traffico. Soltanto per far mettere i cartelli che indicavano viale Vittorio Veneto ci sono volute settimane. Non ce la facciamo più, siamo allo stremo. Chiediamo aiuto all'amministrazione comunale per cercare di salvare le nostre attività, altrimenti non ce la faremo. Le soluzioni sono due e vanno almeno tentate: o si riapre il traffico mettendo in sicurezza gli edifici pericolanti, oppure si tenti di invertire il senso di marcia rispetto a quello attuale, cosa che consentirebbe anche di decongestionare il traffico in viale Benadduci dove in ogni ora del giorno c'è sempre una lunga fila. Non chiediamo l'impossibile, chiediamo di provare a darci una mano. Fate presto, se non si vuole che questo quartiere di Tolentino muoia per sempre".
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